di DON DOMENICO SPAGNOLI
mercoledì 1 gennaio 2025
S. Maria Maggiore: OMELIA TE DEUM 2024
di DON DOMENICO SPAGNOLI
domenica 6 ottobre 2024
La ricchezza naturalistica del territorio abruzzese
La ricchezza naturalistica del territorio abruzzese
Noi abruzzesi forse non siamo abbastanza consapevoli di vivere in un territorio ricchissimo dal punto di vista naturale. La nostra terra che passa rapidamente da zone costiere a collinari e poi submontane e quindi montane, montagne alte, le più alte di tutto l’Appennino, e poi ricca di vallate e altipiani, possiede una complessità che
martedì 20 agosto 2024
23-24-25 AGOSTO: TOSON D'ORO 2024, ecco il programma
Nella suggestiva cerimonia, ideata dall'arch. FP D'Adamo 36 anni fa, r
DAL 23 AL 25 AGOSTO APPUNTAMENTO CON IL TOSON D’ORO
Tre giorni di appuntamenti sono previsti a Vasto in occasione della rievocazione storica organizzata dall’Associazione Culturale “Amici del Toson d’Oro”, guidata dal presidente Manuel Giorgetti”.
domenica 23 giugno 2024
Goffredo Palmerini e la sua più recente pubblicazione “Ti racconto così”
Il testo di Goffredo Palmerini Ti racconto così (One Group ed. ), in un eccezionale intreccio di storie, eventi, profili, personaggi, per quanto lontani e differenti, si traduce in una grande orchestrazione, con partiture, cadenze, connessioni e scansioni racchiuse all’interno di una omogeneità espressiva, e dunque ben al di là di una sorta di elencazione se pur elitaria.
Goffredo Palmerini |
domenica 16 giugno 2024
TRATTURI E TRANSUMANZE: la presidente Gabriella Izzi Benedetti sul sito "ilmiogiornale.org"
Segnaliamo ai nostri lettori che ieri è apparso sul sito "Il MioGiornale.org, con questa foto di grande effetto, una interessante ricostruzione storica della prof. Gabriella Izzi Benedetti sull'antico mondo della pastorizia in Abruzzo. L'articolo è ricco di dettagli inediti, come per esempio la presenza di Leonardo nelle nostre zone.
(foto tratta da ilmiogionrale.org) |
TRATTURI E TRANSUMANZE
Le vie della pastorizia, tra Abruzzo e Puglia, e l’arte della lana che portò Leonardo a L’Aquila
di Gabriella Izzi Benedetti
I camminamenti, l’incrocio tra vie hanno da sempre prodotto fusione fra culture e popoli. Questa realtà da tempi preistorici concerne anche i tratturi la cui origine è datata intorno a 10.000 anni fa. Sono vie di transito che, con un sistema reticolare, spostando masse di greggi dalla montagna alla pianura e viceversa, oltre alla migrazione hanno favorito lo smercio, il baratto, creato scambio di saperi. L’Abruzzo possiede tracce antichissime del fenomeno ...
CONTINUA SU
domenica 24 marzo 2024
Leonardo da Vinci a spasso per l’Abruzzo
Leonardo da Vinci a spasso per l’Abruzzo
“Nessun effetto è in natura senza ragione. Intendi la ragione e non bisogna sperienza” Leonardo da Vinci “Codice Atlantico”
DI GABRIELLA IZZI BENEDETTI
venerdì 15 marzo 2024
LA TRANSUMANZA ABRUZZESE ERA LA PIU' IMPORTANTE IN EUROPA
In apertura è stato sottolineato la necessità di restituire alla pratica della transumanza un ruolo economico, sottraendola all’aspetto folkloristico e facendone un orizzonte di vivibilità.
L’intensa giornata di studio è proseguita con tre sessioni dedicate alle pratiche della transumanza dell’Italia settentrionale, centrale e del Sud e delle isole, a cura dei fiduciari regionali della SGI e dei membri dei club aderenti alla FICLU.
Per il Club Unesco di Vasto, presieduto da Bianca Campli, ha partecipato la prof.ssa Gabriella Izzi Benedetti con una dettagliata relazione sulla transumanza in Abruzzo.
I TRATTURI E LA TRANSUMANZA
lunedì 11 dicembre 2023
Errata corrige
Nota della presidente prof. Gabriella Izzi Benedetti
Errata corrige
Sono passati più di vent’anni e gira tuttora una fake news che attribuisce allo storico Luigi Marchesani una condotta discutibile, a favore dei grandi proprietari contro i diritti dei contadini e del Comune; ponendo un vastese prodigatosi al massimo per la sua città nel tentativo di migliorarla e migliorare il tenore di vita della povera gente, in una luce negativa. Giorni fa ho dovuto contraddire nuovamente questa boutade sul coinvolgimento del Marchesani durante la riunione decurionale del 6 gennaio 1851 per impedire, sì proprio impedire, un blitz insomma, al sindaco di presenziare all’assemblea che dibatteva su questioni inerenti i diritti sui territori del demanio comunale di Vasto. I grandi proprietari, in assenza del sindaco, decisero a proprio vantaggio. La legge sulla eversione della feudalità decisa nel 1806 da Giuseppe Napoleone, allora re di Napoli, è storia complessa , che ha dato origine a molte controversie.
