tag:blogger.com,1999:blog-54328885029771938892024-03-25T01:34:15.776-07:00Società Vastese di Storia PatriaSocietà Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.comBlogger67125tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-7644969864085554712024-03-24T06:22:00.000-07:002024-03-24T06:31:10.702-07:00Leonardo da Vinci a spasso per l’Abruzzo<p style="text-align: left;"><i></i></p><div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEn_ch6HMQa3mZ_b2wjj1rIGJOhusI-Y8YJhrB6quGI8dwx5SgpVV7KySbRpIHjoekMqbFBzHmy8dBBJ4nzrkfoMy7i2LaiFSLPW5yYCr9tS3RD7_mrqQy2-YJ5wkJQj8Cw6_rTRuwH38SDHMyzUcYG9jYCejgZjDA9z1VAktTkuiAJZddtb34shLIq8KJ/s1280/gabriella%20izzi%20benedetti.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEn_ch6HMQa3mZ_b2wjj1rIGJOhusI-Y8YJhrB6quGI8dwx5SgpVV7KySbRpIHjoekMqbFBzHmy8dBBJ4nzrkfoMy7i2LaiFSLPW5yYCr9tS3RD7_mrqQy2-YJ5wkJQj8Cw6_rTRuwH38SDHMyzUcYG9jYCejgZjDA9z1VAktTkuiAJZddtb34shLIq8KJ/s320/gabriella%20izzi%20benedetti.jpeg" width="320" /></a></i></div><i><span style="font-size: large; text-align: center;"><b>Leonardo da Vinci a spasso per l’Abruzzo</b></span></i><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">“Nessun effetto è in natura senza ragione. Intendi la ragione e non
bisogna sperienza” </i>Leonardo da Vinci <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“Codice Atlantico”</span><i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;">DI GABRIELLA IZZI BENEDETTI<span></span></span></p><a name='more'></a><p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Se, come pare ormai accertato attraverso analisi e
documentazioni, il più antico disegno a penna di Leonardo da Vinci, datato 5
agosto 1473, noto con la sigla 8P, attualmente presso il Museo degli Uffizi di
Firenze, non rappresenta le colline del Chianti, ma il castello Piccolomini a
Celano in Abruzzo, il lago del Fucino sottostante e le alture contigue, bisogna
convenire che Leonardo, in un periodo giovanile, soggiornò nella Marsica. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Non è
il solo document</span><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;">o che ci porta sulle tracce di Leonardo in Abruzzo a più
riprese; Leonardo è stato un instancabile viaggiatore, con un’attenzione
capillare verso ogni mutamento della natura. I nostri antichi amavano i</span><span><span style="line-height: 115%;">l
viaggio pur con tutte le scomodità e i pericoli connessi; ed è del tutto
normale in un’epoca in cui il viaggiare era una necessità di conoscenza
diretta, la sola possibile; obbligatoria
per chi si dedicava al commercio, essenziale per chi amava l’apprendimento, il
sapere. </span><span class="s1"><span style="border: 1pt none windowtext; color: black; line-height: 115%; padding: 0cm;">In
quanto a Leonardo la particolare orografia del territorio abruzzese con i suoi
mutamenti climatici, la ricchezza e varietà di fauna e flora, sicuramente gli
ha fornito suggestioni, interpretazioni<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>traslocate nei disegni che ancora oggi si presentano come</span></span><span class="apple-converted-space"><span style="border: 1pt none windowtext; color: black; line-height: 115%; padding: 0cm;"> </span></span><span class="s1"><span style="border: 1pt none windowtext; color: black; line-height: 115%; padding: 0cm;">progetti pionieristici, studi
scientifici, oltre che descrizioni paesaggistiche. </span></span><span style="line-height: 115%;">Non dimentichiamo poi che dal
tredicesimo secolo fu massiccia la presenza toscana in Abruzzo, e già il nome
Piccolomini ci dice qualcosa a riguardo. Le maggiori famiglie fiorentine fecero
a gara per aggiudicarsi territori che si mostravano molto interessanti per
qualità e quantità della lana, per ricchezza di pascoli, di patrimonio
boschifero, di prodotti e realizzazioni di varia natura, come la cartiera, o
gualchiera di Celano tra le più importanti d’Italia o la lavorazione della lana
attraverso telai di particolare e quasi inaccessibile livello tecnico. </span></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;">La via
degli Abruzzi che collegava Firenze a Napoli, due capitali di rilievo nel
panorama politico, attraversando<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>Spoleto, L’Aquila, Sulmona, Rocca di Mezzo, Capua, per fare qualche
nome, facilitava la relazione fra queste due realtà. Rilevante fu anche il
rapporto commerciale fra l’Abruzzo e il ducato di Milano. E attraverso una
serie di camminamenti, fra i quali la via Francigena, o quella che da Monte
Sant’Angelo in Puglia arrivava a Mont Sant Michel in Francia e oltre, le vie
della lana, una rete di contatti coinvolgeva anche la terra d’Abruzzo al resto
dell’Europa. Tra le motivazioni, specie per ciò che riguarda il ducato di
Milano, la fama delle lane degli altipiani aquilani, ritenute le più pregiate
sul mercato; veniva acquistata sia come materia prima, sia come prodotto
finito, in panni e tessuti. La via degli Abruzzi che faceva da tramite era
ritenuta tra le più sicure grazie alle tante fortificazioni esistenti in
Abruzzo, con Torri d’avvistamento, Castelli, Fortilizi. Nella città <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dell’Aquila molti mercanti presero dimora o
crearono dei veri e propri luoghi stabili di commercio: ne rimangono
testimonianze attraverso la toponomastica; troviamo infatti via Veneziani, via
Lombardi, via Alemanni e così via. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;">La transumanza abruzzese, la più importante,
seconda solo alla Spagna, si avvaleva dei Tratturi regi o magni, strade erbose
enormi, 111 metri e 11 cm esatti, il più importante dei quali partiva dall’Aquila
per raggiungere a Foggia. E non era il solo, in Abruzzo se ne contavano cinque
o sei, tra essi il tratturo Pescasseroli Foggia. Terminato il sodalizio con Ludovico
il Moro duca di Milano, Leonardo era libero di andare dove più gli piacesse. I
bozzetti da lui<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>realizzati tra il 1498 e
il 1501 periodo in cui si trattenne in Abruzzo, lo mostrano nuovamente prediligere
le alture, le quote alte del Gran Sasso (ci sono disegni dello stesso periodo
raffiguranti le balze collinari del Val d’Arno, di Volterra oltre al Gran sasso,
tutti luoghi d’altura), e questo non deve stupire in un uomo il cui sogno era quello
di volare. Il desiderio di creare una macchina volante accompagnò Leonardo per
tutta la vita ed è normale immaginarlo alla ricerca ravvicinata di volatili tra
i più grandi, come le aquile, dai quali carpire il segreto del volo, o
calcolare la rapidità e l’angolatura di una discesa aerea con angolature, spazi
di ritorno in quota. Quindi al di là di altre considerazioni, il fatto che
l’Abruzzo possegga le vette più alte dell’Appennino è già motivo sufficiente
per giustificare la sua presenza. Ma non è certo il solo. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;">Alla vigilia del
viaggio, intorno al 1498, verso Sulmona in compagnia di un amico milanese Paolo
Trivulzio, ricco mercante di stoffe che spesso scendeva negli Abruzzi per
l’acquisto appunto di lane e tessuti, Leonardo scrisse “Volo conoscere questo
paese che tiene tante cose a vederse”. Si riferiva a Sulmona che era luogo di
importanza strategica per la transumanza suaccennata, per reperti archeologici,
non molto distante dall’area fucense. La permanenza di Leonardo è sensibile
fino al 1501. Seguendo la sete di conoscenza che lo contraddistingueva,
oltre<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sulmona che comunque ritrasse, si
spostò a Rocca Calascio, a l’Aquila e in altri territori fra cui Taranta
Peligna, un centro all’avanguardia per la produzione delle coperte di lana e si
interessò molto al funzionamento dei telai (pare che Trivulzio lo spingesse
molto in questo senso) della cui tecnica si appropriò immediatamente. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Trivulzio i cui interessi avevano carattere
commerciale se ne tornò a Milano prima di Leonardo e, quasi certamente, fece
riprodurre copia dei telai nel capoluogo lombardo. Tant’è che subito dopo il
viaggio di Leonardo i macchinari milanesi mostrarono grandi migliorie e le
produzioni abruzzesi divennero meno appetibili sul mercato. Certo è che, per
gratitudine?,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Leonardo disegnò per i
tessitori di Taranta Peligna coperte molto belle; il disegno di una di esse è conservato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>presso il Castello di Windsor vicino Londra.
E non solo, sono presenti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>altri bozzetti
presso la Royal Collection, sempre di proprietà dei reali d’Inghilterra.
Disegni che ritraggono Sulmona, il Morrone, la Maiella, il Gran Sasso, il
profilo del Monte Prena, l’insellatura del Vado di Ferruccio e la gola dello
Scoppaturo, un<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>rilievo roccioso ricco di
guglie che riporta al Corno Piccolo. Mentre nel Codice L della biblioteca
dell’Istitute de France a Parigi, la figura contenuta nel codice D è quella di
Rocca Calascio. Osservando l’immagine, si nota l’assenza delle torri
cilindriche, e dunque il disegno risulta essere precedente alla costruzione
della cinta rinascimentale; non è da escludere che essa sia frutto della
capacità inventiva di Leonardo, che influì sul rinnovamento delle tecniche
d’assedio di alcune fortificazioni abruzzesi.</span> </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;">Gli<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>schizzi o
bozzetti di Leonardo sono eseguiti su carta della gualchiera di Celano, una
fabbrica in cui oltre alla follatura della lana che impermeabilizzava le tele
infeltrendole, veniva lavorato il cotone con cui si fabbricava la carta e quella
di Celano era tra le più importanti del medioevo; tutt’oggi esistente. In quel
periodo i maestri cartai di Celano, del Vetoio, dell’Aquila e di Sulmona erano
molto rinomati in tutto il Regno di Napoli</span>. <span style="line-height: 115%;">La cartiera di Celano usava macchinari idrovori alimentati
dall’enorme lago del Fucino. La carta derivata dalla follatura del cotone e che
diveniva ultra sottile, rigida e resistente, possedeva all’interno una
filigrana che ne attestava l’autenticità. Ed è quella usata da Leonardo. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Che non si limitò alla osservazione della
natura e dei macchinari, ma intrattenne rapporti </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="line-height: 115%;">con personalità abruzzesi insigni come Giovan Battista Branconio e
Serafino Aquilano, celebre musicista. Branconio orafo e protonotario apostolico
fu un importante committente artistico, molto legato a Papa Leone X. Papa
presso il quale Leonardo operò. Leone X, figlio di Lorenzo de’ Medici e
fratello di Giuliano duca di Nemours, aveva ai primi del ‘500 concesso al
fratello la bonifica dell’agro pontino, a proprie spese. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;">Il rapporto fra il
Papa Leone X e Leonardo inizia nel 1514 ed è così che quest’ultimo realizza il progetto
di prosciugamento delle paludi pontine per poter creare il porto di
Civitavecchia. Anche questo progetto è conservato presso la Royal Library dei
Windsor. Secondo gli studiosi il progetto fu reso possibile grazie agli studi
che Leonardo aveva fatto precedentemente riguardo alle tecniche per il
prosciugamento del Fucino, lago in area avezzanese, il terzo per grandezza in
Italia dopo i laghi di Garda e Maggiore. Il Fucino aveva creato problemi fin
dall’antichità per una serie di situazioni legati a influssi e deflussi
determinanti un livello di acque variabilissimo, in grado di creare danni
ingenti ai paesi circostanti. Sicché Giulio Cesare, per primo, aveva dato<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>inizio a un iter per attuarne il
prosciugamento o un vero incanalamento. Sappiamo che la sua morte bloccò
l’opera, ma si impegnò a continuarla l’imperatore Claudio ( da qui il nome, i
Cunicoli di Claudio o claudiani) fra il 42 e il 52 d. C., scegliendo tecnici di
altissimo livello sicché viene giudicata la più grande opera idraulica
dell’antichità e certamente attrasse l’attenzione del genio ingegneristico del
Rinascimento; si tratta di un canale sotterraneo con 6 cunicoli e 32 trentadue
pozzi, lungo almeno 5 Km e mezzo. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;">Lavoro di scavo durissimo se si pensa al
terreno spesso roccioso. L’obiettivo era quello di prosciugare il lago, proteggere
i paesi marsicani dalle esondazioni, rendere i terreni prosciugati coltivabili.
Purtroppo Nerone alla morte del padre, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Claudio, non si interessò al mantenimento
della funzionalità del progetto, i cunicoli presero a ostruirsi; in seguito se
ne occupò Adriano; fra molte omissioni si arriva a quel personaggio
straordinario che fu Federico II di Svevia che ridiede respiro all’opera. Ma
per una soluzione reale bisogna attendere Alessandro Torlonia, parliamo del
diciannovesimo secolo. C’è un curioso e affascinante incrociarsi delle due
situazioni, paludi pontine, lago del Fucino. Secondo gli esperti quando
Leonardo si interessò alle tecniche legate alla progettazione del
prosciugamento o incanalamento del Fucino, trasse conclusioni, varianti,
migliorie che travasò in altro progetto, quello commissionatogli da papa Leone
X: la bonifica delle paludi pontine. Il progetto, realizzato da</span> <span style="line-height: 115%;">Leonardo nel 1514 è simile in maniera
sorprendente alla tecnica usata per il Fucino. Leonardo da Vinci realizzò in
una carta geografica, datata 1514, una veduta a volo d’uccello delle paludi
Pontine a penna, inchiostro ed acquerello, nell’intento di ottenere una visione
d’insieme in grado di giovare al progetto che avrebbe dovuto essere realizzato
attraverso canali e macchine idrovore. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;">Con la morte di Leone X si bloccò
l’opera, ma il piano di lavoro risultava talmente efficiente che non fu mai
dimenticato. Di queste tecniche venne a conoscenza la famiglia Torlonia proprietaria
dei territori fucensi e Alessandro Torlonia decise di usarle per il
prosciugamento del Fucino</span>.<span style="line-height: 115%;"> Ci vollero ingentissime somme, ma i Torlonia avevano grazie al
commercio, alla banca da loro fondata, a matrimoni sagacemente coordinati,
titoli nobiliari acquisiti, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>oculatezza
gestionale, accumulato una fortuna enorme. E Alessandro era un uomo testardo. Rimase
famosa la sua frase: “O io prosciugo il Fucino o il Fucino prosciuga me”. Leonardo
era morto da un pezzo, ma esiste un dettaglio che, oltre alla similitudine
delle tecniche, fa riflettere. Infatti avrebbe poco senso, se non ci fosse
questo legame, trovare ad Avezzano, all’ingresso di Villa Torlonia, sul
soffitto, sopra l’affresco che rappresenta il castello di Celano e il lago del
Fucino, tre ritratti: al centro Alessandro Torlonia, da un lato Giulio Cesare,
dall’altro Leonardo da Vinci, cioè il primo ad aver avuto l’idea di prosciugare
il lago, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il mecenate, colui della cui
tecnica ci si era serviti per riuscire nell’impresa. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;">Detto per inciso i
principi Torlonia, proprietari della più vasta collezione privata di arte al
mondo, hanno posseduto, in un ideale legame con il genio rinascimentale,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una delle migliori copie della Monnalisa,
attribuita a Berardino Luini, contemporaneo di Leonardo. Nel 1892 Giovanni
Torlonia l’ha donata allo Stato italiano, e ora è esposta nella Sala Aldo Moro
di Montecitorio. Una continuità leonardiana, virtuale ma suggestiva è data dal
Codice o manoscritto Lauri. La famiglia Lauri di Pescara conserva uno dei tre
apografi del Trattato della Pittura di Leonardo da Vinci, realizzato anch’esso
su carta di Celano, come suggerirebbe la filigrana della carta, unica in tutto
il manoscritto che, in controluce, riporta lo stemma della città marsicana. Il
Codice venne compilato da Francesco Melzi, figlio del<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>conte palatino Girolamo, capitano della
milizia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>milanese. Francesco era uno degli
allievi prediletti di Leonardo che lasciò Francesco<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>erede “di tutti et ciascheduno li libri de
edicto testatore ha de presente et altri strumenti et portracti circa l’arte
sua et industria de pictori”. Si ritiene che il Melzi avesse concordato con il
Maestro di riunire in un unico manoscritto (il codice urbinate 1270 della
Biblioteca Apostolica Vaticana) il cosiddetto Trattato di pittura, un<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>insieme di scritti e pensieri sparsi,
annotazioni, teorie. A sostegno della teoria che l’opera fosse conclusa o quasi
nel 1498 non ci sono prove. Mentre di sicuro questa venne realizzata circa 20
anni dopo la morte di Leonardo. In seguito fu da Francesco donato a suo figlio
Orazio, il primo di otto figli. Il viaggio alla scoperta delle tracce di
Leonardo in Abruzzo è quanto mai affascinante. E potrebbe essere arricchito da
ritrovamenti d’archivio non solo presenti in Abruzzo ma in Toscana, nel
milanese e altrove, come la Francia, dove Leonardo soggiornò e morì nel 1519.