giovedì 28 settembre 2023
29 Settembre, San Michele e la linea Micaelica che attraversa tutta Europa
St. Michael’s Mount , un’isola in Gran Bretagna al largo della Cornovaglia, è gemella della francese Abbazia di Mont Saint- Michel in Francia. |
Oggi 29 settembre è San Michele, l’Arcangelo che simboleggia metaforicamente con la sua spada, il coraggio e la forza di volontà, colui che ci insegna a non avere paura del nostro buio interiore, a mantenere il giusto peso e la giusta misura. San Michele, è riconosciuto da tutte le culture e rappresentato come guerriero difensore delle forze universali. C’è una potente “ linea” di energia che si chiama Micaelica, e collega sette luoghi dove sono stati eretti sette santuari. I Santuari della Linea di San Michele sono:
martedì 13 giugno 2023
I nostri poeti (3): "Il lirismo nostalgico di Vincenzo Castellano"
In questa puntata, Vincenzo Castellano giornalista e dirigente dell’Ufficio Ufficiali Giudiziari presso il Tribunale di Vasto.
Il lirismo nostalgico di Vincenzo Castellano
Vincenzo Castellano affida il proprio sentire a un modulo narrativo dove le assonanze, fra rimbalzi e ritorni, creano un ritmo musicale che, se in alcuni passaggi riconduce alla prosodia classica, in realtà è alla ricerca di spaziature del tutto personali, affidate ad accordi lessicali in un continuo rincorrersi; sicché l’intreccio linguistico determina una cadenza oscillante, un fluttuare lento o veloce del verso. Galoppando fra le parole l’autore torna al passato fra “schiamazzi di pazzi ragazzi”; ripercorre il “narrare la vita da fare”;
venerdì 2 giugno 2023
I nostri poeti (2): Italo Radoccia magistrato poeta e saggista
Dott. Italo Radoccia |
Italo Radoccia Magistrato, Poeta e Saggista.
Magistrato dal 1997 ha prestato servizio presso la Procura della Repubblica di Crotone, il Tribunale di Chieti, il Tribunale di L’Aquila, il Tribunale di Vasto e attualmente presso il Tribunale dei Minorenni d’Abruzzo.
E’ stato Docente a contratto di materie giuridiche presso l’Università della Calabria di Cosenza e presso l’Università D’Annunzio di Chieti. Collabora con varie riviste di diritto. E’ autore di testi a carattere giuridico. Ha vinto numerosi premi di poesia di livello nazionale e ha pubblicato due raccolte di versi.
Tante certezze, poi dubbi sovrani
e di mio padre l’ultima carezza,
e l’amico perduto e amori vani.
Ma basta un figlio a ricolmare il vuoto?
Mi tormenta il passato e il suo fardello,
figlio mio, e il senso ancor di questo gioco
nel ricordo d’un rapido battello
che non conosci e che ormai è partito.
S’apron davanti a te di anno in anno
l’amicizia, l’amor, la giovinezza,
le illusioni che ancor c’inganneranno
e tanti sogni. Ma come il granito
copre le insidie della vita ria,
a cui la tua innocenza non è avvezza,
sarà tuo padre a lastricar la via.
martedì 30 maggio 2023
I nostri poeti (1): "La poesia di Magda Rover non può lasciare indifferenti"
Magda Rover |
La poesia di Magda Rover non può lasciare indifferenti.
martedì 29 novembre 2022
Le grandi Donne della Storia: Eleonora Fonseca de Pimentel
GABRIELLA IZZI BENEDETTI ha tratteggiato la figura della nobildonna nella sua interessante relazione dal titolo "Le grandi Donne della Storia: Eleonora Fonseca de Pimentel".
martedì 8 febbraio 2022
Il “Giorno del Ricordo”. Riflessioni
É stato terribile, dopo 60 anni di silenzio, trovarsi di fronte a un’altra storia, atroce, di crudeltà e di morte. Non bastavano l’orrore dell’olocausto, l’infinita serie di efferatezze che nazismo e fascismo hanno compiuto. Dal 2005 il “Giorno del Ricordo” è venuto a metterci di fronte a un’ulteriore testimonianza, raccapricciante, a raccontarci di come basti poco perché l’essere umano si trasformi in un mostro. È un dato di fatto su cui riflettere, e tanto, confrontarsi, per educare se stessi e gli altri a non abbassare mai la guardia.
Altrimenti succede come per il polacco amato da tutti, negli Stati Uniti, in una
Giorno del Ricordo 2022: un pensiero sulle vittime delle foibe
sabato 29 gennaio 2022
"I bambini dei lager..."
Strappati alle aiuole liete
dei nostri giochi,odorosi ancora
del nostro infantile sudore,gelidi,
turbinammo nella procella dell'odio inumano
Cui opporre non valse
l'atterrita dolcezza delle nostre pupille;
né ci protesse il doloroso ansito di quanti,
a noi cari ci erano nel martirio accanto;
rosso, per noi, si apri a divorarci il fuoco
e fummo di ossa calcinate un mucchio.