Un viaggio nel viaggio che Leonardo ha intrapreso e che prosegue testardamente
come la sua fama che scavalca i secoli.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="line-height: 115%;"><span><span style="font-size: x-large;">Gabriella Izzi Benedetti</span></span></span></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-47220742517721037502024-03-15T10:33:00.000-07:002024-03-15T10:37:15.880-07:00LA TRANSUMANZA ABRUZZESE ERA LA PIU' IMPORTANTE IN EUROPA<span style="font-size: medium;">Si è tenuta lunedì 11 marzo a Villa Celimontana a Roma, presso la Società Geografica Italiana (SGI), la Giornata di Studio </span><i style="font-size: large;"><b>I “mondi” delle transumanze, patrimonio vivente in cammino. Tradizioni. Pratiche. Innovazioni</b></i><span style="font-size: medium;">, promossa dalla Federazione Italiana dei Club per l’Unesco (FICLU) e dalla stessa SGI. </span><br /><span style="font-size: medium;">In apertura è stato sottolineato la necessità di restituire alla pratica della transumanza un ruolo economico, sottraendola all’aspetto folkloristico e facendone un orizzonte di vivibilità. </span><br /><span style="font-size: medium;">L’intensa giornata di studio è proseguita con tre sessioni dedicate alle pratiche della transumanza dell’Italia settentrionale, centrale e del Sud e delle isole, a cura dei fiduciari regionali della SGI e dei membri dei club aderenti alla FICLU. </span><br /><i style="font-size: large;"><b>Per il Club Unesco di Vasto, presieduto da Bianca Campli, ha partecipato la prof.ssa Gabriella Izzi Benedetti con una dettagliata relazione sulla transumanza in Abruzzo. <br /></b><br /></i><div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZNEFaKn7J2akqWZggjH3MtnngtV-x8AKEpVjuzWdqnwx3TGLmEg1PVvbn6WhTIzxAIanHEQUT5L1v0d7Dwb_SuSn6wBw6aY2D599Rt5MeiTBb76umEcppIo4iRIXphHKhBCLd-T7agn3dg1S8gLdPBX0_a7X85n6amH9QRp4PtwynA7c0AT-uh_lP2Ytc/s1200/b073583c-e6b5-48f9-8c40-06d17e36bc7f.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="370" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZNEFaKn7J2akqWZggjH3MtnngtV-x8AKEpVjuzWdqnwx3TGLmEg1PVvbn6WhTIzxAIanHEQUT5L1v0d7Dwb_SuSn6wBw6aY2D599Rt5MeiTBb76umEcppIo4iRIXphHKhBCLd-T7agn3dg1S8gLdPBX0_a7X85n6amH9QRp4PtwynA7c0AT-uh_lP2Ytc/w658-h370/b073583c-e6b5-48f9-8c40-06d17e36bc7f.jpg" width="658" /></a></div><br /> <br /><br /> <br /><br /><span style="font-size: large;"><b>I TRATTURI E LA TRANSUMANZA </b></span><div><span style="font-size: medium;">DI GABRIELLA IZZI BENEDETTI </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">I camminamenti, l’incrocio tra vie hanno da sempre prodotto fusione fra culture e popoli. Questa realtà da tempi preistorici concerne anche i tratturi la cui origine è datata intorno a 10.000 anni fa. Sono vie di transito che, con un sistema reticolare, spostando masse di greggi dalla montagna alla pianura e viceversa, oltre alla migrazione hanno favorito lo smercio, il baratto, creato scambio di saperi. <span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9djX4edPBJqtNmDOhYE51SW0cpdh3ZAj1QAVLN78mYQU7RW6FC3XlK8fmpHVFKE2bvfW0nixyXMhgyzgAgEal1NRqTWjondnGoTk5jk8_x6VJrDe4MBWzqtbN3Du-NnMNzdPLIYoFcApyy84qxaXTphIbwZaKHHNa7xoGqIcp3DMK2xxo2piToMMVjajp/s1024/1000042519-731x1024.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="731" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9djX4edPBJqtNmDOhYE51SW0cpdh3ZAj1QAVLN78mYQU7RW6FC3XlK8fmpHVFKE2bvfW0nixyXMhgyzgAgEal1NRqTWjondnGoTk5jk8_x6VJrDe4MBWzqtbN3Du-NnMNzdPLIYoFcApyy84qxaXTphIbwZaKHHNa7xoGqIcp3DMK2xxo2piToMMVjajp/w285-h400/1000042519-731x1024.jpg" width="285" /></a></div><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">L’Abruzzo possiede tracce antichissime del fenomeno, sicuramente dal VI millennio. Testimonianze sono reperibili nella valle Subequana e a Civitaretenga. Le direttrici tratturali erano spesso fortificate; se ne trovano di simili nei camminamenti dei Sanniti e in quelle dei Sabelli. Nel museo civico di Sulmona un interessante bassorilievo documenta scene dell’attività pastorale durante il trasferimento delle greggi. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Per millenni la transumanza è stata libera da imposte, poi i romani le introdussero, creando conflitti anche perché il mondo pastorale ha avuto, da sempre, carattere fortemente devozionale. Ecco perché è calzante l’osservazione di Goethe: “L’Europa, è nata peregrinando e la sua lingua è il Cristianesimo” peregrinare nel senso di spostarsi, viaggiare. Goethe nell’indicare il Cristianesimo come lingua comune e unificante, si riferisce a più recenti cronologie; ma il senso del sacro già in età classica, ellenica, preromana e romana è stato un fattore di continuità tra il viaggio, in specie transumante e la sacralità. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">L’Antico e il Nuovo Testamento, attraverso i Re pastori, coniugano l’aspetto autorevole e il devozionale. Il pastore è colui che guida, che salva. In Abruzzo i percorsi tuttora esistenti, per quanto minimi, rivelano lo stretto legame tra viabilità storica e religiosa. Presso Scanno scavi archeologici hanno evidenziato resti di un tempio sacro a Giove Lanario; e Scanno è sulla direttrice del Tratturo Regio. La pratica di fede che accompagnava la lunga marcia delle greggi, trovava nelle strutture religiose una rete protettiva. Lungo i percorsi chiese e cappelle cristiane vennero edificate su ruderi di quelle romane e preromane. La pieve di santa Maria a Cintorelli, a Caporciano, a ridosso del Tratturo, mostra residui di attività del mondo pastorale arcaico. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">In particolare furono fondamentali le strutture benedettine poste lungo il cammino transumante, e per la prima volta troviamo annessi ai conventi luoghi di ospitalità e cura; questo perché i Benedettini furono i primi, seguendo la regola ora et labora che Benedetto da Norcia dettò nel 542, a vivere non solo di preghiera. Divennero fra l’altro medici e infermieri. In Abruzzo la realtà benedettina fu floridissima: circa 300 strutture. In zona Sangro la badia di Santa Maria di Cinquemiglia era dotata di un Hospitale per i viandanti. In modo particolare la devozione era rivolta alla Madonna dell’Incoronata e all’arcangelo Michele. </span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheGRDsSfQl_VPuPjw-Y4_Gult5Y2xGVnBh9km9-bM5_w-PlqmNj5M3VsBNasGGIQFtU6r7jhqJaDVeO_nA9ttaXU3ub5I4XwtrQCPYGAmXBAq1GYwABKCylKTtZDrXNCgj1skECue8FFiriAOQhSdvy6OaWzlOM6mJiStIDGJPgAoau_OFMP9SaP7MCvGJ/s1200/5ddef089-9a7d-4424-bd9a-0ae0e3942632.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="696" data-original-width="1200" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheGRDsSfQl_VPuPjw-Y4_Gult5Y2xGVnBh9km9-bM5_w-PlqmNj5M3VsBNasGGIQFtU6r7jhqJaDVeO_nA9ttaXU3ub5I4XwtrQCPYGAmXBAq1GYwABKCylKTtZDrXNCgj1skECue8FFiriAOQhSdvy6OaWzlOM6mJiStIDGJPgAoau_OFMP9SaP7MCvGJ/w400-h233/5ddef089-9a7d-4424-bd9a-0ae0e3942632.jpg" width="400" /></span></a></div><span style="font-size: medium;">A Vasto troviamo sull’antico tragitto il Convento dell’Incoronata, San Lorenzo e Sant’Antonio abate. Benedetto Croce parla di un poeta pastore abruzzese, Cesidio Gentile, cultore del rito mariano, che inventò un patto di gemellaggio fra Pescasseroli e Foggia, paesi collegati da un tratturo Regio o Magno, come quello, che dall’Aquila raggiungeva Foggia. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">I Tratturi Regi erano enormi, larghi 111 metri e 11 cm esatti; non si conosce il motivo di questa metratura, se riferita all’astronomia o a un calcolo di sfericità terrestre. Se si pensa che una nostra autostrada di 4 corsie non supera i 12 metri, possiamo immaginare la differenza. I tratturi più piccoli, tratturelli o bracci, confluivano in quelli maggiori, o facevano defluire le greggi verso altre zone; quindi formavano una rete gigantesca. Lungo il percorso transumante i “Riposi”, luoghi di sosta, collocati in genere vicino a un fiume, davano modo ai pastori di dedicarsi alla trasformazione del prodotto caseario, della lana, allo scambio di prodotti come zafferano, o i prodotti delle cartiere. Dalle zone vicine convenivano gli abitanti; sul sagrato della chiesa si svolgevano sagre, fiere, e questa aggregazione creava alla fine agglomerati urbani. Ne è esempio la fondazione dell’Aquila che porta un cambio di passo nella logistica non solo locale. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;"><b>La depurazione, filatura e tessitura delle lane raggiunsero ne l’Aquila un grado di tale perfezione attraverso telai così particolari che la loro fama indusse Leonardo Da Vinci, tra il 1498 e il 1501, ad avventurarsi negli Abruzzi con un mercante di stoffe suo amico, il milanese Paolo Trivulzio, che scendeva spesso in Abruzzo per la lana aquilana, la più pregiata sul mercato. I telai aquilani erano all’avanguardia nella tecnica; tecnica di cui Leonardo si appropriò immediatamente e realizzò per i tessitori del luogo dei disegni.</b></span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;"> Quindi abbiamo delle coperte abruzzesi realizzate secondo il disegno di Leonardo. Uno di essi è conservato presso il <b>castello di Windsor</b>. E presso la “Royal Collection” esistono suoi bozzetti raffiguranti Sulmona, il Morrone, la Majella, gli alti picchi del Gran Sasso, tutti su carta di Celano, cartiera tra le più importanti in Italia. Poi qualcosa cambiò. Alfonso d’Aragona nel 1447 decise di riorganizzare la Dogana delle pecore in Puglia e fece convergere tutti gli armamentari, le attrezzature, a Foggia, penalizzando le fiere dell’Aquila, Castel di Sangro e abruzzesi in genere. Si salvò quella di Lanciano in quanto unica fiera franca, cioè libera, della regione, e lì vennero a convergere in tantissimi non solo italiani attratti dalla fama della lana abruzzese. Dalla Toscana arrivavano le grandi famiglie fiorentine come i Biffi, gli Strozzi, i Tornaquinci e si avvantaggiavano di percorsi alternativi, le cosiddette vie della lana. In Abruzzo molto importante quella che da Guardiagrele arrivava a Prato. Guardiagrele era luogo di convergenza di prodotti lanari; e dimostra come i camminamenti interregionali producessero pluralità di relazioni. Per dire, Nicola da Guardiagrele scultore e orafo, (la sua Croce in argento è tra le più belle in assoluto), si formò nella bottega del toscano Lorenzo Ghiberti. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">L’enorme intrico di strade intersecanti l’intera Europa potrebbero raccontarci molto di più della evoluzione da esse generate. Tra le direttrici più importanti la via francigena che dalla Scozia raggiungeva le Puglie zona d’imbarco dei crociati. La via che da Monte Sant’Angelo nel Gargano, attraversa l’Italia, si prolunga fino a Mont Saint Michel in Francia e oltre. Soprattutto per i tratturi risulta importante la via degli Abruzzi che da Firenze arrivava a Napoli, incrociando Spoleto, l’Aquila, Sulmona, Castel di Sangro, giudicata tra le più sicure per la ricchezza di castelli e torri di avvistamento abruzzesi. In alcuni tratti viari come avviene per la via Traiana, è evidente l‘ intreccio tratturo e strada, il sovrapporsi. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;"><b>La transumanza abruzzese che, non dimentichiamo, era la più importante in Europa seconda solo alla Spagna,</b> si collegava ad altre regioni. Dalla maremma, da Siena, i tratturi si congiungevano agli umbri. Il termine Paschi vuol dire pascoli e il Magistrato dei Paschi in Siena aveva un grande potere perché come avveniva all’Aquila, a Foggia la transumanza era fondata sul meccanismo doganale; attraverso un atto di “fida”, con diritti e privilegi in cambio del versamento di un canone, i pastori erano soggetti a “giustizia speciale”. Dall’Umbria poi i tratturelli raggiungevano Marche e Abruzzo e tutto questo ha influito sull’ambiente, sicché molto di quello che oggi siamo lo dobbiamo a questo incrocio di saperi .</span></div><div><span><br /><span style="font-size: medium;">Oggi le vie erbose, bersaglio di speculazioni, risultano smembrate e snaturate. É auspicabile l’accelerazione di iniziative intersettoriali, come il restauro dei monumenti in degrado, la costruzione di infrastrutture viarie e turistiche. Queste zone, grazie alla loro storia, hanno dato origine a una biodiversità ricchissima, per flora e fauna; e ci auguriamo che vengano istituiti seminari e incentivi per la ricerca. La mia proposta è promuovere un turismo ambientale e culturale attraverso l’osservazione leonardesca della natura e delle attività legate al mondo agricolo e pastorale. Recuperare idealmente il percorso della via degli Abruzzi associando allo sguardo scientifico sulla odierna diversità quello etico ed estetico espresso nel “Trattato della natura” di Leonardo. Far partire percorsi museali e ambientali diffusi e approfondire lo studio della biodiversità e dell’ecosistema che accomunano le regioni centrali. Curiosamente queste regioni, in specie Toscana, Umbria Abruzzo sono accomunate da un forma di eccellenza riferita alla drammaturgia sacra medievale, che raggiunse forme grandiose specie in Abruzzo e Toscana. In Umbria si affermò la Lauda. Nel Medioevo il teatro era solo sacro, il resto era opera di guitti e saltimbanchi. Potrebbe essere in seguito questa una nuova proposta culturale. Per il momento ci auguriamo che la vocazione di eccellenza che è stata la realtà transumante in Abruzzo sia fatta risorgere con concreti contesti di investimenti in beni e servizi. </span><br /><br /><span style="font-size: large;">Gabriella Izzi Benedetti</span></span></div><div><span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHL4xnVsdsvTVlMkp5ff2uI1CS58EysP8vKGp2EbZ7AEIxYtFBe98AUQZht9JsPCaS2SYjpatpWqTmlNkaKKuZCer58YlOntZCmNZ2IYWdYqCOIkZ5ES9QhaYY0Y3PTXui8kG6BthD6_tQIiIqa4HFgZIQApfMSwdBTO_lY_fY-ghayLxoU05vW2WbWP9T/s1200/5ddef089-9a7d-4424-bd9a-0ae0e3942632.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="696" data-original-width="1200" height="372" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHL4xnVsdsvTVlMkp5ff2uI1CS58EysP8vKGp2EbZ7AEIxYtFBe98AUQZht9JsPCaS2SYjpatpWqTmlNkaKKuZCer58YlOntZCmNZ2IYWdYqCOIkZ5ES9QhaYY0Y3PTXui8kG6BthD6_tQIiIqa4HFgZIQApfMSwdBTO_lY_fY-ghayLxoU05vW2WbWP9T/w640-h372/5ddef089-9a7d-4424-bd9a-0ae0e3942632.jpg" width="640" /></a></div><br /><span style="font-size: large;"><br /></span><br /> <br /></span><br /></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-83439569531268951492023-12-11T08:37:00.000-08:002024-03-15T10:35:01.737-07:00Errata corrige<p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-size: medium;">Nota della presidente prof. Gabriella Izzi Benedetti</span></span></b></p><p align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-size: x-large;">Errata corrige</span></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%; text-align: justify;"><b>Sono
passati più di vent’anni</b></span><span style="line-height: 115%; text-align: justify;"><b>
e gira tuttora una fake news che attribuisce allo storico Luigi Marchesani una condotta discutibile, a favore
dei grandi proprietari contro i diritti dei contadini e del Comune; ponendo un
vastese prodigatosi al massimo per la
sua città nel tentativo di migliorarla e migliorare il tenore di vita della
povera gente, in una luce negativa.</b> </span><span style="line-height: 115%; text-align: justify;">G</span><span style="line-height: 115%; text-align: justify;">iorni fa ho dovuto contraddire
nuovamente questa boutade sul coinvolgimento del Marchesani durante la riunione
decurionale del 6 gennaio 1851 per impedire, sì proprio impedire, un blitz
insomma, al sindaco di presenziare all’assemblea che dibatteva su questioni
inerenti i diritti sui territori del demanio comunale di Vasto. I grandi
proprietari, in assenza del sindaco, decisero a proprio vantaggio. La legge
sulla eversione della feudalità decisa nel 1806 da Giuseppe Napoleone, allora
re di Napoli, è storia complessa , che ha dato origine a molte controversie.<span style="color: red;"> <span></span></span></span></span></p><a name='more'></a><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%; text-align: justify;"> </span></span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%; text-align: justify;">Come siamo
arrivati all’errore di cui sopra: tutto parte dalla conclusione a cui è giunto
l’architetto Dell’Olio per via di un manoscritto esistente presso l’Archivio
comunale di Vasto: <i>Carte esistenti nello
Archivio vecchio del Comune del Vasto. Memorie catastali. Territori del Vasto
ecc..dalle riunioni decurionali durante
il mandato del sindaco Pietro Muzi</i>.
Il Dell’Olio legge che il 6 gennaio ’51, la riunione decurionale, avendo
in detta riunione, e dunque in nessun altra,
secondo lui, “<i>impedito</i>”al
sindaco di presenziare alla stessa (</span><span style="text-align: justify;">Cfr.
M. Dall’Olio, </span><i style="text-align: justify;">Giano Bifronte. Storia e
storiografia nelle contese feudali e demaniali: il caso di Vasto</i><span style="text-align: justify;">, Vasto
2002. disponibile solo in edizione ms. nota L. Murolo citando il testo in </span><i style="text-align: justify;">Dalle stanze del tempo, </i><span style="text-align: justify;">Il Torcoliere,
Vasto, 2003, p.15) </span><span style="line-height: 115%; text-align: justify;">approva una
delibera a favore dei grandi proprietari, contro la volontà del sindaco. Lo
storico Luigi Murolo sposa la tesi del Dell’Olio, così fiducioso da non fare
ulteriori indagini, e si pone nel contempo un interrogativo sull’atteggiamento
tenuto nell’occasione da Luigi Marchesani che, in qualità di decurione, era
presente. Scrive “ <i>… la seduta del Consiglio decurionale di Vasto
del 6 gennaio 1851 – presente in qualità di decurione il medico e storico Luigi
Marchesani (ma non il Sindaco che viene fisicamente “impedito” ad assolvere la
funzione di presidenza) – giungerà, sulla base del recitativo feudistico del
dottor fisico, a votare contro il primo cittadino – il giureconsulto Pietro
Muzii – sostenendo argomenti conducenti alle seguenti conclusioni: “ […] tanto
il Signor Sindaco, quanto il prelodato consiglio (d’Intendenza) suppongono
demaniale del Comune l’intero Agro di Vasto sul solo appoggio di una
presunzione di diritto. La demanialità universale di Vasto (è) uno slancio
d’immaginazione ….” . [ …] il decurionato dichiara che le terre a questo comune
redditizie sono di natura ex – feudale</i>” (</span><span style="text-align: justify;">Dalle stanze ecc p. 15</span><span style="line-height: 115%; text-align: justify;">) . Intanto non saprei in cosa
consista il “<i>recitativo feudistico</i>” del Marchesani e come abbia orientato gli
animi. La posizione antifeudale del Marchesani è ben espressa in più punti
della Storia, tra essi: “ <i>Negarono i
vastesi nel 1386, voler essere vassalli di altri fuorché immediatamente della
regina, imperò sostennero inflessibilmente devastazioni e danni” “ Stolto
consiglio mosse la regia nostra terra, a chieder protezione avverso le rivolte
da Giacomo (Caldora) il quale penetrato
appena dentro il recinto di Vasto,… spiegò il carattere non di difensore ma di
padrone” … “Nel 1729 Cesare Michelangelo morì senza eredi … Tosto nuove istanze
la Città avanzò, onde rientrare nel tanto sospirato demanio; ma gli esorbitanti
debiti lasciati dallo splendido Michelangelo gittarono Vasto in assai più umiliante condizione, cioè
di sequestro” “Grave era il peso del feudal regimine; molte pagine occupa il
nudo indice de’ diritti baronali; tra essi con ribrezzo ne leggiamo di
odiosissimi … Il memorando giorno 2 di Agosto del 1806 abolì d’un tratto la
feudalità con tutte le sue attribuzioni e rialzò alla immediata dignitosa
dipendenza dal Sovrano e da un sol corpo di leggi le città le terre e i
castelli tutti della penisola di qua dal Faro”. (</i></span><i style="text-align: justify;"> Storia di Vasto, Il Nuovo, 4a ed. 2003, pp.