Di noi , per voi, sperammo memoria e storia;
non più guerre, sangue sterminio duolo,
Perché morimmo se vi uccidete
e ci uccidete ancora?
venerdì 28 gennaio 2022
Giorno della Memoria e la Filatelia: Galasso, "Molto materiale della mia collezione parla di Auschwitz"
di GIUSEPPE GALASSO
Accolgo volentieri l’invito dell’amica Gabriella per la Giornata della Memoria e non posso che aderire utilizzando lo strumento che più mi è congeniale: la filatelia.
Giorno della Memoria 2022: UNA RIFLESSIONE DELLA PROF. IZZI BENEDETTI PRESIDENTE DELLA SOCIETA' VASTESE DI STORIA PATRIA
UNA RIFLESSIONE DELLA PROF. IZZI BENEDETTI PRESIDENTE DELLA SOCIETA' VASTESE DI STORIA PATRIA
Il Giorno della memoria vede i soci della Società Vastese di Storia Patria sensibili al tema. Volontà di non dimenticare come le inutili crudeltà, l’odio razziale, la tentazione di degradare i nostri simili, siano sempre acquattati all’interno di questa nostra umanità dovegiovedì 23 dicembre 2021
La presidente Gabriella Izzi Benedetti traccia un bilancio delle attività svolte nel 2021
Cari soci e amici,
anche quest’anno, che ci vede già a scambiarci Auguri di Buone Feste, è passato con poca possibilità di comunicare in presenza, situazione che ha reso difficile programmare un’assemblea, discutere di
giovedì 25 novembre 2021
ROBERTO ROSSELLINI: Presentato al Teatro Niccolini di Firenze ‘Oltre il Neorealismo’ di Gabriella Izzi Benedetti
sabato 23 ottobre 2021
Carlo d'Aloisio da Vasto: presentato il progetto per il 50°della morte
sabato 18 settembre 2021
IL BELVEDERE "FRANCESCO ROMANI" CAMBIA NOME
la memoria
di Gabriella Izzi Benedetti
Sono convinta che il degnissimo concittadino Silvio Petroro, che tutti abbiamo stimato, ed era veramente facile volergli bene, si risentirebbe, se fosse ancora vivo, all’idea che il nome di Francesco Romani venga eliminato per far posto al suo, nel Piazzale Belvedere.
martedì 7 settembre 2021
E' venuto a mancare Luciano Lapenna, il messaggio di cordoglio della Società Vastese di Storia Patria
La Società Vastese di Storia Patria Luigi Marchesani, nella persona della presidente Gabriella Izzi Benedetti e quella di tutti i soci,
si unisce al dolore della prof.ssa Bianca Campli Lapenna per la perdita dell'amato Luciano,
un uomo che, in qualità di Sindaco di Vasto ha saputo proseguire nell'espressione di valori umani e sociali, ha dato prova di onestà, ha cercato di operare per il bene della città di Vasto.
Ricordiamo il suo garbo, la sua signorilità. Se ne va un amico, lascia un grande vuoto. Coraggio Bianca, ti siamo tutti vicini, con vero affetto.
martedì 31 agosto 2021
"Storia del Museo di Roma: Carlo d’Aloisio da Vasto e la Roma degli anni ’30"
dall'Associazione Culturale Archivio del Maestro Carlo d'Aloisio da Vasto, riceviamo e pubblichiamo
Salve
Con piacere Le segnalo il link della Conferenza online, svoltasi il 15 febbraio scorso e tenuta da Sergio Guarino, curatore storico dell'arte, responsabile dei Musei di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sul tema: "Storia del Museo di Roma: Carlo d’Aloisio da Vasto e la Roma degli anni ’30":
Link video su YouTube: https://youtu.be/0FJKGed2x7g
Link video sul sito web: https://carlodaloisiodavasto.it
venerdì 20 agosto 2021
"100 ANNI DI LUCIANO TOSONE - Progettista, intellettuale , artista"
domenica 11 luglio 2021
Carlo d’Aloisio da Vasto (1892–1971), personaggio di rilievo nel panorama artistico e culturale novecentesco: 50 anni fa la sua scomparsa
Iniziative in progress per il 50° che cade il 21 novembre 2021
di GABRIELLA IZZI BENEDETTI
Carlo d’Aloisio da Vasto (1892 – 1971),
personaggio di rilievo nel panorama artistico e culturale novecentesco, è
l’artista vastese del quale ricorrono cinquant’anni dalla scomparsa. Una
personalità poliedrica che, intuendo prestissimo la propria vocazione
artistica, l’ha seguita con determinazione, sicché già a 16 anni, avuto
conferma delle sue potenzialità, si è trasferito a Roma, divenuta la sua città
per la vita, senza però mai dimenticare il luogo d’origine, riproponendone
ininterrottamente le atmosfere, le “sembianze”, le cromie; divenute una sorta
di ritmo interiore a sollecitarlo, a scandirne l’ispirazione.
Gli artisti non sono sempre teneri fra loro e dunque
riconoscimenti indirizzati a Carlo d’Aloisio da parte di personaggi che hanno
segnato il percorso artistico del novecento, sono quanto mai indicativi. Ha scritto di lui Carlo Carrà: "un artista che è,
con i suoi mezzi, attuale e moderno con sensibilità e intelligenza”.
Aggiungendo: "Uomo
di battaglie spirituali, il D'Aloisio porta nella pittura l'ardore delle sue
passioni ed i suoi particolari convincimenti", Per quanto attiene alla
versatilità, ai molteplici interessi artistici, alla capacità di assorbire da
un tempo di forti esigenze di rinnovamento di formule pittoriche che tendono a
equilibrare, amalgamare, determinare un modo nuovo, in grado di assorbire più
che escludere e distruggere, mi pare possa essere interessante ciò che
scrive Renato Guttuso:“Chi volesse farsi un'idea della società artistica
e letteraria di una cinquantina d'anni or sono non dovrebbe trascurare di dare
un'occhiata all'Almanacco intitolato il Vero Giotto e dovuto all'iniziativa
appassionata di Carlo d'Aloisio da Vasto”. L’Almanacco degli Artisti. Il vero
Giotto, pubblicato dal 1930 al
1933 dà voce ad artisti come Roberto Melli, Mario Mafai, Fausto Pirandello e
tantissimi che sarebbe troppo lungo elencare.Si tratta di pubblicazioni che
divengono il punto di riferimento del movimento artistico romano e non solo,
luogo d’incontro, dialogo, confronto fra i maggiori artisti e critici
dell’epoca.
D’Aloisio
vive in un tempo di numerosi e innovativi linguaggi artistici. Correnti complesse e
complementari. E’ probabile che per l’artista vastese l’impulso più
consistente sia derivato dalla frequentazione con Felice Carena all’epoca tra i
pittori più quotati che aprì a Roma una scuola d’arte e propose una lettura
pittorica dal vero, fondendo tradizione e modernità e dando valore al
paesaggio. Il gruppo d’artisti giovani ed entusiasti che gravitarono in
quell’area confluirono in buona parte nella Scuola romana. Certamente il genere
di ricerca fu molto personale, la scuola romana definisce un’epoca dalle varie
anime, in quanto formata da un gruppo eterogeneo di artisti operanti a Roma tra
il ’20 e il ’40, e che venne chiamata anche Scuola di Via Cavour, mentre in
francese è ricordata come “jeune École de Rome”. L’obiettivo, la ricerca di un
incontro tra modernità e tradizione, il linguaggio post-cubista e l’arte
classica, non era molto dissimile. Si presentava questa realtà artistica in una
pluralità di variabili: tonalismo, chiarismo, realismo magico.
Formule che alla fine conducono alla fluidità dell’immagine, ad una pittura
improntata su di un naturalismo poetico, narrante, pastoso. Il termine "Realismo magico" fu la
definizione che diede nel 1925 il critico tedesco Franz Roh per indicare una pittura ricca di
dettagli realistici e tuttavia lontana, come relegata in una sfera
affabulatoria, grazie ad elementi surreali o paradossali che donano all’insieme
un che di vagamente misterioso, chimerico. C’è chi vede in questa tendenza
pittorica una forma di post-espressionismo, dove tutto sembra fermo come sotto
un incantesimo. Diverso ma non poi così tanto il tonalismo di tradizione veneta
che a differenza della pittura fiorentina basata sul disegno è invece legata al
colore, la cui stesura graduale, tono su tono, finisce per creare effetti di
leggerezza, velature che producono una fusione tra soggetti e ambiente; diviene
il collante fra volume e spazio. Gli effetti di luce determinati dalle
variazione del colore creano armonia fra tutte le componenti del dipinto. C’è
chi parla di pittura atmosferica. Non bisogna confondere il tonalismo (utilizzo di un tono
unico), con la pittura tonale che usa più toni rappresentati non solo
dalla principale emissione luminosa, ma anche dalle secondarie nonché dai
riverberi e dai riflessi, raggiungendo una polifonia di toni. Il Chiarismo a cui spesso viene abbinato il termine tonale indica già
l’affinità con la pittura tonale: una pittura dai toni chiari e luminosi, priva di
chiaroscuro, in cui al predominio dei valori volumetrici si preferisce la
variabilità stilistica, il gioco di luci. Le correnti a cui abbiamo fatto cenno sono molto interessanti in
un’epoca a cavallo tra otto e novecento, caratterizzata dal susseguirsi di movimenti e stili tra i quali emergono cubismo, espressionismo, surrealismo,
dadaismo, fauvismo, pittura metafisica, futurismo, e non solo. L’ Arte d’Avanguardia è tesa a superare i canoni culturali prestabiliti,
nell’idea di affermare nuovi principi in una
esigenza di rinnovamento, adeguandosi
ai vari contesti socioculturali. C’è poi un’altra corrente artistica sorta dopo la prima guerra
mondiale che si propone diversa ponendo come centrali la tradizione, il
classicismo, la figura, la componente volumetrica. Una pittura
realista che metterà in crisi le varie avanguardie. Opere contraddistinte da
forme plastiche e geometriche. Ma non prive di quella forza incantata che le
fece includere nella corrente del realismo magico. Ecco dunque che alla fine
molti collegamenti e affinità avvengono e i giovani artisti della Scuola romana, i chiaristi lombardi, i
seguaci del tonalismo non sembrano dissociarsi poi tanto da tutto questo
fermento di idee e proposte, anche se rimangono in un’area un po’ defilata,
nonostante la notorietà acquisita dalla Scuola romana; poiché se la sintonia nei riguardi della tendenza ad
andare oltre la realtà oggettiva per indagare in quella più intima, dando
spazio all’inconscio, all’istinto, l’idea di accantonare la prospettiva,
appartiene a buona parte della nuova realtà, la scelta di spaziature, tonalità, atmosfere hanno un
timbro, un ritmo poetico, scansioni, morbidezze che non si riscontrano così
decisive altrove. Mi sembra interessante anche il voler esplorare le tante possibilità
espressive dei colori. Dunque il d’Aloisio vive e opera in un tempo ricchissimo di stimoli. Ed egli assorbe
molto dal suo tempo e non solo in termini pittorici.