27- 32</i><i style="text-align: justify;"><span style="line-height: 115%;">)</span></i><span style="line-height: 115%; text-align: justify;"> La
Storia del Marchesani si basa sulla oggettività dei fatti e dei dati. Non è Storia
di opinioni. Semmai deduce e quando ha dei dubbi pone quesiti su cui
dibattere. Spiega chiaramente :“ <i>… il mio progetto è il riunire i fatti, più
che giudicarl</i>i””(</span><span style="text-align: justify;"> p 19</span><span style="line-height: 115%; text-align: justify;">) Se il Dell’Olio avesse voluto approfondire la dinamica dei fatti,
avrebbe chiesto (come ho reputato giusto fare, venuta a conoscenza della
questione) il registro di tutte le riunioni del Consiglio decurionale, venendo
a scoprire che Pietro Muzi non ha mai, nemmeno una volta presenziato alle
riunioni decurionali, dall’agosto del 1849 al marzo del 1851 ( ma dopo gennaio
non mi pare ci siano state riunioni), cioè per tutto il tempo del mandato; e in tutti i verbali si reitera la formula “<i>pel sindaco impedito, il secondo degli
eletti, Vincenzo Marchesani</i>” ( </span><span style="text-align: justify;"> </span><i style="text-align: justify;">Ms:
riunioni decurional<b>i </b>in Vasto,
durante il mandato del sindaco Pietro Muzi .</i><span style="text-align: justify;"> Archivio comunale di Vasto)</span><span style="line-height: 115%; text-align: justify;">. E dunque il termine “<i>impedito</i>” non si configura, con buona
pace della tesi di Dell’Olio, come una costrizione operata nei riguardi del
Sindaco, ma la libera scelta di questi a non presenziare, mai. Il termine “<i>impedito</i>”, ripetuto 30 volte indica una
decisione programmata. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyTxZPVvct_T5BFq-j5hrvHdsX4D3W55pa7eLGa3Mx4eOcSzKnUlvr_5ET42FSN2y0IWjsGfeu9IbJmM94SCSkmsqJXAh_GGCFNVaKOGmrWbhVi83_n3-th0G9F-XJdZoTS7kDJlCpAnl2YlAVYc4O6ZOA0PfFp1DtQNODum_R7zWcqr_vdgWPRrONim3K/s379/sindaco%20a.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="188" data-original-width="379" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyTxZPVvct_T5BFq-j5hrvHdsX4D3W55pa7eLGa3Mx4eOcSzKnUlvr_5ET42FSN2y0IWjsGfeu9IbJmM94SCSkmsqJXAh_GGCFNVaKOGmrWbhVi83_n3-th0G9F-XJdZoTS7kDJlCpAnl2YlAVYc4O6ZOA0PfFp1DtQNODum_R7zWcqr_vdgWPRrONim3K/w640-h318/sindaco%20a.jpg" width="640" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMa0zY96eHEj4JKoudS8N5zNQi_r8HImp4DkUxmZ-QliTkZk9kZ_zbPbodcQQ9GlnDAW1U5WI8cJESfuSZkEE_W0cR1Ab4e2-QC4zEtUcHLRDlm5cdDOEg1aoO8OQWFGWdlrfnWijFxq5XabSeRoOQZ9jJwVX_EdBHfQHv8jwL6f_dg6Otslrgp0nDLYaf/s587/sindaco%20b.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="141" data-original-width="587" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMa0zY96eHEj4JKoudS8N5zNQi_r8HImp4DkUxmZ-QliTkZk9kZ_zbPbodcQQ9GlnDAW1U5WI8cJESfuSZkEE_W0cR1Ab4e2-QC4zEtUcHLRDlm5cdDOEg1aoO8OQWFGWdlrfnWijFxq5XabSeRoOQZ9jJwVX_EdBHfQHv8jwL6f_dg6Otslrgp0nDLYaf/w640-h154/sindaco%20b.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSeGEv4j1sR0OxlpTjQnXaVC73yCjtr4L7f6zqGoK9b4WC4ixJgnAgXy12RKsL4SHUaetMpWtvAVV7qkGun07JeMr4Srv-uy8ZdhmFj6ZLdSllyAUrT6EocZd_9uVH4zDEC05ZryDLlUQ9haKVftKKVSoqfbk-UFh-zrFnmYbgJOYoE3jTD3xQxKpcxEJx/s512/sindacoa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="164" data-original-width="512" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSeGEv4j1sR0OxlpTjQnXaVC73yCjtr4L7f6zqGoK9b4WC4ixJgnAgXy12RKsL4SHUaetMpWtvAVV7qkGun07JeMr4Srv-uy8ZdhmFj6ZLdSllyAUrT6EocZd_9uVH4zDEC05ZryDLlUQ9haKVftKKVSoqfbk-UFh-zrFnmYbgJOYoE3jTD3xQxKpcxEJx/w640-h206/sindacoa.jpg" width="640" /></a></div></span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;">La faccenda
quindi cambia aspetto. E ci si chiede anche come mai, almeno in quella occasione
non abbia partecipato; essendo una diatriba annosa, protraendosi almeno dal
1838. A fine agosto e primi di settembre 1850 il Muzj aveva chiesto di
rimettere il mandato per sopraggiunti motivi di salute, questo potrebbe
spiegare le assenze finali; ma c’è un anno pieno di assenze che non riguardano
problemi fisici; e dunque è stata una scelta a priori. La responsabile
dell’archivio, Renata D’Ardes, mi realizzò copia delle riunioni, dal luglio
1849 al gennaio 1851. Su 31 riunioni (ma la prima appartiene al altra gestione)
30 hanno la dicitura “ <b><i>pel sindaco impedito</i></b> ecc …”. Telefonai
al Murolo per metterlo al corrente; e dalle mie copie lui ne trasse di sue.
Avrei gradito un errata corrige, ma per quanto ne so, niente è stato fatto. E
allora qualcuno deve farlo. Riguardo poi a coloro che si opposero al volere del
Sindaco durante il Consiglio del 6 gennaio 1851, i nomi sono citati dallo
stesso Muzj in una <i>Denunzia fatta da D.
Pietro Muzi nel 1851</i> e indirizzata all’Intendenza di Stato e al Ministro
degli Affari interni, il 16 gennaio 1851( </span><i style="font-size: large; text-align: justify;">Carte esistenti nello Archivio vecchio del Comune del Vasto. Memorie
catastali. Territori del Vasto ecc..dalle riunioni decurionali durante il mandato del sindaco
Pietro Muzi</i><span style="font-size: large; text-align: justify;">.). </span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;">In essa egli
elenca nomi di grandi proprietari contrari alla proposta: <i> D. Vito Sabelli… D: Giuseppantonio Rulli… D. Filippo Ricci ….D.Salvatore
Palmieri … D.Giovanni Codagnone … D.Luigi Laccetti … D. Francesco Filoteo
Spataro … D. Mattia de Pompeis … D. Ciriaco
Cancelliere “ed altri decurioni che si trovano nella stessa situazione (</i>cioè
con grandi proprietà n.d.a. <i>). Mal è
difeso il Comune da un Decurionato composto di gente simil fatta … Il solo
Sindaco e pochi Decurioni, animati dal bene pubblico, sono intenti a sostenere
i diritti del Comune, ma si veggono dalla maggioranza contraddetti, ed avviliti
dalla inimicizia di coloro, e dalle millanterie degli altri, che loro
rimproverano di non restargli altro che la sola inimicizia di essi prepotenti
proprietari …”. </i>Cosa interessava al Marchesani difendere una categoria che
non gli apparteneva? Non erano grandi
proprietari i Marchesani, vivevano della loro professione, il padre
Francescantonio notaio, lo zio Nicola
giudice, i fratelli Vincenzo e Aniceto notai, Roberto medico, Pompeo e
Alfonso sacerdoti. E poi, dov’è scritto che la difese? Che ci sia stato un
dibattito si può evincere dalla nota di Filippo Ricci, posta accanto alla sua
firma, e cioè che sulla natura delle terre, se ex-feudali o comunali, è da
riportarsi al Consiglio d’Intendenza che
esaminerà i titoli ed emetterà “la sua
decisione nella saggezza sua”. Di quanto detto nel corso della deliberazione
non conosciamo la dinamica. Se i grandi proprietari erano la maggioranza, la
votazione fu facilmente a loro favore. Nella denuncia di Pietro Muzi, del
Marchesani non si fa cenno, ma nemmeno nei verbali. E dunque cosa sappiamo del
suo atteggiamento? Fu tra quelli che difese il Sindaco? Si astenne? Luigi Marchesani era molto amico del Sindaco,
avevano lottato insieme per realizzare molti progetti; era anche molto amico del
Ricci, dei Cardone, dei Genova, grandi proprietari. E allora forse entrò nella
discussione in maniera non particolarmente incisiva? Chi può dirlo? Ipotesi per
ipotesi non può essere che, essendo il
Ricci amico ed estimatore del Marchesani, non si sia alla fine lasciato
condurre da lui a più miti consigli, rimettendo
la decisione al Consiglio d’Intendenza che esaminerà i titoli ed
emetterà “la sua decisione nella
saggezza sua”</span><span style="font-size: large; text-align: justify;"> ( </span><i style="font-size: large; text-align: justify;">Ms; cit</i><span style="font-size: large; text-align: justify;">) </span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;">? Questa frase racconta che la
decisione viene rimessa al Consiglio d’Intendenza. E se ciò è avvenuto è perché
qualcuno avrà fatto riflettere a riguardo. Nella denuncia fatta da Pietro Muzj
questi ha parole piuttosto amare nei riguardi di Filippo Ricci, come colui che
portava i verbali a casa propria per riguardarli. I verbali però sono scritti
in modo da non lasciare spazi per aggiungere dati e soprattutto hanno le firme
dei presenti, consecutive al testo, e pertanto non modificabile. La connivenza del
Marchesani, per aver egli apposto la propria firma al verbale, non regge,
poiché apporre la firma a un verbale testimonia, appunto, la presenza; infatti
tra le firme ce ne sono di stentatissime, persone non aduse alla penna. Anche
costoro si allearono con i grandi proprietari?
E poiché le firme sono le stesse di tutti gli altri verbali, furono
tutti contro? E quelli pro dove sono finiti? Stando ai fatti e non alle
ipotesi, poiché l’esegesi derivata dall’ erronea lettura rischia di collocare
lo storico vastese tra i non demanialisti, vediamo che la biografia del Marchesani
ce lo consegna come chi ha messo tutto se stesso a servizio della comunità. Tra
Ospedale per i poveri, Museo civico, difesa della dignità della donna ed
estimatore delle sua intelligenza, difesa dei carcerati, battaglia per ottenere
dall’amministrazione farmaci costosi come il chinino, lezioni impartite alla
gente perché imparasse a curarsi, ( sono solo pochi esempi), dimostra un senso
di collettività straordinario. Non ci meraviglia che alla sua morte la città
entrò in lutto, i negozi chiusero e alcuni, pur non apparentati, presero il
lutto. La tesi del Murolo che crea un rapporto fra musealismo e demanialismo ha
una sua logica; è evidente l’attenzione verso la città, il territorio, il
dinamismo che ne deriva, lontani dal “<i>peso
feudale</i>” </span><span style="font-size: large; text-align: justify;">(</span><i style="font-size: large; text-align: justify;">Storia, p.19</i><span style="font-size: large; text-align: justify;">)</span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;">
che fece regredire Vasto. </span><span style="font-size: large; text-align: justify;"> </span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;">È certamente un musealista Pietro Muzj, ma il
Marchesani non è da meno, se si pensa che già durante la stesura della Storia,
e dunque nella seconda metà degli anni ’30 si rammarica che non ci sia un Museo
a raccogliere i reperti: “</span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;"> <i>Ci addolora che questi ed altri
oggetti antichi siano andati perduti, poiché non riuniti in un museo</i>”</span><span style="font-size: large; text-align: justify;">
( Storia, p. 37). </span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;">A Napoli era
un frequentatore e socio del’Accademia
Ercolanese, e amava fare scavi; era un appassionato di antichità, tanto che
chiunque a Vasto rinveniva reperti glieli affidava, anche per l’assoluta
fiducia che si riponeva in lui. E questa passione si evidenzia nella Storia, dove
la parte relativa alle antichità è una tale miniera di notizie e valutazioni da
indurre un personaggio del calibro di Teodoro Mommsen a visitare Vasto nel 1846
(e in seguito altri archeologi europei di fama). Il Mommsen scrive nel <i>Corpus incriptionum latinarum (</i></span><span style="font-size: large; text-align: justify;">
vol. IX, Berolini, ap. Reimerum, 1883.)</span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;"> “<i>Il medico Luigi
Marchesani in un libro accurato e completo che pubblicò … inserì le iscrizioni patrie tutte
diligentemente raccolte. Per favore delle stesso Luigi e del fratello io stessi
vidi e descrissi nell’anno 1846 le iscrizioni, che in quell’epoca erano
esposte. …. Anche dopo la prima
edizione di questa raccolta i cittadini vastesi, soprattutto promotore lo
stesso Marchesani, fondarono con pubblico decreto nell’anno 1849 il Museo
civico, affinché queste cose antiche che i concittadini possedevano fossero
collocate in esso. Il suo stesso indice dell’anno 1868, fu pubblicato con il
titolo Esposizione degli oggetti raccolti nel Museo archeologico di Vasto,
edito da marzo 1853 a Giugno 1868, affinché le iscrizioni nel frattempo
raccolte e trasportate nel museo venissero subito alla luce</i>”. Il Mommsen
parla di Luigi e del fratello, e di nessun altro. Avrebbe potuto dire
genericamente “altri” ma non l’ha fatto. E’ suggestivo immaginare questi uomini
parlare fra loro in latino, che all’epoca era lingua viva presso la gente
colta, così come era d’uso il francese. Il Mommsen era un latinista, il
Marchesani scrive le sue prime diagnosi in latino, parlava tranquillamente la
lingua dei nostri padri, ma si difendeva anche in greco antico. Entusiasta
della visita e dell’incontro con lo storico vastese, una volta a Roma il
Mommsen iscrisse questi quale socio corrispondente della prestigiosa Accademia
archeologica romana. Tommasi scrive a riguardo: “ <i>Dettando la Storia, il Marchesani aveva potuto conoscere quanti
monumenti e lapidi erano andati o smarriti o a far parte di altri Musei; e
quanti altri n’esistevano tuttavia che col lasso del tempo avrebbero incontrata
la stessa sorte se non si fosse trovato il modo di preservarli da tale jattura.
Questo timore da lui espresso nella Storia, e ripetuto spesso con una certa
insistenza commosse il patriottismo del Sindaco di quel tempo Pietro di
Francesco Muzj, uomo non meno del Marchesani amante della patria, ferace di
trovati ad attuare idee di non facile soluzione e fermo nei propositi …” (</i></span><span style="font-size: large; text-align: justify;">cit.
p. 63) </span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;">Teniamo presente che il
Tommasi pubblica la biografia a nove anni dalla morte del Marchesani,
consapevole che tutto sarebbe stato messo sotto la lente d’ingrandimento di una
cittadina, attentissima a ogni dettaglio. Alla sollecitazione del Marchesani,
il Muzj rispose reperendo uno spazio adeguato e proponendo il progetto. Del
resto chi altri poteva ufficializzarlo se non il rappresentante delle
istituzioni, cioè il Sindaco? Prosegue il Tommasi “<i> Il Marchesani … scriveva di Pietro Muzj elogi sentiti e meritati e li
scriveva in pagine lui celate. Tra le
altre, in una di queste, dopo aver enumerate le opere da lui Sindaco compiute
nel 1842 scrive “Si belle cose mi farebbero desiderare d’aver tuttora la penna
fra le mani a dettar la Storia di Vasto, per segnare su quelle pagine le utili
opere ed istituzioni pubbliche attuate in questo anno da Pietro Muz</i>j”.
Segue un nutrito elenco di esse tra le quali Scuole pubbliche, Cattedre di
Agricoltura e Veterinaria. Nell’abbinamento
che fa il Murolo, musealismo e demanialismo vanno a braccetto e infatti sia il
Muzj che il Marchesani si impegnano al massimo per la città, e per la gente che
in essa abita. Per esempio nella <i>Storia</i>
leggiamo: <i>“ Urge frattanto il bisogno di più ampia città … ed in particolar modo
quel bisogno preme il basso popolo condannato dalla sorte a vivere in terragne
camere, ove i più bisognosi dormono in compagnia delle loro bestie e fra
l’esalazione del letame … i morbi epidemici … verrebbero quasi del tutto
banditi se l’abitato migliorasse … </i>(p. 14). Questi due uomini del nostro
passato sono stati grandi uomini e meritano rispetto e gratitudine. Onestamente,
c’è qualcuno fra noi, attualmente, che ha fatto per Vasto ciò che hanno fatto
loro? Il Tommasi riferisce un pensiero del Marchesani: “ … <i>egli
meco discorrendo, mi diceva: “Tre cose ho fatto in Vasto di che i cittadini mi
dovrebbero essere grati, l’Ospedale, il Museo, e la mappa degli alloggi” </i>E
aggiunge<i> “Dimenticava la Storia” (
cit. p. 21). </i>Il condizionale usato
da Luigi fa riflettere su quanto, come succede anche a noi, anche lui fosse
conscio della mutevole e smemorata natura umana e come dimenticare è comodo e
quando non si ha più voce e diritto alla replica è facile travisare i fatti,
poiché la gratitudine non è di questo mondo. </span><span style="font-size: large; line-height: 115%; text-align: justify;"> </span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span><span style="font-size: large; line-height: 115%;"><span style="line-height: 115%;"><b>Gabriella Izzi Benedetti</b></span></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-73826282800039734402023-09-28T22:11:00.033-07:002024-03-15T10:35:59.681-07:00 29 Settembre, San Michele e la linea Micaelica che attraversa tutta Europa<b><span style="font-size: medium;">da https://prospettive.art.blog/ </span></b><div><b><span style="font-size: medium;">pubblichiamo un interessante articolo di Elena Tempestini </span></b><i><span style="font-size: medium;"><span>Giornalista storica Fiorentina che ama coniugare i sottili fili che compongono la società da millenni.</span><span> </span></span></i><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJmjh5eHRyVIfKSvcWa-GNS6m0Nku_BqLKQ8krwTiwLEAuO5kpwgZl3KE84-cpTF52QDNuIYten3gLvVEemAGhMynt93RwxDyzfqr_kbS-2bycuzlme-9DVD8JWLxsZr2ENtyd1BOspWUDrgGRFab5eu6DpQkSud4xcRPwrJbaoJMkJD474t65H5sqgFu_/s1217/sm%20img_8472-1.jpg" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: left;"><img alt="" border="0" data-original-height="694" data-original-width="1217" height="378" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJmjh5eHRyVIfKSvcWa-GNS6m0Nku_BqLKQ8krwTiwLEAuO5kpwgZl3KE84-cpTF52QDNuIYten3gLvVEemAGhMynt93RwxDyzfqr_kbS-2bycuzlme-9DVD8JWLxsZr2ENtyd1BOspWUDrgGRFab5eu6DpQkSud4xcRPwrJbaoJMkJD474t65H5sqgFu_/w663-h378/sm%20img_8472-1.jpg" width="663" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;"><i>St. Michael’s Mount , un’isola in Gran Bretagna al largo della Cornovaglia, è gemella della francese Abbazia di Mont Saint- Michel in Francia.</i></span></td></tr></tbody></table><div><p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Oggi 29 settembre è San Michele, l’Arcangelo che simboleggia
metaforicamente con la sua spada, il coraggio e la forza di volontà, colui che
ci insegna a non avere paura del nostro buio interiore, a mantenere il giusto
peso e la giusta misura. San Michele, è riconosciuto da tutte le culture e
rappresentato come guerriero difensore delle forze universali. C’è una potente
“ linea” di energia che si chiama Micaelica, e collega sette luoghi dove sono
stati eretti sette santuari. I Santuari della Linea di San Michele sono:<span></span></span></p><a name='more'></a><span style="font-size: medium;">
Skelling Michael (Irlanda), St. Michael’s Mount ( Gran Bretagna), Mont Saint
Michel ( Francia), La Sacra di San Michele ( Piemonte), Santuario di Monte
Sant’Angelo (Puglia), il Monastero di San Michele (Grecia) e il Monastero di
Monte Carmelo (Israele). Il punto di partenza dell’itinerario è in Irlanda,
dove si trova il Monastero di Skelling Michael. Lo scrittore Bernard Shaw nel
1910 scriveva: “ Un incredibile, impossibile, folle posto che ancora induce
devoti a strisciare in antri bui e a baciare “ pietre di panico” che si gettano
a 700 piedi d’altezza sull’Atlantico”</span><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJRn9Qw7aaY-pYEAlzIn1-nMomK8ziGrgnrQPGwKH3gS_IylkLnlDd9N_mwZnm-_NVfFMKr-V42NOji5ZbSn7aSyy7dyk09m75EAHIivT6NwLdUufhJqrGtg_rmmYNLLa79B8_vKpKMcNPEHGY8Ayr1BOvwl2WqVZ6tsutRh6fR2n37ZTlhpDiGXoZf_L_/s271/sm%20images.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="186" data-original-width="271" height="439" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJRn9Qw7aaY-pYEAlzIn1-nMomK8ziGrgnrQPGwKH3gS_IylkLnlDd9N_mwZnm-_NVfFMKr-V42NOji5ZbSn7aSyy7dyk09m75EAHIivT6NwLdUufhJqrGtg_rmmYNLLa79B8_vKpKMcNPEHGY8Ayr1BOvwl2WqVZ6tsutRh6fR2n37ZTlhpDiGXoZf_L_/w640-h439/sm%20images.jpg" width="640" /></span></a></div><span style="font-size: medium;"><br />.St. Michael’s Mount , un’isola in Gran Bretagna al largo
della Cornovaglia, è gemella della francese Abbazia di Mont Saint- Michel in
Francia. Dopo 1000 km si entra in Italia in Val di Susa, in Piemonte, dove
sorge la Sacra di San Michele, che ispirò Umberto Eco per scrivere il libro “
In Nome della Rosa”. Ad una distanza di altri 1000 km si arriva in Puglia, sul
Gargano dove sorge il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo.
Proseguendo lungo la linea sacra, arriviamo in Grecia, nel Dodecanneso,
all’isola di Simy dove si trova il sesto santuario dedicato all’Arcangelo,
eretto intorno al XII secolo. L’ultimo Santuario della Linea Sacra si trova in
Israele ed è il Santuario Stella Maris sul Monte Carmelo ad Haifa. </span><p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Praticamente
questa linea di energia che si trova sulla nostra terra, era ben conosciuta
dagli antichi Maestri costruttori, esattamente come la Francigena e il Cammino
di Santiago. Forse quello che ci sarebbe da aggiungere, è che la linea tocca
anche il monte Toscano Amiata . Ci sono 2700 pergamene che vanno dal 736 al
1736 D.C. e sono custodite nel fondo preziosissimo di San Salvatore di monte
Amiata, il più antico fondo oggi conservato presso Archivio di Stato di Siena.