*****
I primi passi d’artista Carlo d’Aloisio li fa come xilografo, collabora a vari periodici tra i quali La Rivista d’Oggi, L’Attualità, Il Romanzo dei Piccoli e successivamente l’Emporium, Satana Bebba, Corriere dei Piccoli. Diviene illustratore di copertine di libri per editori quali Carabba, Mondadori, Trevisani, Maffei e Berlutti. Per Berlucchi ad esempio illustra la Vita di F. Baracca di Mascardi e i Discorsi del giorno, così come Epopea della Grande guerra, diario degli avvenimenti 1914-18 dell’Ammiraglio Vittorio Moreno. Ma è soprattutto la ricchezza della produzione pittorica che emerge e gli dà modo di esibirsi in numerose personali e collettive, non solo in Italia. Lo troviamo presso le Biennali di Venezia e le Quadriennali di Roma, oltre che in personali realizzate in città italiane ed estere come Parigi, Losanna, Los Angeles, Varsavia.
Nel 1927 sposa Elisabetta Mayo, pregevole scultrice, allieva del notissimo Vincenzo Gemito.
Una unione di spiriti affini che sarà molto importante e produttiva per
entrambi. Nel 1929 la Mostra realizzata dal d’Aloisio presso le sale delle
"Tre Venezie" in Roma, verrà visitata da Vittorio Emanuele III e
consorte, ammirati dalle sue opere; ne acquistano infatti tre. E’ un vero
successo. Tra i giornalisti che seguono l’evento ce n’è uno vastese, Francesco
Anelli che ne Il Vastese d’Oltre Oceano non riesce a
trattenere l’orgoglio, rimarcando la provenienzadell’artista: “E’ l’Abruzzo
che trionfa in questi quadri. Ma sì, è più che l’Abruzzo! E’ Vasto! Vasto nella
torre di Santa Maria …col prolungamento del Monastero di santa Chiara; è la
processione che rientra da San Pietro… è il mare, i colli sovrastanti, è la
campagna nostra …”. Il d’Aloisio continua, non diversamente dagli
esordi, la ricerca del suo vero se stesso. Si potrebbe pensare, guardando i
dipinti che sia un poeta prestato alla pittura, anche se altre soluzioni ce lo
rendono con caratteristiche differenti; su tutto sicuramente domina la passione
con la quale si muove e agisce, e un fondo dinamico mai pago, sempre alla
ricerca di mutamenti e approfondimenti, di variazioni. E’ come se in lui
agissero due stati d’animo, o due anime, non in contrasto ma indipendenti: la
dimensione mnesica, il ritmo quieto e gli spazi, le tonalità della provincia, e
la foga del fare, del costruire, dell’emergere. Da un lato la vita che
trascina, il Museo da comporre e organizzare, le nuove correnti di cui
discutere, le partecipazioni a Mostre, tutto il bagaglio della vitalità,
irrinunciabile, dall’altro l’abbandono, la dolcezza, la memoria, la pennellata
pastosa, la distensione. Nel libro Discanto di Pasquale
Scarpitti è riportata una lettera dell’artista dalla quale traiamo questa frase
molto indicativa: “La mia terra d’Abruzzo, se pur lontana da me da lustri,
mi è rimasta teneramente e dolcemente nel cuore come una “sposa” vergine,
intoccata e intoccabile”. [1]
Interessante è anche ciò che scrive nel 1916
sull’Emporium: “Senza dubbio la vera forza dell’Italia nuova risiede
nelle sue provincie; tutti i germi di vita e di potenza, di bellezza e di
valore che le grandi città maturano e dissolvono nascono tutti dal seno delle
città minori. Ogni pietra vi nasconde una sorgente di ricchezza, ogni silenzio
vi genera un’idea … La piccola città di Vasto (oggi compresa nella zona di
guerra) ne ha offerto recentemente un esempio che si può chiamare
mirabile. Alta e severa nella bellezza tetra del suo castello, delle sue torri,
del suo Palazzo che rammenta la sontuosità guerriera dei d’Avalos e dei
Colonna; circondata da ogni parte dalla verdezza degli ulivi, dinanzi al
bell’azzurro dell’Adriatico solcato di vele rosse e gialle …”.