A Firenze, presso la Biblioteca Laurenziana, dopo la custodia di mille anni
presso l’Abbazia di Abbadia sull’Amiata, è arrivata il Codex Amiatinus o Bibbia
Amiatina, che è la più antica copia manoscritta conservata integralmente della
Bibbia, nella sua versione latina redatta da san Girolamo, di cui si ritiene
sia anche la copia più fedele, ma realizzata in lingua inglese nel regno di
Inghilterra.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Codex Amiantus, la Bibbia Proveniente da un monastero
benedettino dell’allora regno di Northumbria,a poca distanza dal Vallo voluto
dall’Imperatore Adriano per contrastare i Barbari. La Bibbia fu riprodotta da
Ceolfrid, abate dell’abbazia di Jarrow. Per arrivare sul Monte Amiata in
Toscana ….</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkCweH0DrVMgs8iFkam7xTTUszfNezeKUHqgDSuivygb6-FzO91vSKPbeeNkFGtzMN0NHDONHqkrgFkGfuA0D8HXPd2PoI3meK0fAeZGW0uUBBnsSu7WlXX6B4L-NqZvi6e6CRWcrt5YlixdETvjg5JZTyfgfx35gD-R4MmWkI4WN3VNdD54AoeZS6q5am/s800/sm%20img_8474-1.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="555" data-original-width="800" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkCweH0DrVMgs8iFkam7xTTUszfNezeKUHqgDSuivygb6-FzO91vSKPbeeNkFGtzMN0NHDONHqkrgFkGfuA0D8HXPd2PoI3meK0fAeZGW0uUBBnsSu7WlXX6B4L-NqZvi6e6CRWcrt5YlixdETvjg5JZTyfgfx35gD-R4MmWkI4WN3VNdD54AoeZS6q5am/s320/sm%20img_8474-1.jpg" width="320" /></span></a></div><span style="font-size: medium;"><br /></span><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Tornando al 29 settembre, San Michele con la sua spada deve
simboleggiare la bilancia di tutte le forze che circondano l’ essere vivente, e
che deve equilibrarsi ( bilancia segno zodiacale del mese) . San Michele è la
forza che libera i pensieri dal giogo del cervello e apre il mondo del cuore.
La natura rappresenta il periodo, si equilibra in mezzo alle sue forze
intercambiabili, la primavera che fiorisce e l’autunno che sfiorisce, il
periodo nel quale si veste e celebra la fioritura e il periodo che arrossisce
per denudarsi davanti all’arrivo del vento invernale. Son l’apparenza di due
stati così diversi ma al tempo stesso così uguali, la percezione del respiro
dell’aria fresca profuma di muschio bagnato e prende il posto di quell’aria
arida e secca che sprigionava la polvere, arsa dalla torrida estate.</span></p><p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: medium;">Elena Tempestini </span></b></p><p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: medium;">da https://prospettive.art.blog/</span></b></p></div></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-40259237939152179272023-06-13T08:47:00.003-07:002023-06-13T08:48:42.430-07:00I nostri poeti (3): "Il lirismo nostalgico di Vincenzo Castellano" <p><i>In questa puntata, <span style="text-align: justify;">Vincenzo Castellano giornalista e dirigente dell’Ufficio Ufficiali Giudiziari presso il Tribunale di Vasto.</span></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie5LP_AcQrc2qtjUQ3ro9mG2TJHhit7n1ekFbXEQk8Fz1YlxrbF7KHLBUffActUtWQGlaS_f0YxU5HRYKOY60abCVejvcoRNJw2yDGIHa_GVaK1DcNXGqBRzZ4U7EC80aDzYN45-qdPIPyYQhwtPgpHR1nMCcqdMaJEWXFobOjHC4m7fD53TUvt0dTog/s960/337238162_797936162037589_2693069739432985471_n.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="828" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEie5LP_AcQrc2qtjUQ3ro9mG2TJHhit7n1ekFbXEQk8Fz1YlxrbF7KHLBUffActUtWQGlaS_f0YxU5HRYKOY60abCVejvcoRNJw2yDGIHa_GVaK1DcNXGqBRzZ4U7EC80aDzYN45-qdPIPyYQhwtPgpHR1nMCcqdMaJEWXFobOjHC4m7fD53TUvt0dTog/s320/337238162_797936162037589_2693069739432985471_n.jpg" width="276" /></a></i></div><p></p><p class="MsoFootnoteText"><span style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Il lirismo nostalgico di Vincenzo Castellano</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span>Vincenzo Castellano affida il proprio sentire a un modulo narrativo dove le assonanze, fra rimbalzi e ritorni, creano un ritmo musicale che, se in alcuni passaggi riconduce alla prosodia classica, in realtà è alla ricerca di</span><span> </span><span> </span><span>spaziature del tutto personali, affidate ad accordi lessicali in un continuo rincorrersi; sicché l’intreccio linguistico determina una cadenza oscillante, un fluttuare lento o veloce del verso. Galoppando fra le parole l’autore torna al passato fra “</span><i>schiamazzi di pazzi ragazzi”; </i><span>ripercorre il</span><i> “narrare la vita da fare”</i><span>;<span></span></span></span></p><a name='more'></a><span style="font-size: medium;"> oppure subisce la magia del mare che “<i>t’avvolge, t’inebria, ti esalta, t’infiamma; “t’invita, t’accoglie e ti porta a mezz’aria</i><span>”. Oppure si trova “</span><i>a pregare, sperare, sognare un ritorno al passato</i><span>”</span></span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #111100; font-family: "Times New Roman", "serif"; line-height: 20.7px;">Passa dal lirismo a modalità quasi discorsive; eppure, nonostante l’evidente discrasia e qualche convenzionalità espositiva, il contesto non perde di coesione e gradevolezza. Si snoda fra tematiche il cui filo conduttore è la sfera affettiva; che si parli d’amicizia, d’amore, di legami familiari, come nella lirica riferita al padre</span><span style="line-height: 20.7px;"> </span><span style="color: #111100; font-family: "Times New Roman", "serif"; line-height: 20.7px;">; o che si affondi in rimpianti nei quali il sentimento amoroso incontra la precarietà, il senso di fine: “</span><i><span style="line-height: 20.7px;">Son pronto è l’ora di andare./Non mi rassegno,/mi è difficile soggiogare un sogno lontano./ … Non ci sarà più questo mare a narrami di lei .. /lasciatemi stare, il cuore mi duole,/lo so, son qui, è l’ora di andare”.</span></i><span style="line-height: 20.7px;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #111100; font-family: "Times New Roman", "serif"; line-height: 20.7px;">La natura, che sa soprattutto di mare, fa da sfondo; vissuta prevalentemente quale partecipazione amorevole più che descrittiva, diviene tutt’uno con lo stato d’animo dell’autore, s’insinua nel suo vissuto come riferimento e sollecitazione. </span><span style="line-height: 20.7px;">Ma è un legame profondo che investe la sua percepibilità poetica:</span><i><span style="color: #111100; font-family: "Times New Roman", "serif"; line-height: 20.7px;"> “</span></i><i><span style="line-height: 20.7px;">Mi accompagna il gorgoglio dell’onda /che in conflitto coi ciottoli / li rivela come nacchere indisponenti, /sempre pronte a svelare / l’eterno ritorno dei flutti.”<o:p></o:p></span></i></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="line-height: 18.4px;"><span style="font-size: medium;">Una poesia priva di infingimenti retorici, in cui la chiarità del verso ricorda talvolta Montale, ma più evidente è il gusto gozzaniano, pascoliano, in quei toni di “parlato” che costituiscono le basi del linguaggio crepuscolare, quel ripiegamento, quel sofferto crepuscolare che, come onda lunga, dal primo novecento ha suggestionato l’humus poetico di intere generazioni.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="line-height: 18.4px;"><i><span style="font-size: medium;"><b>Gabriella Izzi Benedetti</b></span></i><span style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="line-height: 18.4px;"><i><span style="font-size: medium;"><b><br /></b></span></i></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="line-height: 18.4px;"><span style="font-size: medium;"><b>POESIE DI VINCENZO CASTELLANO</b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: large;"> </span><span style="font-size: large;"> </span><span style="font-size: large;"> </span><span style="font-size: large;"> </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;"><b><span style="color: #101000;">Il </span>Mare </b><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Eterno è il musicar del mare, </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">t' avvolge, t'inebria, ti esalta, t'infiamma;</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;"> stagioni di vite passate </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">trasmigrano pensieri lontani; </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">volti, mani, parole e sguardi </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">s'intrecciano</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">nel caleidoscopico peregrinar della vita;</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">frasi pensieri, sberleffi</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">e rabbiosi momenti </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">son come spruzzi d'acqua</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #1b1b00; font-family: "Times New Roman", "serif";">sbeffeggiati </span><span style="color: #141400; font-family: "Times New Roman", "serif";">dal </span><span style="color: #1c1c00; font-family: "Times New Roman", "serif";">vento</span><span style="color: #fdfd00; font-family: "Times New Roman", "serif";">.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222200; font-family: "Times New Roman", "serif";">Il </span><span style="color: #202000; font-family: "Times New Roman", "serif";">cuore </span><span style="color: #535300; font-family: "Times New Roman", "serif";">è </span><span style="color: #0c0c00; font-family: "Times New Roman", "serif";">in </span><span style="color: #111100; font-family: "Times New Roman", "serif";">tempesta</span><span style="color: #0f0f00; font-family: "Times New Roman", "serif";">, </span><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">è nel cielo e poi, giù lontano dal sole <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">nel crepuscolo della vita che tace. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Eterno è il musicar del mare che aspetta, </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">t'invita, t'accoglie e ti porta a mezz'aria; </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ti svela la vita dolce che si rivela, </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">turbolenta rivive </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;"> nello sbiadir della luce </span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">nell'eterno vagheggiar dell'onde.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="color: #0e0e00; font-family: "Times New Roman", "serif"; line-height: 18.4px;"><o:p><span style="font-size: medium;"><b> </b></span></o:p></span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;"><b>L’orso</b></span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Sei stato il primo maestro,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">eroe sorridente e giocoso,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">omone fecondo di scherzi e risate,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">sempre pronto a combattere l’ira.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Con sorrisi citavi cavilli e lezioni a memoria,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ancora in tal senso riesci,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">perciò mi istruisci.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">In giorni di affronti velati,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">sol la tua voce mi ha rincuorato.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">La vita mi chiede esperienza</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">e da te io vengo a cercarla.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Con voce soffiata</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ti bei di questa evidenza,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">già credevi di esser passato.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Il tuo io non sempre mi è chiaro,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">fatico a seguirti perché sfuggi curioso;</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ripenso alle cose che hai fatto,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ma ringrazio la fonte che sei e sei stato.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Ci hai amato in un modo spesso insensato,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">hai trascinato il destino verso un ideale corretto.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Avremmo voluto più luce per te,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ma la sorte</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">l’ha spenta più volte.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Come orso ferito ti ricordo gemente,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">imbrigliato in un pianto pungente,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ma è stata la vita.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Lì ti ho trovato, forse adottato,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">quel ricordo è ancora tagliente,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">son fiero di te papà, sempre con me.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;"><b>A Nuccio</b></span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Ricordo giornate di sole e schiamazzi di pazzi ragazzi</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">cresciuti a pane e risate;</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ricordo serate, profumi, colori, sogni e peccati.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Ricordo sguardi e sospiri rubati.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">M’inebria il ricordo e rivedo quegli occhi brillare.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Sento ancora quei cuori pulsanti;</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">li rivedo narrare la vita da fare</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">e ancora quei sogni che non avremmo voluto lasciare.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">M’inebria il ricordo e rivedo quegli occhi brillare.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Sento ancora i cuori pulsanti;</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">li rivedo narrare la vita da fare</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">e ancora quei sogni che non avremmo voluto lasciare.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><o:p><span style="font-size: medium;"> </span></o:p></p><p class="MsoNoSpacing"><o:p><span style="font-size: medium;"> </span></o:p><b style="font-size: large;">Serena magia</b></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Sei comparsa come l’aurora dopo un giorno di pioggia;</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ti ho visto d’improvviso illuminar la vita, le giornate,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">i giovanili vagheggi.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Non per tutti è la tua serena magia.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Vivo i tuoi respiri riflessi,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">il mio cuore è sempre a caccia di noi,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">sempre allerta per non cadere</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">nell’umana grettezza.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Ardua è la distanza, pur brevissima dal tuo sorriso,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">perché sei gioia, unguento, rosa e tulipano.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Un turbinio di immensità riflessa</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">mi impone un potente inchino;</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">un brulichio di colori mi rotola intorno</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">viaggiando sull’onda del noi,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">perché con è te che ho scelto la strada del poi.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Abbiam prediletto l’oceano impetuoso del cuore,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">ci siamo sperati e trovati come perle di mare.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Infine, ammirati e gementi siam rimasti reclusi</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">a sostener quell’ode che è parte di noi.</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">Perciò senza temer risposta,</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">per questa vita, nell’altra e per l’eternità immensa:</span></p><p class="MsoNoSpacing"><span style="font-size: medium;">per sempre, sempre, sempre noi.</span><span style="font-size: large; text-align: justify;"> </span><span style="font-size: large; text-align: justify;"> </span></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-35684573195219867762023-06-02T23:15:00.002-07:002023-06-02T23:17:12.954-07:00I nostri poeti (2): Italo Radoccia magistrato poeta e saggista<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOI8JIMhuJRIIAcidekcJ-VXzOFFcg3e2FP7Iua3m1E-unAreO0W1rsG2UFYsikKjhmv8nJdnYyW4xfxV6GeqGsR9yNhdqJUWVyM53dYGsHPA2594pD0XUZMvqyW25hQ3L8-YRyzstXvUoGQcJJiKtTIOLD7hvvk8b1B4sox3y60dxGkN7guxShW0PNQ/s1024/italo-radoccia-106209.large.jpg" style="clear: right; display: inline; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOI8JIMhuJRIIAcidekcJ-VXzOFFcg3e2FP7Iua3m1E-unAreO0W1rsG2UFYsikKjhmv8nJdnYyW4xfxV6GeqGsR9yNhdqJUWVyM53dYGsHPA2594pD0XUZMvqyW25hQ3L8-YRyzstXvUoGQcJJiKtTIOLD7hvvk8b1B4sox3y60dxGkN7guxShW0PNQ/s320/italo-radoccia-106209.large.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dott. Italo Radoccia</td></tr></tbody></table><p><span style="font-size: medium;"><i>Italo Radoccia Magistrato, Poeta
e Saggista</i><b>.</b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><span>Magistrato dal 1997 ha prestato servizio presso la Procura della
Repubblica di Crotone, il Tribunale di </span><span>Chieti, il Tribunale di L’Aquila, il Tribunale di Vasto e attualmente
presso il Tribunale dei Minorenni </span><span>d’Abruzzo. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><span>E’ stato Docente a contratto di materie giuridiche presso
l’Università della Calabria di </span><span>Cosenza e presso l’Università D’Annunzio di Chieti. Collabora con varie
riviste di diritto. E’ autore di testi a carattere giuridico. Ha vinto numerosi
premi</span><span> </span><span>di poesia di livello nazionale e
ha pubblicato due raccolte di versi.</span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><o:p><span style="font-size: medium;"> </span></o:p><span style="font-size: x-large;">A MIO FIGLIO</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Tante certezze, poi dubbi sovrani</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">e di mio padre l’ultima carezza,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">e l’amico perduto e amori vani.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Ma basta un figlio a ricolmare il vuoto?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Mi tormenta il passato e il suo fardello,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">figlio mio, e il senso ancor di questo gioco</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">nel ricordo d’un rapido battello</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">che non conosci e che ormai è partito.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">S’apron davanti a te di anno in anno</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">l’amicizia, l’amor, la giovinezza,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">le illusioni che ancor c’inganneranno</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">e tanti sogni. Ma come il granito</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">copre le insidie della vita ria,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">a cui la tua innocenza non è avvezza,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">sarà tuo padre a lastricar la via.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><o:p><span style="font-size: medium;"> <span></span></span></o:p></p><a name='more'></a><p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: large;">AGHI DI PINO</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Aghi di pino tra voi cerco l’infanzia</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">fugace come la terra dalla mano.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Dalle radici ben salde la speranza</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">di rivederti ancora, amico, contento.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Le grida, gli schiamazzi, i tonfi io sento</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">di una stagione che non ritorna più.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Ma è sempre presente in noi, anche lontano</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">e nulla perisce finché ci sei tu.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><o:p><span style="font-size: large;"> </span></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: large;">GIOVINEZZA</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Nelle interminabili primavere</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">gli intensi baci, gli sguardi felici</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">di un amore invincibile, il piacere</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">di risa fragorose, la certezza</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">di un’amicizia salda alle radici</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">perenni della nostra giovinezza.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Al mattino i garriti di un gabbiano</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">ridestano un rimpianto ormai vano,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">e sei lontana, sola, vulnerabile,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">nessuno più ricorda la fierezza,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">la stagione è la stessa, adesso labile,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">ma il sole splende sulla giovinezza.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">La neve che stancamente si posa</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">sulle tempie, non dice la tristezza,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">e più non canto, soltanto una chiosa</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">a margine di una vita, ed invano</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">ripenso ancora a quel tempo lontano</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">a cavallo della mia giovinezza.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><o:p><span style="font-size: medium;"> </span></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: large;">IL TEMPO</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Il tempo è il pendolo che scocca l’ora,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">la clessidra che scorre sulla fragile</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">sabbia, è il muto orologio che cammina</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">senza voltarsi indietro, inesorabile</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">su binari infiniti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">E’ il quadrante del campanile, in cima</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">a muri scoloriti,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">nell’attimo di un volo</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">d’uccelli sulle tegole</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">d’una città che dorme il sonno debole</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">dell’aurora, che accende il cielo in oro.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Un altro giorno ancora, altri rintocchi</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">a scandire il trascorrere del tempo,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">la notte, il giorno, le stagioni, il senso</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">di un destino beffardo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">Sola certezza è il fondo del tuo sguardo,</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;">immutabile la luce dei tuoi occhi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 0cm;"><o:p><span style="font-size: medium;"> </span></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">La cifra poetica di Italo Radoccia, fortemente evocativa, si
avvale della costruzione musicale del verso, di assonanze e accordi linguistici
per esprimere la gamma di sentimenti che ne forgiano l’ossatura portante. Tra
metafisico e panico, legato a una dimensione poetica tradizionale, in
equilibrio tra formule acquisite e innovazioni personali, s’immerge nella
tangibilità del vissuto di cui coglie le sottili dinamiche, l’eufonia, non
rinunciando a visioni di più ampio respiro, dove la sintesi fra<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>quotidiano e mitico diviene affondo
esistenziale. Oggetto e simbolo, significato e figurazione si uniscono in unica
dimensione. </span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Italo passa dall’inquietudine, dal desiderio epico del
vivere, annullando la finitezza umana, a un bisogno di spazi delimitati dal
caldo buono che sa di quiete, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>calore
familiare,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>amore, amicizia,
pacificazione. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Fra le tematiche ricorrenti, oltre alla nostalgia, lo
scorrere del tempo, “il muto orologio che cammina/senza voltarsi indietro …”,
un panta rei <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che lo distanzia ma non lo
distacca da giovanili sussulti d’amore: “Splendide le tue guance nella
sera/come i frutti sospesi degli aranci….” Ma anche i garriti di un gabbiano
hanno il potere di ridestare “ un rimpianto ormai vano,/e sei lontana, sola,
vulnerabile …” Egli sembra tendere a un’immutabilità che gli sfugge e che cerca
attraverso presenze stabili, la cui forza, come quella di un albero possente
come il pino, lo rassicura. Ed è la fugacità che lo tormenta e lo tenta verso
un domandarsi irrisolto poiché non espresso.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Ogni poeta porta con sé bagagli culturali metabolizzati e
riproposti secondo la propria dinamica mentale, il proprio tipo di sensibilità,
la propria esigenza espressiva. L’ estro poetico di Italo sembra aderire alla
formula crepuscolare, alla sua espressione più idilliaca.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E, nel non allinearsi a moduli <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>d’avanguardia, dimostra l’autenticità di una
scelta, controcorrente, disusata, se si vuole, ma vissuta in consapevole
autonomia. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: large;">Gabriella Izzi Benedetti</span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="mso-spacerun: yes;"><b><span style="font-size: large;"> </span></b></span></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-54233649279920948502023-05-30T12:29:00.003-07:002023-06-02T22:59:30.196-07:00I nostri poeti (1): "La poesia di Magda Rover non può lasciare indifferenti"<p> </p><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><o:p> </o:p>La Società vastese di Storia Patria Luigi
Marchesani non ha un grande numero di iscritti (ed è un peccato), ma gli
iscritti sono di qualità (ed è una bella soddisfazione). Nello scorso dicembre,
il giorno 30, un gruppo di poeti-soci ha recitato i propri versi in una
riunione programmata nella Pinacoteca di Palazzo d’Avalos, dimostrando ottime
capacità. Mi è sembrato che la loro voce dovesse essere diffusa, oltre che
nelle pubblicazioni che ciascuno ha prodotto o produrrà, attraverso il nostro
blog. </p><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-eDhnEXL9bSesbOuRW4ekPgE42dOZtK5a3S7nh4mXWx39oe9rsGaK4hVy3_WkQ1MAG7bAO_HRGWjvoYMs8JaBpdZ3xJPmiIxkKl2_TZQRHmHUjShwbgViFi7zdpCyn1ef_yzWX7iGD4CO80OZdoXamZU91Gh1DFHzFqswMoS-q-4MPW80k-iI1wNF8g/s750/rov.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="536" data-original-width="750" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-eDhnEXL9bSesbOuRW4ekPgE42dOZtK5a3S7nh4mXWx39oe9rsGaK4hVy3_WkQ1MAG7bAO_HRGWjvoYMs8JaBpdZ3xJPmiIxkKl2_TZQRHmHUjShwbgViFi7zdpCyn1ef_yzWX7iGD4CO80OZdoXamZU91Gh1DFHzFqswMoS-q-4MPW80k-iI1wNF8g/w400-h286/rov.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Magda Rover </td></tr></tbody></table></p><div style="text-align: left;">La prima poetessa che propongo è
<b>Magda Rover:</b> nata ad Albona (Pola), vive e opera a Vasto (Ch). È
stata insegnante elementare; scrive poesie per passione. Ha ricevuto molti
premi, tra cui il Premio di Levico Terme, Premio Riva del Garda, Premio
S. Valentino, Premio della Cultura “Omaggio a Gianni Agus”, “Omaggio a
Eugenio Cirese” di Roma, “Gli amici dell’Umbria”, “I Ponti dell’Arte” di
Napoli, “Alberoandronico” di Roma, Premio di Moncalieri (To). Il riconoscimento
più bello lo ha avuto, vincendo il primo premio a Spoleto con una poesia
dedicata all’amato figlio Roberto, deceduto.</div><p></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: left;"><b>La poesia di Magda Rover non
può lasciare indifferenti</b>. <span></span></p><a name='more'></a>L’immersione nel proprio vissuto da cui trae versi
di sofferta, stremata scrittura, come il “<i>silente
tarlo, corrosivo!</i>” della straziante lirica sulle foibe, oppure colmi di
delicate ambientazioni, la porta ad una tensione verbale dove l’intensità della
sofferenza fluisce in una tristezza conchiusa in sé, priva di sfogo, che non
esclude il superamento, la ribellione al male, una sorta di catarsi che
alleggerisce, ricompone, restituisce “il
coraggio di vivere”. E lei torna alle dolcezze degli affetti familiari, alla
speranza del vivere, alla preghiera che le detta versi suggestivi “<i>… vorrei comporre per Te/un canto d’amore/e
chiedo melodie/alla voce del mare/al respiro del vento/al brillio delle stelle/alla
luce del sole.</i>” E ripercorre istanti di felicità con la piccola Valentina.<p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Sono, i suoi, quadri dialogici o
descrittivi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dove intimismo e
comunicazione, rievocazione ed enunciazione si fondono attraverso una scrittura
nitida, rivelatrice di una personalità che ha saputo, attraverso l’arte
poetica, trovare una propria dimensione umana e letteraria, un equilibrio
personale e sociale, attuare un cammino di crescita, di pacificazione, e questo
è proprio degli spiriti dotati di forza morale e interiorità.</p>
<p class="MsoNoSpacing"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNoSpacing"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Nitido il ricordo …<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNoSpacing">Silente tarlo, corrosivo!</p>
<p class="MsoNoSpacing">Nascosto nelle più segrete pieghe dell’anima,</p>
<p class="MsoNoSpacing">nei misteriosi anfratti del cuore,</p>
<p class="MsoNoSpacing">da settant’anni, a intervalli,</p>
<p class="MsoNoSpacing">mi richiami, foiba di Villa Surani*.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Arrivo, finalmente!</p>
<p class="MsoNoSpacing"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNoSpacing">Dolente percorro l’ultimo tratto del sentiero</p>
<p class="MsoNoSpacing">che da te mi separa:</p>
<p class="MsoNoSpacing">accompagno Norma**, mi par di vederla,</p>
<p class="MsoNoSpacing">povero grumo di dolore crocifisso!</p>
<p class="MsoNoSpacing">Ultima della filiera di morte, legati i polsi</p>
<p class="MsoNoSpacing">agli avambracci di chi la precede.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Massacrata com’è, si regge, avanza, incespica,</p>
<p class="MsoNoSpacing">tramortita crolla, inerte la trascinan?</p>
<p class="MsoNoSpacing">E il corteo del branco assassino</p>
<p class="MsoNoSpacing">Sghignazza, deride ancora?</p>
<p class="MsoNoSpacing"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNoSpacing">All’improvviso ti interfaccio, orrido buco nero</p>
<p class="MsoNoSpacing">più nero del segreto che nascondi;</p>
<p class="MsoNoSpacing">irridente orbita vuota o pupilla dilatata sul mistero?</p>
<p class="MsoNoSpacing">Mi respingi e mi attrai: ho paura, una paura folle!</p>
<p class="MsoNoSpacing"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNoSpacing">Poi la commemorazione:</p>
<p class="MsoNoSpacing">la mia poesia urlata agli astanti e</p>
<p class="MsoNoSpacing">al singhiozzo di una tromba lontana…,</p>
<p class="MsoNoSpacing">la preghiera per vittime e carnefici</p>
<p class="MsoNoSpacing">le invocazioni di perdono e pace!</p>
<p class="MsoNoSpacing">È finita ma non so lasciarti…</p>
<p class="MsoNoSpacing">Mi incateni!</p>
<p class="MsoNoSpacing">Qual sortilegio è mai? Malevola, beffarda mi guardi,</p>
<p class="MsoNoSpacing">tenti ghermirmi, fagocitarmi.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Perché? Non capisco, non so…</p>
<p class="MsoNoSpacing">Inatteso l’inconscio aggancia nitido,</p>
<p class="MsoNoSpacing">il ricordo di me bambina</p>
<p class="MsoNoSpacing">con fratellini e madre a te destinati.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Ora comprendo …</p>
<p class="MsoNoSpacing"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNoSpacing">Addio per sempre, non voglio rivederti mai più,</p>
<p class="MsoNoSpacing">foiba di Villa Surani, ignaro, incolpevole strumento</p>
<p class="MsoNoSpacing">della barbarie umana!</p>
<p class="MsoNoSpacing">Alla mia bora, che ancora mi parla in cuore,</p>
<p class="MsoNoSpacing">affido l’invocazione che risuonò un giorno,</p>
<p class="MsoNoSpacing">alla foiba di Gropada:</p>
<p class="MsoNoSpacing">- Padre, perdona loro, non sanno … -</p>
<p class="MsoNoSpacing"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNoSpacing">* Foiba di Villa Surani, presso Antignana (Pola). Il 5
ottobre del 1943 vi furono precipitati, ad opera dei partigiani di Tito, 26
civili istriani che furono riesumati il 10.12.1943</p>
<p class="MsoNoSpacing">** Norma Cossetto, fu razziata, le furono promesse
libertà e mansioni direttive se avesse accettato di collaborare e di aggregarsi
alle imprese dei titini. Rifiutò e fu seviziata da diciassette bruti ed
infoibata con 25 compagni di sventura.</p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p> </o:p></b></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Una rosa bianca<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNoSpacing">Indossavi un prendisole rosa acceso</p>
<p class="MsoNoSpacing">ciabattine in tinta - fiore -</p>
<p class="MsoNoSpacing">tra gli oleandri fioriti</p>
<p class="MsoNoSpacing">ai bordi del vialetto.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Feeling, empatia?</p>
<p class="MsoNoSpacing">D’un tratto esclamasti:</p>
<p class="MsoNoSpacing">– Sei una bella rosa, nonna!</p>
<p class="MsoNoSpacing">– Sì, gioia, una rosa un po’ appassita:</p>
<p class="MsoNoSpacing">non sono più tanto giovane,</p>
<p class="MsoNoSpacing">tu, invece, sei un fresco bocciolo rosa.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Non ti preoccupare, nonna,</p>
<p class="MsoNoSpacing">quando diventerai vecchietta,</p>
<p class="MsoNoSpacing">avrai i capelli bianchi,</p>
<p class="MsoNoSpacing">sarai una bella rosa bianca.</p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNoSpacing">Lirica tratta dalla silloge “La rosa bianca”: sono poesie
ricche di sentimenti genuini, che sgorgano dal più</p>
<p class="MsoNoSpacing">profondo del cuore per raccontare liricamente l’intenso
rapporto che l’autrice ha avuto con la nipote</p>
<p class="MsoNoSpacing">Valentina, quanto costei era bambina. Del resto, il
titolo della silloge è nato proprio da una singolare</p>
<p class="MsoNoSpacing">espressione pronunciata dalla piccola in una splendida
giornata, tra il profumo degli oleandri in fiore, e</p>
<p class="MsoNoSpacing">riportata in versi dalla Rover: “Non ti preoccupare,
nonna,/quando diventerai vecchietta,/avrai i capelli</p>
<p class="MsoNoSpacing">bianchi,/sarai una bella rosa bianca”.</p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Anche Tu<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNoSpacing">Oggi vorrei comporre per Te</p>
<p class="MsoNoSpacing">un canto d’amore</p>
<p class="MsoNoSpacing">e chiedo melodie</p>
<p class="MsoNoSpacing">alla voce del mare</p>
<p class="MsoNoSpacing">al respiro del vento</p>
<p class="MsoNoSpacing">al brillio delle stelle</p>
<p class="MsoNoSpacing">alla luce del sole.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Cerco spartiti</p>
<p class="MsoNoSpacing">nel coraggio di vivere</p>
<p class="MsoNoSpacing">nelle dimensioni della speranza</p>
<p class="MsoNoSpacing">nella fatica di credere</p>
<p class="MsoNoSpacing">nella sapiente creatività di chi ama.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Uomo – Dio dalla tenerezza immensa,</p>
<p class="MsoNoSpacing">asciugare vorrei con Te</p>
<p class="MsoNoSpacing">le lacrime silenziose del dolore innocente.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Mutare in preghiera</p>
<p class="MsoNoSpacing">la voce di chi impreca</p>
<p class="MsoNoSpacing">perché non sa che</p>
<p class="MsoNoSpacing">non sei Tu a volere il male.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Anche Tu, Amore infinito,</p>
<p class="MsoNoSpacing">sei stato crocifisso.</p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Splendore d’ambrosia<o:p></o:p></b></p>
<p class="MsoNoSpacing">Con ali fatate</p>
<p class="MsoNoSpacing">sorvoli il male</p>
<p class="MsoNoSpacing">e l’ugola d’oro</p>
<p class="MsoNoSpacing">modula</p>
<p class="MsoNoSpacing">il soffrire in canto.</p>
<p class="MsoNoSpacing">Pescano le tue radici</p>
<p class="MsoNoSpacing">in vischioso fango ma,</p>
<p class="MsoNoSpacing">dall’eretto stelo,</p>
<p class="MsoNoSpacing">splendore d’ambrosia</p>
<p class="MsoNoSpacing">fluisce</p>
<p class="MsoNoSpacing">alla rossa corolla appassionata.</p>
<p class="MsoNoSpacing"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNoSpacing"><o:p> </o:p></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-662319771945505862022-11-29T00:43:00.003-08:002022-11-29T00:43:44.933-08:00Le grandi Donne della Storia: Eleonora Fonseca de Pimentel<span style="font-size: large;"><i>Lo scorso 22 novembre 2022 il Club per l'Unesco di Vasto ha organizzato un convegno su Eleonora Fonseca de Pimentel a 270 anni dalla nascita. </i><br /><b>GABRIELLA IZZI BENEDETTI ha tratteggiato la figura della nobildonna nella sua interessante relazione dal titolo "Le grandi Donne della Storia: Eleonora Fonseca de Pimentel". </b><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5HETfEYdF8QCqc581UZBcIqx7s7boK26vJdV1oKxuQEfXzXgq6cfn9sSZ51xj8Dhc4NxyRexcO41dgdTFR7w-nttn7Qte7njBgoXEBJxkDU_5d5ztZArOUORh1wG4Psuui6KEiCu1Xf-AgAJ5IJuekxIoB3b0dWn0WOKsrcKdA766B60KSMs6AFW8IQ/s1600/316127260_10160112623908847_3075393567687199788_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1120" height="887" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5HETfEYdF8QCqc581UZBcIqx7s7boK26vJdV1oKxuQEfXzXgq6cfn9sSZ51xj8Dhc4NxyRexcO41dgdTFR7w-nttn7Qte7njBgoXEBJxkDU_5d5ztZArOUORh1wG4Psuui6KEiCu1Xf-AgAJ5IJuekxIoB3b0dWn0WOKsrcKdA766B60KSMs6AFW8IQ/w621-h887/316127260_10160112623908847_3075393567687199788_n.jpg" width="621" /></a></div><br /><div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: x-large;">Eleonora Fonseca de Pimentel</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><i><b>di Gabriella Izzi Benedetti</b></i></span></div><span><span style="font-size: medium;">Eleonora Fonseca de Pimentel vive in un tempo in cui s’intrecciano impostazioni di vita convenzionali, propaggini arcadiche, in particolare il vento innovativo illuministico; e ad esso aderisce con entusiasmo, ne vive i crescenti fervori unitari, fa sua l’intuizione che la</span><span style="font-size: large;"><a name='more'></a></span><span style="font-size: medium;"> cultura sia non fine a se stessa, ma mezzo per gestire la cosa pubblica, la “nuova nazione” attenta alle istanze sociali e dove ci sia giustizia. Per questo affronta studi d’ogni genere oltre a quelli letterari: chimica, mineralogia, matematica, astronomia, scienze naturali. Collabora con lo scienziato Lazzaro Spallanzani alla ricerca e scoperta dei vasi linfatici. Si occupa di diritto ed economia. </span><br /><br /><span style="font-size: medium;">Eleonora è figura simbolo della presa di coscienza della necessità di una Italia unita che nel ‘700 cresce in più voci, tra cui l’Alfieri, il Foscolo. L’idea di una Italia unita è sempre stata presente nell’immaginario italiano. Dante nel canto VI del Purgatorio si esprime attraverso Sordello: “Ahi serva Italia di dolore ostello,/ nave senza nocchiero in gran tempesta …” Del resto dacché fu fatta la ripartizione augustea in province, la nostra penisola fu immaginata compatta sotto il suo nome. Molti carteggi fra letterati esprimono quest’aspirazione. Quello tra il vastese Tiberii e il fiorentino Pelli Bencivenni ne è un esempio. </span><br /><br /><span style="font-size: medium;">Un apporto notevole alla sensibilizzazione verso l’idea unitaria è dato da scambi di opinione, il fitto corrispondere di intellettuali, professionisti, in quella che viene definita la repubblica delle lettere, una repubblica virtuale ed esclusiva della quale fa parte appunto il mondo della cultura, e che ha il massimo sviluppo nel ‘700; anche Eleonora sarà una epistolografa assidua, corrispondendo con intellettuali di tutta Italia. Le idee si diffondono attraverso i salotti letterari che dal ‘600 soprattutto nobildonne creano, passando da un ritrovarsi frivolo a dibattere temi di attualità e sociali. Sono salotti che allargano il loro confine includendo sempre più frequentemente la buona borghesia. E la buona borghesia che accede è formata