Crescendo la fama crescono onori e oneri. Nel
‘30 gli viene dato l'incarico di realizzare ed allestire la Sezione Moderna del
"Museo di Roma", di cui diverrà in seguito direttore e conservatore.
Avrà inoltre la direzione del Palazzo delle Esposizioni e della "Galleria
Comunale d'Arte Moderna" che da via dei Cerchi riuscirà in seguito a far
trasferire in Palazzo Braschi. Il Comune di Roma acconsentirà nel 1950 e il
d’Aloisio metterà ogni impegno per il restauro e l’organizzazione del Museo.
Questa sua densa attività non lo allontana dalla pittura. Tra le iniziative più
interessanti c’è, come già detto, la creazione della rivista “Almanacco degli
Artisti. Il Vero Giotto” pubblicato dal 1930 al ’33 e che divenne
punto di riferimento per tanti artisti di valore. Il loro contributo fa notare
come vi siano presenti movimenti e tempi dell’arte nazionale e internazionale:
cronache regionali ed estere (Francia, Spagna, America). Lo spazio dato alle
varie correnti artistiche porta firme importanti, Paladini, Dottori,
Marchi, Pirandello, Melli, Trifoglio. Si parla di architettura, i temi sono
plurimi, si dà spazio all’ironia, alla satira, le cronache danno il polso degli
umori del tempo.
In sostanza Carlo d’Aloisio è un personaggio che
si presenta con una poliedricità di interessi e ispirazioni che lascia
ammirati: affronta con abilità più pratiche pittoriche, fra cui l’acquerello; i
suoi interessi spaziano dalla letteratura alla pittura, alla grafica, alla
critica, all'organizzazione dei grandi eventi. E’ un cartellonista apprezzato.
Presso la Pinacoteca comunale di Vasto sono conservate alcune sue grafiche di particolare
bellezza. Vorremmo che la notorietà di questo artista rinverdisse, acquistando
lo spessore che merita nel panorama non solo italiano. A conclusione
riporto alcuni suoi pensieri che trovo suggestivi:
“Recentemente ho voluto rivedere i luoghi
della mia fanciullezza, della mia adolescenza, della mia giovinezza. E vi sono
andato per un colloquio intimo d’amore, arrivando in piena notte di plenilunio.
E – solo – vi sono rimasto fino all’alba. Cari posti miei in riva
all’Adriatico: Casarza, il Trave, Vignola, Punta Penna, Vasto! Poi ho preso
commiato con le lacrime agli occhi”.
“Io ho amato la mia terra d’Abruzzo come un
figlio ama la propria Madre. E questi amori tenuti gelosamente nascosti e
racchiusi nel cuore, vengono maggiormente goduti in una solitudine, in un
godimento spirituale della natura e dei suoi colori”.
Gabriella Izzi Benedetti
[1]P. Scarpitti, Discanto,
ed. Sarus, Teramo, 1972.
giovedì 8 luglio 2021
Ricordo: Intervista a Remo Gaspari cittadino onorario di Vasto (2010)
Vasto 3 luglio 2010: conferita la cittadinanza onoraria a Remo Gaspari Il sindaco Lapenna consegna le chiavi della città |
Il 3 luglio 2010 (un anno prima della scomparsa) a Remo Gaspari fu conferita la cittadinanza onoraria.
Ripubblichiamo l'intervista in forma integrale.
Remo Gaspari: Cittadino Onorario di Vasto
Intervista di Gabriella Izzi Benedetti
E'un piacere discorrere con l'onorevole Gaspari, ha un linguaggio chiaro, diretto, con rara capacità di sintesi, lontano dalla fumosità spesso presente nel linguaggio politico, e, del resto, è parte della sua natura la chiarezza, l'equilibrio che lo pone, oggi, non solo testimonianza obiettiva di eventi, ma personaggio in grado di incidere con la sua lunga esperienza nel contesto attuale, vivendo egli profondamente la questione politica e sociale.
martedì 4 maggio 2021
GIUSEPPE TIBERII FRA ARCADIA E ILLUMINISMO
Un personaggio significativo per la cultura vastese
di GABRIELLA IZZI BENEDETTI
Fra meno di un anno ci troveremo a celebrare un’altra ricorrenza, anche se non è di quelle a cifra tonda come accade per un cinquantenario, un centenario e così via. Quasi tonda: 210 anni dalla scomparsa di Giuseppe Tiberii (1732-1812), un personaggio significativo per la cultura vastese del ‘700.
sabato 24 aprile 2021
25 aprile: “L'Abruzzo tra esilio e confino nell'esperienza di intellettuali antifascisti”
“L'Abruzzo tra esilio e confino nell'esperienza di intellettuali antifascisti”
https://www.youtube.com/watch?v=qe9tpYy8uVE&t=2707s
con interventi di Antonio Mucciaccio: Ignazio Silone, Francesco Jovine; Nicola D'Adamo: “La vita dei confinati a Istonio Marina dalle testimonianze di Scalarini”; Gianfranco Rastelli: Leone Ginzburg; Luigi Medea: Guido Calogero; Gabriella Izzi Benedetti: Natalia Ginzburg, Alba de Céspedes. Letture: Raffaella Zaccagna, Simona Cieri.