per lo più da intellettuali, filosofi, professionisti, e apporta una visione più variegata della piattaforma sociale. Importante contributo è dato dalla comparsa dal ‘600 dei primi fogli a stampa, poi testate. I giornali si diffondono, divengono corposi, avvalendosi di corrispondenti di varie zone di provenienza. Le donne più colte, audaci, cominciano a dedicarsi al giornalismo, dimostrando abilità come Elisabetta Caminer a Venezia, o Eleonora Fonseca de Pimentel che a Napoli crea il Monitore repubblicano, il primo periodico politico, che sarà il momento più alto forse del suo percorso intellettuale e purtroppo lo conclude. Benedetto Croce, affascinato dalla figura di Eleonora, trova il “Monitore” di grande modernità per progettazione e concetti. Il percorso di maturazione di questa esigenza è determinato da situazioni politiche ma anche da fattori esterni alla politica, tra i quali il crescere della passione archeologica; i ritrovamenti fanno accorrere in Italia archeologi da tutta Europa. Una ricchezza che riguarda in specie il centro sud, più ricco di reperti, e contribuisce a quell’orgoglio di legame comune, di tradizioni eccellenti. </span><br /><br /><span style="font-size: medium;">Eleonora, figlia del marchese Clemente, di origine portoghese, ha otto anni quando i genitori si spostano da Roma a Napoli, e si trova in una realtà molto diversa. Grazie anche alle riforme di Carlo III e del ministro Tanucci Napoli è tra le capitali più avanzate d’Europa. Goethe la descriverà come l’unica città veramente vitale della nostra penisola. Molti sono i riformisti, i fisiocratici che vedono nel commercio una priorità in grado di creare ricchezza e migliorare il tenore di tutti. La socialità, la scienza che regola i rapporti tra individui, li pone anche di fronte alla necessità del benessere sociale, si rendono conto dell’urgenza di modernizzare l’agricoltura; rendono visibile il problema dei contadini privi di attrezzature, lasciati a se stessi. Durante le frequenti carestie, bruttissima fu quella tra il ‘763 e il ‘66, veniva sempre più all’occhio come i proprietari, che addossavano la colpa ai contadini di incapacità, fossero invece colpevoli di lasciare quella povera gente nella miseria più nera. Molte voci insorsero, quella dell’abate Genovesi a Napoli, dell’abate Bandini nel senese, dell’abate Montelatici, il fondatore dell’Accademia dei Georgofili, in Firenze. Questi intellettuali erano molto in contatto fra loro. Fu Antonio Genovesi a prefare l’opera del Montelatici. Il napoletano Genovesi è giudicato forse il più grande fra gl’illuministi. Fu il primo in Europa ad avere una cattedra di economia. Si proponeva di creare una pubblica felicità attraverso le arti, il commercio, l’agricoltura. Ma per ottenerla metteva in primo luogo lo studio e l’educazione, alla stregua di Emanuele Kant. Ambedue assertori della cultura quale base di crescita, uscita dalla minorità prodotta dall’ignoranza, e dunque benessere ed equilibrio sociale. É la stessa intuizione che professa Eleonora, una donna d’intelligenza eccezionale. Parla correntemente più lingue compreso il latino, è poetessa apprezzata, lodata dal Metastasio, l’eccellenza poetica del tempo. Se oggi la sua poesia ci appare di maniera, è la cifra pagata dai seguaci dell’Arcadia; nei salotti che frequenta, che si tratti del duca di Belforte, del principe Filangieri, di Vargas Macciucca o altri, la ritualità poetica è quella, ma è frammista a più moderni problemi sociopolitici. Tra essi va inserita la difficile conduzione dei privilegi a cui la Santa Sede non vuole rinunciare. È un argomento che avrà un peso perfino nella linea poetica che definirà lo stile arcadico. Quando dalle ceneri dell’Accademia romana, fondata da Cristina di Svezia, nacque l’Arcadia, nel 1690, l’obiettivo era produrre un tipo di espressione letteraria lontana dai fronzoli barocchi. Ritrovare la classicità. Il Crescimbeni, uno dei fondatori, proponeva una poesia disimpegnata, conformista, l’altro il Gravina, intellettuale pugliese, aspirava a una poesia impegnata in senso etico e sociale. La Curia favorì il Crescimbeni. Vedeva in Gravina un pericoloso anticurialista. In quel periodo molti anticurialisti che invocavano la fine dei privilegi reclamati da Roma vennero perseguitati, come lo era stato il giurista e storico Pietro Giannone, che finì la vita nelle carceri torinesi. Tra i privilegi più detestabili c’era la questione della manomorta. Per manomorta che sia feudale o ecclesiastica s’intende l’incorporare beni immobili ( anche mobili) soprattutto per lasciti testamentari senza nessun esborso né di tassa di successione né di tassa seguente. Inizialmente i lasciti la Chiesa li distribuiva a beneficio dei poveri, prese poi a tenerli e sfruttarli, divennero talmente tanti che molti vennero lasciati in abbandono. Togliendo immobili allo Stato e non lasciandoli fruttare si impoveriva non solo lo Stato ma l’intera comunità. Il regno di Napoli fu il primo ad abolire la manomorta intorno al ‘70, anche se la Toscana rivendica la priorità nel ‘51. </span><br /><br /><span style="font-size: medium;">Tra gli autori preferiti di Eleonora Fonseca, interessata a temi giuridici, c’è proprio Pietro Giannone. E il suo interesse sfocia nella bellissima traduzione dal latino che fa dell’opera del giurista Niccolò Caravita, contro le pretese della Curia romana. Non meraviglia quindi che se le poesie di Eleonora seguono il gusto corrente, sono lontane dalla leziosità, esprimono interessi civici. In quelle per le nozze di Ferdinando IV e Maria Carolina c’è la certezza che da loro verrà il tempo dei mutamenti a favore della giustizia sociale, come l’eliminazione della servitù feudale. </span><br /><br /><span style="font-size: medium;">Eleonora ebbe un marito violento che non tollerava la sua inclinazione letteraria, e per due volte abortì a causa dei maltrattamenti subiti, finché il padre intervenne e ottenne il divorzio. Eleonora, personaggio per molti versi moderno, lo è purtroppo anche in questo senso. O forse questa piaga appartiene a tutti i tempi. </span><br /><br /><span style="font-size: medium;">Tra la regina Maria Carolina, che col marito Ferdinando si professa aperta alle nuove idee illuministiche ed Eleonora, nascerà un’amicizia su cui purtroppo incomberanno le nubi della Rivoluzione francese. Le notizie provenienti dalla Francia irrigidiscono Carolina, sorella di Maria Antonietta. Lo stesso avverrà per il fratello Leopoldo granduca di Toscana, che nel ’90, alla morte del primogenito Giuseppe, diverrà imperatore asburgico. Da granduca tollerante, amico dei riformisti, si trasformerà in rigido sovrano. Nel “Monitore repubblicano” (1799) Eleonora parlerà di nove anni bui. Infatti Carolina cercherà di organizzare una lega contro la Francia. Delusa dal risultato, vedrà nei “novatori” come si diceva allora, dei pericolosi collaboratori della Francia. La posizione assunta per molti è la conferma che la volontà riformistica dei reali sia stata una posizione di comodo. É una frattura senza ritorno. Legati all’Inghilterra, storica nemica della Francia, alla notizia dell’arrivo delle truppe francesi, i Reali salperanno verso la Sicilia, lasciando un vuoto che la Repubblica partenopea riempie. È la vittoria della classe colta, dei riformisti che vedono nella fuga un tradimento; ma il popolo non comprende. Il popolo blandito dai reali, ignorante, non sa nemmeno cosa vuol dire la parola libertà. Il “Monitore” creato da Eleonora pur breve come la Repubblica Partenopea, affiderà alla storia il respiro di quel tempo, l’humus da cui prenderanno forma circostanze susseguenti. Organizzato un esercito col nome accattivante, Santa Fede ( da cui sanfedisti), capeggiato dal cardinale Ruffo, i Reali rientrano in Napoli, in un tripudio di popolo ormai assuefatto al terribile giogo dell’asservimento. </span><br /><br /><span style="font-size: medium;">Carolina sarà di una crudeltà inaudita. Eleonora già salita sulla nave col salvacondotto per l’esilio, verrà prelevata e incarcerata. Chiederà di essere ghigliottinata e il suo rango l’autorizza, ma non le viene concesso; d’indossare le calze per una dignità personale, ma ha un rifiuto, sarà l’ultima a essere impiccata dopo aver assistito alla sofferenza altrui. E il popolo deride, oltraggia. Ma il sacrificio di Eleonora non sarà inutile. La sua morte scuoterà molte coscienze. Un anno dopo sarà giustiziata Luisa Sanfelice una nobile sposata a un uomo di vita sregolata, al punto che lei e il marito verranno invitati a trasferirsi a Palermo, lontani dalla Corte. Luisa pur non occupandosi di politica è attratta dall’atmosfera di libertà che spira dalla repubblica partenopea e lo dice apertamente. Tanto basta perché Carolina la condanni a morte. Era lei a Corte a fare il bello e il cattivo tempo. La nuora dei reali, in quei giorni puerpera, come d’uso aveva diritto a chiedere tre grazie, ne chiese solo una, liberare Luisa. Ebbe un rifiuto. Ma anche questa morte non fu inutile. Fece crescere quello spirito di ribellione che esploderà 20 anni dopo con i moti carbonari, una vera rivoluzione, e porterà sempre più gente a lottare per l’emancipazione dall’autoritarismo, per l’indipendenza. </span><br /><br /><span style="font-size: x-large;">Gabriella Izzi Benedetti</span></span></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-71494948274338706312022-02-08T00:02:00.000-08:002022-02-08T00:02:42.113-08:00Il “Giorno del Ricordo”. Riflessioni<p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKhUJoWuRUlZLv4onjwVvX31pRQl-4-onfdnzjhOyC1tAA_bOxBKREtNEZIdIArBevufWaYWSS8R3neJcXqdA8325GzUqtP48AuDw1AYMNIDpE0KLHlLg7knKNvxWBjUHty6x9TckFbTHFd2Gztt8ETvRsWUJzbFiolx42H_nVvJlPKliGaAUYx6Qmeg/s450/10fev.jpg" style="clear: right; display: inline; float: right; font-size: large; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="162" data-original-width="450" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKhUJoWuRUlZLv4onjwVvX31pRQl-4-onfdnzjhOyC1tAA_bOxBKREtNEZIdIArBevufWaYWSS8R3neJcXqdA8325GzUqtP48AuDw1AYMNIDpE0KLHlLg7knKNvxWBjUHty6x9TckFbTHFd2Gztt8ETvRsWUJzbFiolx42H_nVvJlPKliGaAUYx6Qmeg/w400-h144/10fev.jpg" width="400" /></a><span style="font-size: medium;"><b>di GABRIELLA IZZI BENEDETTI </b></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"><span style="font-size: medium;">É
stato terribile, dopo 60 anni di silenzio, trovarsi di fronte a un’altra
storia, atroce, di crudeltà e di morte. Non bastavano l’orrore dell’olocausto,
l’infinita serie di efferatezze che nazismo e fascismo hanno compiuto. Dal 2005
il “Giorno del Ricordo” è venuto a metterci di fronte a un’ulteriore
testimonianza, raccapricciante, a raccontarci di come basti poco perché
l’essere umano si trasformi in un mostro. È un dato di fatto su cui riflettere,
e tanto, confrontarsi, per educare se stessi e gli altri a non abbassare mai la
guardia.</span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"><span style="font-size: medium;">Altrimenti
succede come per il polacco amato da tutti, negli Stati Uniti, in una </span><span style="font-size: large;"></span></span></p><a name='more'></a>piccola
città. Faceva il calzolaio, era un uomo mite e sorridente. Fino a che qualcuno
cominciò a dire che era uno straniero, che toglieva il pane a chi quella
nazione l’aveva creata. Si era al tempo della grande depressione. Cominciarono
gli scherni, gli odi, la fantasia lavorò: colpe occultate, complotti contro il
governo, forse era una spia. E un giorno lo uccisero. Ecco la banalità del male.<p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; font-size: medium;">Ma
torniamo alle Foibe (crepacci carsici usati come discariche): sembra una
piccola storia in confronto al tentativo di genocidio che Hitler predispose e
che Mussolini sostenne. Ventimila innocenti, però, morti atrocemente, solo per
ritorsione, sono una vergogna per tutta l’umanità. Quando nel settembre 1943
l’armistizio venne a creare il caos, i paesi confinanti con l’Italia ebbero più
libertà di manovra. In Croazia e Slovenia, guidati da Tito, ebbe inizio la
vendetta contro i fascisti croati, duri e spietati, ma non solo: tutti gli
italiani che non avevano aderito al regime di Tito vennero torturati e gettati
nelle foibe. Vennero massacrati carabinieri, poliziotti, guardie di finanza. I
condannati, legati insieme con un filo di ferro ai polsi, collocati sul margine
di una foiba, erano soggetti a una sorta di tiro a segno. I primi che cadevano
all’interno si trascinavano dietro tutti gli altri che morivano fra atroci
tormenti.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; font-size: medium;">La
storia è più complessa e più terribile, ma già queste poche note sono sconvolgenti.
Questo stesso sistema, crudelissimo, fu usato da Stalin oltre che da Hitler e
chissà da quanti altri dittatori, con vittime legate su precipizi marini,
dirupi, crepacci. Se ci si addentra negli orrori dei massacri si rimane
sbigottiti. Come è stato possibile, per esempio, da parte delle SS lanciare
piccoli nati, bambini ebrei, in aria, usandoli come tiro a piattello? Come si
può? Come si arriva a tanto? Solo nelle foibe di Basovizza e dintorni vennero
gettati oltre 3000 innocenti.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";">Non
è possibile abbinare i due momenti storici. È evidente che i fatti legati alle
foibe furono il risultato, il prolungamento di quelli precedenti. La violenza
chiama violenza, l’odio chiama odio. Un’escalation. Se però i due dittatori
tedesco e italiano hanno dato il via a una tragedia immane e a una regressione
morale paurosa, non per questo va minimizzato l’operato di quelli che
quest’odio razziale e politico hanno fatto proprio, accanendosi contro una
popolazione indifesa. Duole vedere come per troppo tempo questi avvenimenti
sono stati occultati, o quantomeno</span><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"> </span><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";">minimizzati.
Mentre non bisogna temere l’obiettività.</span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"><o:p><span> </span></o:p></span><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";">Molti
fuggirono, persero tutto, ma salvarono la pelle. E hanno avuto il vantaggio,
l’opportunità, in questa nostra imperfetta democrazia, ma pur sempre democrazia,
di poter raccontare, parlare, esprimere anche dissenso, senza essere torturati
e uccisi. Non è poco. E dunque chi vorrebbe usare il ricordo delle foibe per
dividere, non si accorge (o si accorge molto bene, e lo usa subdolamente per
propri scopi) che fa lo stesso gioco crudele di chi anni fa, inoculando odio,
ha creato violenza, ha ufficializzato il male.</span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"><o:p><span> </span></o:p></span><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";">Vorrei
che questo ricordo riunisse tutti sotto un’idea comune di superamento, proprio
nell’ottica democratica. Le dittature, che vengano da destra o da sinistra,
sono momenti bui, sono la resa dell’uomo libero che si accolla le sue
responsabilità e non si vende per opportunismi, non si mette comodo, tanto c’è
un deus ex machina a risolvergli i problemi. Quel deus ex machina, ammesso e
non concesso che abbia inizialmente qualche buona intenzione, una volta
concentrato il potere nelle proprie mani, diverrà il tiranno, cercherà di
annullare la volontà e l’autonomia dei suoi “protetti”, manipolati a suo uso e
consumo. Chi reagirà, volendo tutelare la propria dignità di essere pensante,
sappiamo come finirà. Se la passione politica può sfociare in spirito di parte,
in passionalità che offuscano la razionalità e talvolta il senso etico, la
storia di contro avrebbe il dovere di traghettare l’essere umano verso una
presa di coscienza dei fatti e delle responsabilità, uscendo fuori dal guado.</span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", "serif"; font-size: medium;">I
Padri Costituenti che hanno redatto la nostra Costituzione, in forma tanto
lungimirante, figure tutte di altissimo profilo, provenivano da storie e
ideologie differenti. E hanno dimostrato che si può dialogare, accettare la
visione altrui, fare un passo indietro, riconoscere errori, rinunciare a
protagonismi per il bene comune. E’ una grande lezione che non dovrebbe mai
essere dimenticata.</span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Times New Roman", "serif";"><span style="font-size: medium;">Gabriella Izzi
Benedetti</span></span></b></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-70960227004211384582022-02-08T00:01:00.001-08:002022-02-08T00:01:42.758-08:00Giorno del Ricordo 2022: un pensiero sulle vittime delle foibe<span style="font-size: medium;"><i>Riceviamo e pubblichiamo</i></span><div><span style="font-size: medium;"><i><b>Maria Lisa Ricci ex-docente di lingua e letteratura latina presso l’Università degli Studi di Firenze e Bari, </b>Socia corrispondente della Società Vastese Storia Patria, ci invia un pensiero sulle vittime delle foibe, che volentieri pubblichiamo:</i></span><div><br /></div><div><span style="font-size: medium;">Mi chiamo, mi chiamavo Giovanni. Un giorno d’estate mi trovavo nei dintorni di Trieste con i miei compagni perché mi avrebbero gettato in una foiba. Il mio sguardo si rivolse alla collina d’erba splendente nel sole d’estate. Poi mi gettarono nella fossa: la morte atroce e il nulla. Ora mi trovo qui e ricevo il mio giusto premio. San Pietro prima di concedermi l’ingresso mi ha chiesto di perdonare. Qui i roseti sono eternamente fioriti di rose bianche e i peschi di fiori rosa. Però a volte non posso impedirmi di pensare ai dintorni di Trieste, alla collina d’erba splendente nel sole d’estate. Perché me l’hanno sottratta?</span><br /></div></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-80475403974927768202022-01-29T04:07:00.004-08:002022-01-29T04:17:35.179-08:00"I bambini dei lager..." <span style="font-size: medium;">da<b> MARIA ANTONIETTA LONGO </b>riceviamo e pubblichiamo</span><div><span style="font-size: medium;"><b><br /></b></span><div><span style="font-size: medium;">"Sopravvissuto nel lager, ma ho sempre in mente quell'orrore e i bambini" cosi si esprimeva mio zio Ottorino Longo, autore di questa poesia di cui mi accingo a pubblicarne uno stralcio. </span><div><span style="font-size: medium;"><br /></span><div><i><b><span style="font-size: medium;">I bambini dei lager ......</span></b></i></div><span style="font-size: medium;">Noi fummo i bambini dei lager<br />Strappati alle aiuole liete<br />dei nostri giochi,odorosi ancora<br />del nostro infantile sudore,gelidi,<br />turbinammo nella procella dell'odio inumano<br />Cui opporre non valse<br />l'atterrita dolcezza delle nostre pupille;<br />né ci protesse il doloroso ansito di quanti,<br /> a noi cari ci erano nel martirio accanto;<br />rosso, per noi, si apri a divorarci il fuoco<br />e fummo di ossa calcinate un mucchio.<br />Di noi , per voi, sperammo memoria e storia;<br />non più guerre, sangue sterminio duolo,<br />Perché morimmo se vi uccidete <br />e ci uccidete ancora?</span></div><div><span style="font-size: medium;"><i>Ottorino Longo</i></span></div><div><span style="font-size: medium;"><i><br /></i></span><div><b style="font-size: large;">Ottorino Longo,</b><span style="font-size: large;"> magistrato fratello di mio padre Florio Longo ,il quale fu anni or sono Presidente del Tribunale di Vasto, </span><b style="font-size: large;">fu deportato nel Campo di Concentramento di Withzendorf per essersi rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò,</b></div><div><b><span style="font-size: medium;"><br /></span></b></div><div><i><b><span style="font-size: medium;">Maria Antonietta Longo per la "Società vastese di Storia Patria"</span></b></i></div></div></div></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-19807029130320698232022-01-28T01:34:00.011-08:002022-01-28T01:58:44.245-08:00Giorno della Memoria 2022: "Un treno senza ritorno" , Raffaella Zaccagna in video<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/CsodmODHsjU" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-27204291421083303092022-01-28T01:02:00.004-08:002022-01-30T23:42:17.081-08:00Giorno della Memoria e la Filatelia: Galasso, "Molto materiale della mia collezione parla di Auschwitz"<p><span style="font-size: large;">di <b>GIUSEPPE GALASSO</b></span></p><p><span style="font-size: large;">Accolgo volentieri l’invito dell’amica Gabriella per la Giornata della Memoria e non posso che aderire utilizzando lo strumento che più mi è congeniale: la filatelia.<span></span></span></p><a name='more'></a><p></p><span style="font-size: medium;">Molto materiale della mia collezione parla di Auschwitz, dei campi di concentramento, dello sterminio praticato negli anni terribili della seconda guerra mondiale. Anche mio padre con l’8 settembre, sul fronte greco-albanese, divenne un cosiddetto I.M.I.(Internato Militare Italiano) e solo a fine guerra riusci a tornare a casa. <br /><br />Ed è a lui che ho dedicato una collezione dalla quale estraggo due francobolli simbolo (ma tanti altri ne sono stati emessi per memoria delle future generazioni). <br /><br />Uno italiano emesso il 15 aprile 2021, appartenente alla serie "Il senso civico" e dedicato a Settimia Spizzichino (<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Roma">Roma</a>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/15_aprile">15 aprile</a> <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/1921">1921</a> – <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Roma">Roma</a>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/3_luglio">3 luglio</a> <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/2000">2000</a>) una <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Superstiti_dell%27Olocausto">superstite italiana dell'Olocausto</a>, unica donna sopravvissuta al <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Rastrellamento_del_ghetto_di_Roma">rastrellamento del ghetto di Roma</a>; nel corso degli anni divenne una tra le preminenti testimoni e memorie storiche della <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Olocausto_in_Italia">Shoah italiana</a>.</span><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg4opAUmbCRe0VgAehazv9SUy4ZL3ysRP8S-H5TkvTQAcGYgV9ndPl9LRExXAIJ4XIhdNGj2m1GJ_k_KB22zIlO-ZMcxh6XDbVtC9BczOkzQLlgsa-IcHVvEO3GE7d_jZ0h84c68D6MN4e2jlbWumE2TlBvEJaSK_wL2FVMaujnbjvjsm4R2RhvPj7VPQ=s585" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="414" data-original-width="585" height="452" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg4opAUmbCRe0VgAehazv9SUy4ZL3ysRP8S-H5TkvTQAcGYgV9ndPl9LRExXAIJ4XIhdNGj2m1GJ_k_KB22zIlO-ZMcxh6XDbVtC9BczOkzQLlgsa-IcHVvEO3GE7d_jZ0h84c68D6MN4e2jlbWumE2TlBvEJaSK_wL2FVMaujnbjvjsm4R2RhvPj7VPQ=w640-h452" width="640" /></a></div><br /><span style="font-size: medium;"><br /><br /><br /></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div><span style="font-size: medium;">Quinta di sei figli, Settimia Spizzichino era nata in una famiglia del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ghetto_di_Roma">ghetto ebraico di Roma</a>. Il padre, Mosè Mario Spizzichino, era commerciante di libri. La madre, Grazia Di Segni, fu maestra alla scuola ebraica. <br /><br />Il 16 ottobre 1943 fu deportata insieme alla madre, due sorelle e una nipotina durante il <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Rastrellamento_del_ghetto_di_Roma">rastrellamento del ghetto</a>. <br /><br />Il 23 ottobre, dopo sei giorni di viaggio, nel <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_sterminio_di_Birkenau">campo Auschwitz-Birkenau</a> iniziò la selezione dei deportati di Roma; mentre la madre e la sorella Ada con la bambina in braccio furono messe nella fila destinata immediatamente alla <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Camera_a_gas">camera a gas</a>, Settimia con la sorella Giuditta finì nella fila degli abili al lavoro e ricevette il numero 66210. Delle 47 donne rimaste dopo questa prima selezione, Settimia fu l'unica a tornare e a queste compagne di prigionia ha poi dedicato il suo libro di memorie. <br /><br />Ad Auschwitz-Birkenau le venne assegnato il lavoro di spostare pietre; finì all'ospedale del campo e da qui viene trasferita al blocco 10 di Auschwitz I. <br /><br />Nell'inverno del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/1945">1945</a>, con l'evacuazione di Auschwitz, dovette affrontare una <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_della_morte">marcia della morte</a> fino al campo di concentramento di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Bergen_Belsen">Bergen Belsen</a>. Qui i prigionieri venivano ammassati in uno stato di completo abbandono e i morti formavano dei mucchi intorno alle baracche. Il soldato di guardia sulla torretta, impazzito, cominciò a sparare sui prigionieri: Settimia si nascose in un mucchio di cadaveri e lì rimase per diversi giorni, fino alla liberazione del campo da parte degli inglesi, il 15 aprile 1945. <br /><br />Tornata a Roma, sentì il dovere di raccontare, e continuò la sua opera di testimonianza di fronte alle telecamere, con i giovani nelle scuole, e nei viaggi ad Auschwitz. Tenne il suo ultimo viaggio ad Auschwitz assieme ad alcuni studenti nel 1999, e nel maggio del 2000 per l'ultima volta lasciò la sua testimonianza ad alcuni studenti cavesi nel corso del progetto Il coraggio di ricordare. <br /><br />Le sue memorie sono raccolte nel volume scritto insieme a Isa di Nepi Olper Gli anni rubati. <br /><br />La sua storia è anche diventata un documentario dal titolo Nata 2 volte: storia di Settimia ebrea romana, tratto da un'intervista concessa nel 1998 all'archivio della <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Shoah_Foundation">Survivors of the Shoah Visual History Foundation</a>. La sua testimonianza è inoltre contenuta nel documentario di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ruggero_Gabbai">Ruggero Gabbai</a> <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Memoria_(film_1997)">Memoria</a>.</span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgtPly_cMFzZXxL13iwU2cegv0MEQKeARb-q774zu6c9Pqzf9VyBZYsuAlJKE8LpfEDcCx57mScRz01_XRplwT5mKrjab-IHGboEP8nyVPQmHfIWOrrGMpwj-1DLrirNJjY9I32Z0hZ72RNpM13BSEIRmTV7wtQL66l4Mm_CZwZsedJ_g4D7c7NoJIP2Q=s453" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="272" data-original-width="453" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgtPly_cMFzZXxL13iwU2cegv0MEQKeARb-q774zu6c9Pqzf9VyBZYsuAlJKE8LpfEDcCx57mScRz01_XRplwT5mKrjab-IHGboEP8nyVPQmHfIWOrrGMpwj-1DLrirNJjY9I32Z0hZ72RNpM13BSEIRmTV7wtQL66l4Mm_CZwZsedJ_g4D7c7NoJIP2Q=w640-h384" width="640" /></a></div><br /><span><span style="font-size: medium;">Il secondo francobollo che voglio utilizzare proviene proprio dalla Germania ed è dedicato a FRITZ BAUER (1903-1968), un </span><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giurista" style="font-size: large;">giurista</a> <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Germania" style="font-size: large;">tedesco</a><span style="font-size: medium;"> che in qualità di pubblico ministero ebbe un ruolo fondamentale nell'avvio del </span><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Processo_di_Francoforte" style="font-size: large;">processo di Francoforte</a><span style="font-size: medium;"> (1963-1965) sulle responsabilità di alcuni membri del personale del campo di concentramento di Auschwitz.</span><br /><br /><span style="font-size: medium;">“Niente appartiene al passato, tutto è ancora presente </span><br /><span style="font-size: medium;">e può ridiventare futuro.” </span><br /><br /><br /><span style="font-size: large;"><i><b>Giuseppe Galasso </b></i><br />Presidente C.F.N. Vastophil</span></span></div></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-15051756211594033682022-01-28T00:51:00.002-08:002022-01-28T00:51:29.588-08:00Giorno della Memoria 2022: LE POESIE DEI SOCI<p><b>GABRIELLA IZZI BENEDETTI E OSVALDO SANTORO<span></span></b></p><a name='more'></a><p></p><p><br /></p><p><b><span style="font-size: large;">GABRIELLA IZZI BENEDETTI </span></b></p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg28_p2S_vj552YrMKt4wyksAxG2OKgWQTDfrPYBvrUp4K77442tQC1ELWJR1UaS5eUGN_3-Q-LNWTmOR5Ew8cx8YJ0ymc3lKS-ibSV1fqptlDHbN53AQF_Ogq5gxlDEz_Wmn6G8YNNvpUpq7zMPPYxp3P8xwvj1NyQawQ7isVHpHGRzoz44lqbmvBNjw=s774" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="774" data-original-width="581" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg28_p2S_vj552YrMKt4wyksAxG2OKgWQTDfrPYBvrUp4K77442tQC1ELWJR1UaS5eUGN_3-Q-LNWTmOR5Ew8cx8YJ0ymc3lKS-ibSV1fqptlDHbN53AQF_Ogq5gxlDEz_Wmn6G8YNNvpUpq7zMPPYxp3P8xwvj1NyQawQ7isVHpHGRzoz44lqbmvBNjw=w480-h640" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiE1Gcw70uu3XZ4zlvnHolbuErFg6f5uvmLim5G8KQxJ0jcgCCEUqFd2w_JBjeyo-ekU4SI9A3QD44AMbO2c1JfDnwWw6fgg6rBJHe_CQuB-6Zh6I8kTcYFhwGX9Xs6MZsbK8ZWfK1PUs7Rc2zINpihSLZ2uSwgJSSLio0Td0Mgt1hzgOk6AsEdOHoYNw=s876" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="876" data-original-width="657" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiE1Gcw70uu3XZ4zlvnHolbuErFg6f5uvmLim5G8KQxJ0jcgCCEUqFd2w_JBjeyo-ekU4SI9A3QD44AMbO2c1JfDnwWw6fgg6rBJHe_CQuB-6Zh6I8kTcYFhwGX9Xs6MZsbK8ZWfK1PUs7Rc2zINpihSLZ2uSwgJSSLio0Td0Mgt1hzgOk6AsEdOHoYNw=w480-h640" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg9uZf0PwSkEKCbHvY4wQ6JM5uOBueCSRme1mNFjLyRg2NLQpD7cf_oqRAqxeHroTMVTlKWPBH2fuqCat_65Emoejf4kP-Mca8eH2fqFNt8trqJNI5zJJEzjPuh_7nuvqRl4AGix3hx5-hv1Zl4y-Uimt534CoVMBVxCoUJwCkdANr147tHu_qFjPet4Q=s876" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="876" data-original-width="657" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEg9uZf0PwSkEKCbHvY4wQ6JM5uOBueCSRme1mNFjLyRg2NLQpD7cf_oqRAqxeHroTMVTlKWPBH2fuqCat_65Emoejf4kP-Mca8eH2fqFNt8trqJNI5zJJEzjPuh_7nuvqRl4AGix3hx5-hv1Zl4y-Uimt534CoVMBVxCoUJwCkdANr147tHu_qFjPet4Q=w480-h640" width="480" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: x-large;"><b>-------------------------------------------------------------</b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: x-large;"><b>OSVALDO SANTORO </b></span></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjYfrv5XAKwaqBOlKuTB2khGi7nxvXNuraPu3YpeQDTNa_siiQIzs3-5KiI-GeU1fY_Z-R8XmJhNmM1m0TD1OHyLaIfKTjsews_zNLz9gb0RICagb5Atr3v8b_9TdwLnSRFkGDP5njvqEC8zElJYOdcCKdwKMWOaGhcpscbAzuJhopwkrp9iMHDCenKOQ=s651" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="651" data-original-width="310" height="912" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjYfrv5XAKwaqBOlKuTB2khGi7nxvXNuraPu3YpeQDTNa_siiQIzs3-5KiI-GeU1fY_Z-R8XmJhNmM1m0TD1OHyLaIfKTjsews_zNLz9gb0RICagb5Atr3v8b_9TdwLnSRFkGDP5njvqEC8zElJYOdcCKdwKMWOaGhcpscbAzuJhopwkrp9iMHDCenKOQ=w434-h912" width="434" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiH9-bs-gsdaXoJZvw14xpAHgS-EylNGL83RriL9OnD8sxdRJVSJcPPsnlmy905RbeB8jm4WevfseSARW2gMDGXRSvE4RpNO2LVMxbZ5EUem0bHafUXHQ-haO8M0rvx9GhGxAFT2Cy3bqVMACk5is421Vl5aD2MSOzEE9Ve-399kWawZvrCM6F4-Mb4Gw=s634" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="634" data-original-width="431" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiH9-bs-gsdaXoJZvw14xpAHgS-EylNGL83RriL9OnD8sxdRJVSJcPPsnlmy905RbeB8jm4WevfseSARW2gMDGXRSvE4RpNO2LVMxbZ5EUem0bHafUXHQ-haO8M0rvx9GhGxAFT2Cy3bqVMACk5is421Vl5aD2MSOzEE9Ve-399kWawZvrCM6F4-Mb4Gw=w436-h640" width="436" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-24555514013439948892022-01-28T00:30:00.001-08:002022-01-28T00:30:53.882-08:00Giorno della Memoria 2022: UNA RIFLESSIONE DELLA PROF. IZZI BENEDETTI PRESIDENTE DELLA SOCIETA' VASTESE DI STORIA PATRIA<p> <b><span style="font-family: Calibri, "sans-serif"; font-size: 13.5pt;">UNA RIFLESSIONE DELLA PROF. IZZI BENEDETTI
PRESIDENTE DELLA SOCIETA' VASTESE DI STORIA PATRIA</span></b></p><span style="font-family: Calibri, "sans-serif"; font-size: 13.5pt;">
Il Giorno della memoria vede i soci della Società Vastese di Storia Patria
sensibili al tema. Volontà di non dimenticare come le inutili crudeltà, l’odio
razziale, la tentazione di degradare i nostri simili, siano sempre acquattati
all’interno di questa nostra umanità dove<span><a name='more'></a></span> il dottor Jekyll e mister Hydn si
agitano, e la banalità del male per dirla con Hannah Arendt è un dato di fatto,
risorgente non appena l’essere umano si trova a far fronte a emergenze,
assunzioni di responsabilità, alla richiesta del superamento di schieramenti
egoistici. Tra i più incisivi versi che inducono a riflettere, quelli
straordinari di Bertolt Brecht scritti a conclusione dell’opera teatrale La
resistibile ascesa di Arturo Ui:<br />
<br />
<b>“E voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire
e non parlare. Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli
lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui
nacque è ancora fecondo”.<br />
</b><br />
Molto commoventi i versi di Salvatore Quasimodo<br />
<b><br />
Alle fronde dei salici</b><br />
(dalla raccolta Giorno dopo giorno)<br />
<br />
E come potevamo noi cantare/ con il piede straniero sopra il
cuore,/fra i morti abbandonati nelle piazze/sull’erba dura di ghiaccio, al
lamento/d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero/della madre che andava incontro
al figlio/crocifisso sul palo del telegrafo?/Alle fronde dei salici, per
voto,/anche le nostre cetre erano appese,/ oscillavano lievi al triste
vento.<br />
<br />
<br />
Qui di seguito il contributo dei soci che hanno voluto
esprimere attraverso il personale pensiero o quello di intellettuali,
scrittori, poeti, la propria adesione.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-56978411459515414322021-12-23T06:02:00.003-08:002021-12-23T06:02:38.989-08:00La presidente Gabriella Izzi Benedetti traccia un bilancio delle attività svolte nel 2021<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjtu28x_NlE9Flgy27LZj-auCvIpdJbV8_vFs5Jbgs_iRhpSbq12t7Xa6HxWDkX0Ksycp0MIIVBhEBo8CdXjc5sCl00ph0cZs9FdC_qvo4e7zjoiT5qm3Srep-XV5bb4ZHSVuHujCkCP8eTv3wQ-BpIoIbP-X9fRqEuW9NcsLN7jc71SSGOVZ5FYiWK4A=s404" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="404" height="269" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjtu28x_NlE9Flgy27LZj-auCvIpdJbV8_vFs5Jbgs_iRhpSbq12t7Xa6HxWDkX0Ksycp0MIIVBhEBo8CdXjc5sCl00ph0cZs9FdC_qvo4e7zjoiT5qm3Srep-XV5bb4ZHSVuHujCkCP8eTv3wQ-BpIoIbP-X9fRqEuW9NcsLN7jc71SSGOVZ5FYiWK4A=s320" width="320" /></a></div> <i>Nel messaggio natalizio ai soci, <b>la presidente della SOCIETA' VASTESE DI STORIA PATRIA prof. Gabriella Izzi Benedetti </b>ha tracciato un bilancio delle attività svolte nel 2021. Tutte di alto spessore e non poche, considerando i tempi difficili del Covid e la carenza di risorse. </i><p></p><p></p><p><span style="background-color: white; color: #222222; font-size: large;">Cari soci e amici,</span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;"> anche quest’anno, che ci vede già a scambiarci Auguri di Buone Feste, è passato con poca possibilità di comunicare in presenza, situazione che ha reso difficile programmare un’assemblea, discutere di<span></span></span></span></p><a name='more'></a><span style="font-size: medium;">eventuali proposte e progetti. </span><p></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;">Qualcosa abbiamo realizzato e ringrazio quanti fra i soci hanno collaborato o si sono comunque interessati partecipando, per quanto possibile di persona, o collaborando a diffondere le iniziative. Prima di tutto mi preme ringraziare il socio dott. Nicola D’Adamo che si occupa del blog di Storia Patria, è attento a tutte le iniziative, a eventuali articoli, ne trasmette notizia; inoltre con il suo giornale online "NoiVastesi" è presenza preziosa. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;">Vi dico brevemente ciò che in questo anno abbiamo realizzato: abbiamo registrato attraverso filmati composti da Nicola Cinquina, alcune iniziative per poi trasmetterle a presidi come la prof.ssa Orsatti, la prof.ssa Del Re, la prof.ssa Angelini, che le hanno veicolate agli allievi attraverso i docenti interessati.</span><span style="color: #222222; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;">Così abbiamo filmato, per l’8 di marzo, il testo da me realizzato <b><i>La donna, il tempo, la poesia,</i></b> un percorso attraverso 2000 anni di poesia femminile, con un corredo di brani musicali egregiamente eseguiti da Carlo Roselli, giovane studente universitario, e la lettura dei testi poetici attraverso le voci delle socie dott. Simona Cieri, Letizia Daniele, Raffaella Zaccagna; le nostre bravissime lettrici arricchiscono con la lettura le manifestazioni adatte. Letizia Daniele, in quel periodo presidente del Rotary club vastese, ha voluto replicare il progetto per i soci rotariani, con un incontro telematico.</span><span style="color: #222222; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;">In aprile, come sempre, la Società Vastese di Storia Patria ha inteso dare spazio alla memoria storica tra le più importanti, il giorno della liberazione, 25 aprile; e questo attraverso personaggi, fatti, riferimenti adeguati. Quest’anno è stato prodotto il filmato <b><i>L’Abruzzo fra esilio e confino nell’esperienza di intellettuali antifascisti,</i></b> con testi realizzati dai soci prof. A. Mucciaccio, dott. N. D’Adamo, gen. G. Rastelli, prof. L. Medea, prof. G. Izzi Benedetti. Letture di brani degli intellettuali di riferimento.</span><span style="color: #222222; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;">Il 26 di agosto abbiamo rievocato la figura poliedrica di Luciano Tosone. <b><i>100 anni di Luciano Tosone, progettista, intellettuale, artista</i></b> La manifestazione avrebbe dovuto tenersi nei giardini d’Avalos, ma il tempo incerto ha consigliato trasferirla in Pinacoteca. Molti partecipanti sono rimasti esclusi causa distanziamento, circa 50. Si intende ripetere la manifestazione possibilmente il 23 giugno, giorno di nascita dell’ing. Tosone. Bello il filmato dei progetti curato dal nipote Luigi Scarano Tosone; esposizione di suoi dipinti, letture di suoi scritti; presente anche il lettore Davide Giacon. Testimonianze dell’arch. Michele D’Annunzio e del giornalista Valeriano Moretti.</span><span style="color: #222222; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;">In settembre, in concomitanza con la ricorrenza dell’8 settembre, abbiamo realizzato il filmato: <b><i>Riflessioni sulla Costituzione e sulle origini della Repubblica Italiana. Valutazioni e approfondimenti.</i></b> Avremmo voluto realizzarlo per il 2 giugno ma, tenendo presente che le scuole stavano per chiudere abbiamo preferito diffondere il filmato all’inizio dell’anno scolastico. Relatori avv. Pierpaolo Andreoni, prof. Costantino Felice, dott. Italo Radoccia. Letture di testi.</span><span style="color: #222222; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;"> Il 17 settembre presso la Sala della Pinacoteca abbiamo presentato il libro di Costantino Felice e Nicola Mattoscio: <b><i>Dal Mezzogiorno all’Europa: Pensieri per una nuova Italia attraverso Croce e Mattioli.</i></b> Una dialogo con gli autori da parte dell’ing. Antonio Santoro, e da parte mia; letture.</span><span style="color: #222222; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;">Con molto piacere ho accettato di patrocinare come Storia patria la serie di iniziative programmate per approfondire la figura di un valente pittore vastese Carlo D’Aloisio da Vasto, per i 50 anni dalla morte. <b><i>Carlo D’Aloisio da Vasto artista e promotore d’arte e cultura</i></b>. Per l’inaugurazione delle iniziative il 21 ottobre ha presenziato il nostro vicepresidente prof. Spinelli, per la conclusione 21 novembre sono stata relatrice assieme a Spinelli e altri, tra organizzatori e studiosi. Fa piacere che ogni tanto si collabori tra le varie associazioni culturali.</span><span style="color: #222222; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #222222;">Il 3 di dicembre presso la Sala Consiliare (Comune di Vasto) abbiamo programmato la presentazione del volume del magistrato Italo Radoccia <b><i>Il Valore dei fatti</i></b>, relatori Fabio Cardone (CNR) Pierpaolo Andreoni (Avv.) Camillo Romandini (Corte Appello Roma); letture.</span></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white;"><span style="font-size: medium;"><i><b><span style="color: #222222;">Gabriella Izzi Benedetti</span><span style="color: #222222; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p></o:p></span></b></i></span></p><p align="right" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 12.65pt; margin-bottom: 10pt; text-align: right;"><br /></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-68245273519260413062021-11-25T00:10:00.002-08:002021-11-25T00:14:47.069-08:00ROBERTO ROSSELLINI: Presentato al Teatro Niccolini di Firenze ‘Oltre il Neorealismo’ di Gabriella Izzi BenedettiSUL SITO LINDRO.IT INTERESSANTE RECENSIONE DI MARCELLO LAZZERINI<div><br /><div><span style="font-size: large;"> "Roberto Rossellini, mio padre”: il grande regista nel racconto del figlio Renzo </span><div><br /></div><div><b>di Marcello Lazzerini </b></div><div><br /></div><div>Presentato al Teatro Niccolini di Firenze il libro-intervista di Gabriella Izzi Benedetti, ‘Oltre il Neorealismo’ che ripercorre la vita dell’autore di ‘Roma città aperta‘, il film che gridò al mondo che l’Italia non era stata solo fascista e pro-nazista, ma che l’antifascismo era stato trasversale nell’anima popolare italiana. CONTINUA SU </div><div><a href="https://lindro.it/roberto-rossellini-mio-padre-il-grande-regista-nel-racconto-del-figlio-renzo/">https://lindro.it/roberto-rossellini-mio-padre-il-grande-regista-nel-racconto-del-figlio-renzo/
</a></div></div></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-12894465216841199842021-10-23T12:26:00.002-07:002021-10-23T12:26:34.637-07:00Carlo d'Aloisio da Vasto: presentato il progetto per il 50°della morte<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/ea5TX6sw6IM" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe>