La Società Vastese di Storia Patria Luigi Marchesani - dichiara la presidente Gabriella Izzi Benedetti - cerca di anno in anno di promuovere la memoria dei fatti relativi alla liberazione dal nazifascismo, che si celebra il 25 aprile. Allontanandoci nel tempo da quei tragici episodi, se essi non vengono riproposti alle giovani generazioni, se i giovani vengono privati di conoscenze, consapevolezze, riflessioni, si rischia un vuoto storico che verrà riempito da travisamenti, che verrà banalizzato, e non aiuterà nella loro crescita culturale, e soprattutto morale. Oltre ai giovani, la memoria dei fatti ci riguarda tutti, e tutti dobbiamo esserne coscienti e informati. Mi auguro che, nonostante la lunghezza del video, possiate apprezzarne le finalità e la ricchezza delle informazioni che i relatori offrono”
giovedì 1 aprile 2021
Il dramma della Passione di Cristo tra esordi del Cristianesimo e Rinascimento. Il ruolo dell’Abruzzo.
Le testimonianze di drammi sulla Passione di Cristo nei primi secoli del cristianesimo sono scarse; era privilegiata l’idea della Resurrezione alla quale anche la predicazione degli Apostoli e di san Paolo attribuiva maggior significato,quale mistero della incarnazione divina e messaggio di redenzione e speranza. Anche a livello iconografico (oltre che letterario) viene proposta l’immagine di Cristo Pantocrate, Cristo Re, in tutto il suo splendore, in grado di agire nell’immaginario dei fedeli più saldamente, a differenza dell’Uomo – Dio crocifisso e torturato; dunque in forma più trionfale che oggettivata sulla sofferenza in senso umano.
Forse non era maturo il popolo dei fedeli ad adorare un’immagine di sofferenza e sconfitta, benché
domenica 7 marzo 2021
8 MARZO: nostro video su LA DONNA, IL TEMPO, LA POESIA con testo di Gabriella Izzi Benedetti
L’otto di marzo è divenuto il simbolo della questione femminile da quando, nel 1910, la Conferenza Internazionale dei Movimenti femminili, tenutasi a Copenaghen, dedicò appunto l’8 di marzo di ogni anno alla donna, in memoria di 129 operaie morte nell’incendio di una
Personaggi della Vasto d’un tempo: Romualdo Pantini
Personaggi della Vasto d’un tempo: Romualdo Pàntini
di Gabriella Izzi Benedetti
Romualdo Pantini fa parte del mio immaginario infantile. Nell’immediato dopoguerra ho ricordo di questo signore che mi pareva molto alto, non so se lo era, da piccoli tutto ci appare grande, e che arrivava nella casa di campagna a far visita soprattutto alle mie zie, Anna in Tosone e Rosa in Bile, ma poi come spesso avveniva, essendo i giardini contigui, dai loro approdavano nel nostro; pomeriggi sereni pieni di voci, scambio di vedute. Di questo anziano signore amavo la gestualità, il modo di parlare, anche se non tutto
domenica 21 febbraio 2021
Il contributo politico, civile, filosofico di BERTRANDO E SILVIO SPAVENTA
Bertrando Spaventa |
Il contributo
politico, civile, filosofico
di BERTRANDO E SILVIO SPAVENTA
Il 2022 sarà anniversario da celebrare, non solo in Abruzzo, per la nascita di Silvio Spaventa. Come già avvenne per l’anno della sua morte,1893, Silvio Spaventa venne ricordato nelle città dove visse e operò come giurista e uomo politico, Bergamo, Roma, Napoli.
Anche a Vasto la sua azione efficace fu celebrata e continuerà a esserlo.
Bertrando, il fratello maggiore (1817-83) è forse meno noto, se non in ambito filosofico, ma non per questo si tratta di un personaggio minore e mi spiace non aver pensato di farne una rievocazione nel 2017 suo anno di nascita.
Gli Spaventa, abruzzesi, nati a Bomba, appartengono al gruppo di quei personaggi dell’ottocento italiano distintisi per grandi capacità, per il senso etico e civico, virtù che non sempre brillano in personaggi politici, delegati all’amministrazione pubblica.
Silvio Spaventa |
Silvio Spaventa si è adoperato perché la giustizia fosse alla base dell’amministrazione pubblica e delle scelte politiche dell’unificando e poi unificato Stato italiano. Ha svecchiato nella giurisprudenza con leggi a cui tutt’oggi il diritto amministrativo si riferisce. Poliedrico,aprìnel 1846 col fratello Bertrando una scuola di filosofia che poneva in risalto l’importanza della dottrina hegeliana (Hegel fu il massimo esponente della corrente idealistica romantica) e che fu chiusa dalle autorità perché corrompeva i giovani diffondendo idee liberali. Fondò giornali, prese parte a una insurrezione liberale in Calabria, per cui fu costretto a riparare a Firenze dove si legò in amicizia con Gino Capponi e Giovan Pietro Vieusseux. Tornato a Napoli, sostenitore della “rivoluzione” napoletana come contributo al Risorgimento italiano, ispiratore della società segreta Unità Italiana per creare una rete di liberali nella penisola, venne condannato a morte, ebbe poi la pena commutata in ergastolo, infine ridotta a sette anni di carcere, scontati il quali, condannato all’esilio. Riuscì a fuggire e riparò a Firenze
lunedì 8 febbraio 2021
Il soldato abruzzese che divenne santo: straordinaria parabola della vita di San Camillo de Lellis
Il soldato abruzzese che divenne santo: straordinaria parabola della vita di San Camillo de Lellis
Fra i tanti abruzzesi meritevoli, uno a mio avviso li supera tutti: San Camillo del Lellis, un personaggio fra i più generosi che la Chiesa vanti, proclamato per la carità verso sofferenti e moribondi “celeste patrono di tutti gli infermi e di tutti gli ospedali”, invocato nelle litanie degli agonizzanti. 40 anni di dedizione assoluta; fondatore dell’Ordine “Ministri degli infermi” (camillini) il cui distintivo è una Croce rossa.
La vera crisi avvenne a Manfredonia, dopo aver ascoltato le parole di un religioso, sulla carità. Ecco, come Saul sulla via di Damasco, come Francesco pellegrino a Roma, come le personalità di livello superiore che riescono a convogliare nell’eroico le grandi doti disperse in mille rivoli di umana miseria, Camillo si riscatta dalla disperazione e dall’abbrutimento e chiede “Dimmi o Signore cosa vuoi da me”.
Il giovane bellissimo, alto e forte, il dissoluto, che a 25 anni si trova orfano e povero, supera orgoglio e vanità e raggiunge nell’annullarsi una grandezza che mai avrebbe conquistato con la più grande conquista terrena. Sarebbe stato molto più semplice cercare di nuovo ricchezza con i bottini, sfruttare la sua forza e la sua bellezza. Ma la sensibilità di Camillo si è affinata, la piaga maligna che gli dà il metro della sofferenza lo spinge ad affratellarsi con tutto l’umano soffrire. Dalla solitudine interiore arriva all’amore universale. Entra nell’ordine dei cappuccini ma l’asprezza dell’abito monacale rende insopportabile il dolore della ferita al piede. Nonostante, è deciso a lasciare il mondo; e il ritorno al san Giacomo a Roma per curare la ferita, sarà il ritorno decisivo alla vocazione per l’assistentato; con ben altro spirito.
Camillo entrò nel vivo dell’opera di rinnovamento come un ciclone; con il suo carattere rigido e focoso. Regolò il servizio degli infermieri con assistenza continua e sicura; vigilava e spiava perché tutto fosse secondo regolamento; spesso si nascondeva sotto i letti per verificare il comportamento degli infermieri. Ingaggiò lotte indicibili perché i cibi fossero sani e ben cotti; si era reso conto che era facile gioco per gli approvvigionatori inviare cibo avariato, tanto nessuno controllava. Ma tutto questo, da solo, era troppo arduo.
Camillo, divenuto prefetto generale dell’ordine, a vita, fu modello di magnanimità e abnegazione. Rude, col suo passato di soldato, impose una forte disciplina. Aveva un concetto altissimo dell’Ospedale. Spesso era lui a chiedere perdono agli infermi e benedizione celeste. Furono 40 di fatiche eroiche, da far pensare a una fibra fortissima quale non era più, perché altri malanni, da lui chiamati “misericordie di Dio” si erano aggiunti.
Negli ultimi tempi non dormiva più di 2 -3 ore per notte; il resto era assistenza. E non operò solo in Roma, ma in moltissimi centri come Milano, Firenze, Napoli, Genova, Bologna per nominare i più popolosi. E ugualmente compassionevole era verso gli animali che medicava e sfamava.
La carità di Camillo andava oltre la sofferenza fisica; cercava di alleviare le sofferenze dell’anima. La sua fatica di “infermiere meraviglioso” trovava il compimento nella capacità di restituire dignità e benessere spirituale ai malati. I più grandi trionfi da lui ottenuti sono stati quelli della riabilitazione dell’individuo in seno alla società.
Tornato da Genova a Roma il 13 ottobre 1613, molto malato, sostenuto a braccia, andava a confortare i sofferenti.
Gabriella Izzi Benedetti
S. Maria Maggiore: OMELIA TE DEUM 2024
di DON DOMENICO SPAGNOLI È consuetudine che in ogni comunità parrocchiale ci si ritrovi nell’ultimo giorno dell’anno per pregare e affidarsi...
-
La ricchezza naturalistica del territorio abruzzese di Gabriella Izzi Benedetti Noi abruzzesi forse non siamo abbastanza consapevoli di...
-
Ne lla suggestiva cerimonia, ideata dall'arch. FP D'Adamo 36 anni fa, r ivivono gli antichi fasti della famiglia d'Avalos. ...
-
La Società vastese di Storia Patria Luigi Marchesani non ha un grande numero di iscritti (ed è un peccato), ma gli iscritti sono di qua...