VASTO - Al via il progetto “Gli Abruzzi, gli Abruzzesi.” per raccontare, attraverso le Opere del Maestro, il Paesaggio umano, sociale e ambientale abruzzese del primo ‘900, con un concorso riservato agli studenti per la realizzazione del Logo celebrativo
Sabato 23 Ottobre 2021
Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-46385899123475231422021-09-18T11:50:00.008-07:002021-09-18T11:52:35.161-07:00IL BELVEDERE "FRANCESCO ROMANI" CAMBIA NOME<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5Lxv50mhSfF80Yx0qUrPGfVEaOGK3ptfk9-1ONwVKj3bIqFVTw4cDtM9Fq2kV_jWf9P0F6sef79SqTjIMZFerxtEG6HTDK9agfBOzTO9olGqgefkpob53WHUwKu8ah8_fUnwLMXZUHCwo/s512/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="228" data-original-width="512" height="143" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5Lxv50mhSfF80Yx0qUrPGfVEaOGK3ptfk9-1ONwVKj3bIqFVTw4cDtM9Fq2kV_jWf9P0F6sef79SqTjIMZFerxtEG6HTDK9agfBOzTO9olGqgefkpob53WHUwKu8ah8_fUnwLMXZUHCwo/s320/unnamed.jpg" width="320" /></a></div><b><span style="font-size: x-large;">Salvare<br />la memoria<br /></span></b><br /><b><span style="font-size: medium;">di Gabriella Izzi Benedetti </span></b><div><div><div><br /><b>Sono convinta che il degnissimo concittadino Silvio Petroro, che tutti abbiamo stimato, ed era veramente facile volergli bene, si risentirebbe, se fosse ancora vivo, all’idea che il nome di Francesco Romani venga eliminato per far posto al suo, nel Piazzale Belvedere. </b></div><div>Questo mi è stato detto e mi permetto alcune osservazioni. <a name='more'></a><div>Il mio ricordo di Silvio Petroro è quello di un uomo amabile, di grande dignità e di grande amore per la sua terra, per le sue tradizioni, per quei personaggi che storicamente hanno avuto un ruolo, hanno svolto, come lui, un’azione costruttiva, perché Vasto divenisse sempre più importante, valorizzandone le usanze, creando opportunità. </div><div>Quindi escludere un personaggio come il Romani, non lo avrebbe reso felice. </div><div><br /></div><div>Sarebbe meglio trasportare la bella scultura che immortala la statura morale di Silvio Petroro, la generosità, la straordinaria idea di non spezzare il filo che lega chi è rimasto in patria e chi è stato costretto a emigrare (una vergogna a cui lo Stato italiano avrebbe dovuto e dovrebbe tuttora porre rimedio), ripeto sarebbe meglio installare la scultura in un luogo bello, degno ( a Vasto ce ne sono) e lasciare che la Storia non venga mutilata. Già oggi, poiché mi pare che la targa riporti il cognome e non il nome del Romani, si crea confusione. Qualcuno pensa trattarsi degli antichi Romani. La cultura è divenuta così tanto un fanalino di coda, che non ci si meraviglia più di niente. Noi italiani, depositari di una tradizione unica e millenaria l’andiamo disperdendo in un crescendo d’ignoranza. In Parlamento ci sono onorevoli che sembrano non conoscere più di 150 parole; ripetono sempre quelle. Dovunque, specie tra i giovani c’è un disinteresse allucinante.</div><div><br /><b>Chi era Francesco Romani? </b>ebbene diamo la parola a due storici, Luigi Marchesani e Vittorio d’Anelli. Marchesani stimava molto il Romani e la stima era reciproca; ci sono dediche di stima del Romani al più giovane collega, e il Marchesani nella sua Storia di Vasto(pp. 335-37) dedica a lui una lunganota che ne decanta il valore, e dalla quale traggo qualche brano:<br /><br />“Romani. Francesco Dottore in Medicina e Chirurgia, Socio delle Accademie Medico chirurgica, Reale delle Scienze, Pontaniana, e del Real Istituto d’incoraggiamento, di Napoli; delle Accademie de’ Velati dell’Aquila,Reale de’ Iatro-fisici di Palermo, de’ Filomatici di Lucca; della Società economica di Apruzzo citra…Nacque a dì 24 settembre 1875. Era già egregio medico, filosofo, letterato e ricco di bella riputazione, quando nel 1821 si mise il primo in Napoli, anzi in Italia, a studiar la Medicina omiopatica dell’Hahnemann, dalla quale avea riportato la guarigione di suo cronico malore. Da quel tempo à lavorato incessantemente alla vigorosa difesa e alla propagazione della Omiopatia; ond’iodicea che pur alla Medicina le vastesi menti portarono profitto. Molti medici stranieri appresero dalla bocca di lui le cognizioni della nuova dottrina. Il Conte dott. Guidi fu allievo del Romani … e pien d’entusiasmo fu il primo ad insinuar in Francia la Omiopatia… Il nostro concittadino sì nel viaggio del 1830 per Italia, Svizzera, Francia, Inghilterra, come nell’altro del 1834, nel quale da Medico di Camera accompagnò in Toscana Sua maestà Elisabetta madre del nostro Augusto Sovrano, si cooperò a diffondere il sistema medico di Hahnemann parlandone co’ più famigerati medici”.<br /><br />Vittorio d’Anelli nel suo Histonium ed il Vasto a p. 84, elogiandone anche lui il valore, precisa che Francesco Romani “Colmo di onori e di ricchezze, con testamento del 15 luglio 1852, lasciò al Comune di Vasto una rendita di 600 ducati l’anno, di cui 100 per il maritaggio di quattro oneste e povere contadine e 500 per istituire una scuola tecnico-pratica di agricoltura”.<br /><br />Mi sembra che affidandoci a due personaggi obiettivi e attendibili, bisognerebbe riflettere su cosa perde Vasto, smarrendo questa memoria.A Vasto il Romani dal 1836 fino alla morte avvenuta nel 1852,non tornò più. Per cui ciò che leggo su Wikipedia mi lascia molto meravigliata. Vi si dice che Francesco Romani restaurò l’ospedale civile di Vasto, mi pare nel ‘36. Di ospedale civile a quel tempo non si parlava proprio. A Vasto poi non c’erano che ospizi. Forse uno aveva il nome di ospedale, di fatto era luogo dove la povera gente andava a morire quasi del tutto priva di assistenza. Quando Luigi Marchesani nel 1837 fece domanda per aprire un ospedale comunale, questa era la situazione che ho abbondantemente spiegato con documentazione inequivocabile nelle mie pubblicazioni. Marchesani lottò per anni fino al 1844 per aprire uno Spedale comunale per i poveri infermi di Vasto,che in seguito divenne civile, trasformando un ospizio impresentabile situato nella via che oggi è Via Anelli. Dico questo soprattutto perché un falso storico riferito a un personaggio di valore come Francesco Romani ne sminuisce la credibilità. In quanto se una cosa è falsa allora anche le altre potrebbero esserlo. E Romani non lo merita proprio.<br /><br />In quanto a Silvio Petroro, ne ho sempre apprezzato la signorilità, il coraggio nell’affrontare il male, la generosità. Racconto un piccolo ma significativo episodio. </div><div><br /></div><div>Quando presentai nel 1998, un mio libro di racconti L’isola felice( relatori i proff. Gianni Oliva e Alfonso Filippini) presso una struttura appartenente alla parrocchia di Santa Maria, e ne feci scopo di beneficenza (le suore avrebbero devoluto il ricavato spontaneo ad associazioni, a loro discrezione) ci fu moltissima gente presente, ma ci fu chi non diede una lira, chi addirittura 100 lire, chi 500, diciamo fino a un massimo di 5000 lire. Una sola persona che non poté nemmeno salire per seguire l’iniziativa, essendo in carrozzella, diede 50.000 lire, e fu Silvio Petroro. Lo raggiunsi in fondo alle scale e francamente mi commossi. Un uomo così merita molto e proprio per questo non merita la fama di usurpatore. </div><div><br /></div><div>Come responsabile della Società vastese di Storia Patria a suo tempo ero stata invitata dall’ex sindaco avv. Luciano La Penna a proporre assieme al CD della Società dei nomi per nuove possibilità riguardo alla toponomastica. E’ questa una delle mansioni che lo Statuto della Società prevede. Non dimentichiamo che la Società Vastese di Storia Patria fu proposta dal preside Mario Sacchetti e creata di comune accordo dallo stesso Mario Sacchetti e dal sindaco avv. Giuseppe Tagliente.</div><div><br /></div><div>Le nostre richieste sono rimaste lettera morta, non per colpa del sindaco La Penna, ma di chi avrebbe dovuto seguire l’iter. In ogni caso noi siamo sempre disponibili a confrontarci per una soluzione. T<b>roviamo un luogo bello, solare, dove trasportare la statua all’Emigrante, e diamo il nome del luogo a Silvio Petroro </b>che rimane una persona speciale nei nostri cuori. Vogliamo che la sua figura di filantropo venga valorizzata, divenga un esempio, non esponendolo alla benché minima critica.<br /><br /><b>Gabriella Izzi Benedetti</b></div></div></div></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-56071284519391574322021-09-07T05:53:00.001-07:002021-09-07T05:53:17.837-07:00E' venuto a mancare Luciano Lapenna, il messaggio di cordoglio della Società Vastese di Storia Patria <p><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinmbgeSLZFTDZTJ-IRPP57GnDL9vioxCoet-T6qBDZq2f18qYbG0XaQnYoKn4KQi80ZRdFZiYbvv1N7zJWaMk6pFiv9mgLppz0hJGDaBkOlxhVxb_WWnfkLZ103TUdbyHvQDPRtS1u7dL_/s360/image28.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="245" data-original-width="360" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinmbgeSLZFTDZTJ-IRPP57GnDL9vioxCoet-T6qBDZq2f18qYbG0XaQnYoKn4KQi80ZRdFZiYbvv1N7zJWaMk6pFiv9mgLppz0hJGDaBkOlxhVxb_WWnfkLZ103TUdbyHvQDPRtS1u7dL_/w400-h272/image28.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="font-size: medium;">La Società Vastese di Storia Patria Luigi Marchesani, nella persona della presidente Gabriella Izzi Benedetti e quella di tutti i soci, <br />si unisce al dolore della prof.ssa Bianca Campli Lapenna per la perdita dell'amato Luciano, <br />un uomo che, in qualità di Sindaco di Vasto ha saputo proseguire nell'espressione di valori umani e sociali, ha dato prova di onestà, ha cercato di operare per il bene della città di Vasto. <br /><br />Ricordiamo il suo garbo, la sua signorilità. Se ne va un amico, lascia un grande vuoto. Coraggio Bianca, ti siamo tutti vicini, con vero affetto.</span><p></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-88668001365502807542021-08-31T07:30:00.000-07:002021-08-31T07:30:08.825-07:00"Storia del Museo di Roma: Carlo d’Aloisio da Vasto e la Roma degli anni ’30"<p><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Uh7b-K3T1RiLEj-FNcuJtb1pQ7raO1HwByXo83mk0L1RMYjZE88q3X0JUoaSnbE70LjtLOkG1DNqyp_QVYkkSniXCatZvOhCt-G2y2ODMfIeYZeKW0Id6N5cgHTTuct5Sbl_3PAnfFmM/s1280/Storia+del+Museo+di+Roma+-+Carlo+d%2527Aloisio+da+Vasto+e+la+Roma+degli+Anni+%252730.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="375" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Uh7b-K3T1RiLEj-FNcuJtb1pQ7raO1HwByXo83mk0L1RMYjZE88q3X0JUoaSnbE70LjtLOkG1DNqyp_QVYkkSniXCatZvOhCt-G2y2ODMfIeYZeKW0Id6N5cgHTTuct5Sbl_3PAnfFmM/w666-h375/Storia+del+Museo+di+Roma+-+Carlo+d%2527Aloisio+da+Vasto+e+la+Roma+degli+Anni+%252730.JPG" width="666" /></a></b></div><b><br />dall'Associazione Culturale Archivio del Maestro Carlo d'Aloisio da Vasto</b>, riceviamo e pubblichiamo<br />Salve<br />Con piacere Le segnalo il link della Conferenza online, svoltasi il 15 febbraio scorso e tenuta da Sergio Guarino, curatore storico dell'arte, responsabile dei Musei di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sul tema: "Storia del Museo di Roma: Carlo d’Aloisio da Vasto e la Roma degli anni ’30":<br />Link video su YouTube: <a href="https://youtu.be/0FJKGed2x7g">https://youtu.be/0FJKGed2x7g</a><br />Link video sul sito web: <a href="https://carlodaloisiodavasto.it/">https://carlodaloisiodavasto.it<span><a name='more'></a></span></a><p></p><p>All'incontro, moderato da Nicoletta Cardano, storica dell'arte, dirigente della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, hanno portato il loro contributo:<br />- Luigi Marcello, Assessore del Comune di Vasto<br />- Paola Di Felice, curatrice storica dell'arte, già Direttrice del Polo Museale di Teramo<br />- Carlo d'Aloisio (Mayo), Associazione Culturale "Archivio del Maestro Carlo d'Aloisio da Vasto"<br />Di seguito segnalo alcuni interessanti passaggi testuali estratti dalla conferenza online:<br />Sergio Guarino:<br />"Carlo d'Aloisio da Vasto è pittore, artista, ma soprattutto … e questa è una cosa un po’ dimenticata... promotore delle Arti… per ben 4 anni, dal 1930 al 1933… Lui cura, dirige, è l’anima, ha ideato… questo “Almanacco degli Artisti”… ne escono soltanto quattro numeri, cambiando editore…<br />E’ una pubblicazione ingiustamente dimenticata… che ha avuto un omaggio, un riconoscimento da una figura importante dell’arte come Renato Guttuso... che ha riconosciuto che... senza questo Almanacco e senza altre pubblicazioni curate da Carlo d'Aloisio da Vasto... probabilmente avremmo perso, quasi ineluttabilmente, molto della storia dell'arte, della storia della pittura a Roma e non soltanto a Roma, in questo periodo… quindi è stato assolutamente fondamentale…<br />Gli Almanacchi sicuramente sono degli utilissimi esegesi per capire quello che stava succedendo… sono proprio veramente delle raccolte di arte contemporanea… Lui è molto attento a quello che avviene intorno a sé."<br />"... c’è il fatto che probabilmente Lui è uno dei primi a cui viene l'idea di, come dire, cambiare un po' l'anima del Museo di Roma… vi ricordate quello che vi dicevo prima su Roesler Franz… è evidente che questo a Lui non piace... tanto è vero che è uno dei promotori del trasferimento delle cosiddette scene romane… che erano state fatte per il Museo di Roma e che Lui invece fa trasferire, nel secondo dopoguerra, a quello che attualmente si chiama Museo di Roma in Trastevere e che all’epoca si chiamava Museo del Folklore…<br />Quindi, questo è l’altro filone di ricerca, come vi ho detto fin dall'inizio, su cui ancora non ho certezze, ma cominciano ad esserci tanti indizi... sul fatto che Carlo d'Aloisio da Vasto abbia fatto qualche cosa di molto importante… e cioè aver sottratto al Museo di Roma quella parte nostalgica, quella proprio di Munoz… e quindi, come dire, in qualche modo, bonificare il Museo di Roma e riportare il Museo di Roma alle due anime, l’arte antica e la contemporaneità coraggiosa dell’arte."<br />"... e quindi è chiaro che probabilmente è proprio Lui a spingere per questi acquisti e probabilmente perché erano opere che lui conosceva, che ha seguito, che in qualche modo ha promosso... ecco c’è ancora molto da capire... e in fondo alla proposta di acquisto c’era la sua firma... quindi parlando di Lui come funzionario, non come artista... ma c’era un senso... come fanno capire anche gli Almanacchi degli Artisti, quelle quattro annate... un senso della contemporaneità molto forte e soprattutto la spinta... e qui torniamo al dibattito di cui parlava Nicoletta sul Museo della Città... un proiettare Roma e il Museo di Roma nella contemporaneità, nella contemporaneità dell’epoca… quindi c’è ancora molto da studiare per quello che Lui ha fatto."<br />Paola Di Felice:<br />"... c’è un cono d’ombra che si estende molto, molto lungo e che andrebbe smussato e ricomposto per ridare luce ai nostri artisti...<br />E tra questi c’è sicuramente il nostro d’Aloisio da Vasto... io avevo curato questa mostra con un centinaio di dipinti e veniva fuori proprio un’immagine di un pittore di grande valenza, di grande rapporto con la luce, con una serie proprio di caratterizzazioni, che qui non sto ad enunciare, ma che spero siano, anche con la vostra collaborazione, riportati alla luce in maniera esemplare, perché si tratta di un pittore di grande pregio."<br />Nicoletta Cardano:<br />"E credo che per gli studenti questa storia possa essere molto interessante, non soltanto dal punto di vista della storia dei musei romani, dell'approfondimento stesso… ma anche del ricercare nell'Almanacco degli Artisti… che ha questa capacità di analizzare tutta una serie di cose… e non mi pare che sia stato… sicuramente nominato, ma forse non specificatamente studiato… c'è tutta una parte dell’ambiente artistico romano che confluisce attraverso questa selezione che credo venga curata direttamente da Carlo d'Aloisio da Vasto.<br />E quindi anche questa indagine nell’ambito della cultura artistica romana e anche letteraria degli anni ‘30… mi sembra un altro aspetto interessante, che può interessare per successive ricerche di studenti".<br /><br />Auspicando il Suo interesse, La saluto cordialmente. </p><div><br /></div><div><span style="font-size: large;"><b>Carlo d'Aloisio (Mayo) </b></span></div><div>Tel. 335-72.56.123 <b>Presidente Associazione Culturale "Archivio del Maestro Carlo d'Aloisio da Vasto"</b> - sede: Via Monte Nero, 21 00012 Guidonia Montecelio (RM) Tel. 06-32651000 Codice Fiscale 94084780587 - <a href="http://www.carlodaloisiodavasto.it/">www.carlodaloisiodavasto.it</a> <a href="mailto:associazione@carlodaloisiodavasto.it">associazione@carlodaloisiodavasto.it</a></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-46448051778428055272021-08-20T21:49:00.006-07:002021-08-20T21:52:10.178-07:00"100 ANNI DI LUCIANO TOSONE - Progettista, intellettuale , artista"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLy4EaIiSfoz5ZW75aQr5XCCtQjGNYxxsfFpUCzlio1KFS1GydLWZLqsrGAuZvV41uGQtJhAQV3qWvQm3JeYemBFgLmIqsSwGBu2gffYgE7uWzCrW7JE0aTenDhnzVpzV_kgC6odAk1qKn/s1754/tosone+locandina+%25283%2529.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1754" data-original-width="1240" height="897" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLy4EaIiSfoz5ZW75aQr5XCCtQjGNYxxsfFpUCzlio1KFS1GydLWZLqsrGAuZvV41uGQtJhAQV3qWvQm3JeYemBFgLmIqsSwGBu2gffYgE7uWzCrW7JE0aTenDhnzVpzV_kgC6odAk1qKn/w635-h897/tosone+locandina+%25283%2529.jpg" width="635" /></a></div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9WpkT_yTMG1g0-nqe6bAj2kcAByo8-360NWvqymfvtv-3aYqrVBARq_aF0Qtow0z_hK2J2AN5XRN-exyXc3QNMCXhOiSVmkhB48F5h0Mquu4HW5GriAOMpam2TN7tgAIkfA4ZDm-bnL0n/s700/luciano+tosone+loggia+amblingh+1995.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="595" data-original-width="700" height="544" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9WpkT_yTMG1g0-nqe6bAj2kcAByo8-360NWvqymfvtv-3aYqrVBARq_aF0Qtow0z_hK2J2AN5XRN-exyXc3QNMCXhOiSVmkhB48F5h0Mquu4HW5GriAOMpam2TN7tgAIkfA4ZDm-bnL0n/w640-h544/luciano+tosone+loggia+amblingh+1995.jpg" width="640" /></a></div><div><br /></div><div><span style="font-size: medium;">La Società Vastese di Storia Patria, con il patrocinio del Comune di Vasto, organizza un incontro per ricordare Luciano Tosone, ingegnere ed artista, a 100 anni dalla nascita.</span></div><div><span style="font-size: medium;">L'appuntamento è per giovedì 26 agosto 2021 ore 19 presso i Giardini d'Avalos. Titolo : "100 ANNI DI LUCIANO TOSONE - Progettista, intellettuale , artista". </span></div><div><span style="font-size: medium;">Questo il programma: saluto del Sindaco avv. Francesco Menna, introduzione della prof. Gabriella Izzi Benedetti moderatrice, intervento dell'arch. Luigi Scarano Tosone, testimonianze dell'arch. Michele D'Annunzio e del giornalista Valeriano Moretti. Letture a cura delle professoresse Letizia Daniele, Simona Cieri, Raffaella Zaccagna e del dott. Davide Giacon. Proiezioni e filmati a cura dell'arch Luigi Scarano Tosone.</span></div><div><br /></div><div>Su Luciano Tosone artista così scrive il critico d'arte Paolo Levi:</div><div><br /></div><div>"Luciano Tosone (1921-2004) coniuga, in modo mirato, segno preparatorio e colore. In ogni sua composizione si ha sempre la sensazione del movimento. Egli è pittore antimetafisico per eccellenza, è magnificamente maestro delle presenze e delle rivisitazioni. Quelle dei sogni.</div><div><br /></div><div>Per il nostro maestro di Vasto, la ritmicità è il motivo dominante di ogni sua composizione. La ritroviamo suadente in "Evviva Pulcinella" dipinto del 1966, omaggio all'infanzia, dove i bambini della borghesia e quelli delle classi meno abbienti godono insieme la presenza della maschera napoletana. Virtuoso padrone della tavolozza, Luciano Tosone riesce ad essere spettacolare e ritmico anche in forme che dovrebbero essere statiche. È questo il caso dell'opera dalle grandi dimensioni "Veneziani a Termoli dopo la tempesta" del 1985: le barche attraccate alla banchina, leggermente ricurve, le nubi in cielo, porgono uno scenario agitato, instabile. </div><div>Luciano Tosone è maestro nel dare rilievo a forme "forti", essenzialmente fisiche, svolte con lirico pensiero. Ci si trova di fronte a una ricerca pittorica in cui sono fusi insieme, soprattutto, due momenti complementari: osservazione e fantasia. Egli è artista magnificamente coerente nel condurre a compimento i suoi sogni figurali ma, nel contempo, è uno straordinario eclettico. C'è, nella sua pagina pittorica, un curioso accordo fra mistero della vita e apparenza sensibile. Nulla in lui è conchiuso nella malinconia mediterranea, ma tutto, al contrario, è ravvivato da un sentimento sereno che sfiora la commedia umana, quella nostra, quotidiana."</div></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-89987068084095987292021-07-11T05:18:00.002-07:002021-07-11T05:18:27.029-07:00Carlo d’Aloisio da Vasto (1892–1971), personaggio di rilievo nel panorama artistico e culturale novecentesco: 50 anni fa la sua scomparsa<p> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg46boRbJN6xvAgNp022dTQrsB1AP0WSyoh-Va5EvhZa6KpO8NNdWMMr0xbZ6EMxStCKwIxLq1w_pOq_hX014EEzJBfFnUMoty4kRgKG0n1EsHqWtA1xsRKWJmRtmzsbMwxhetp_9tr-ZAh/s700/art_ca_daloisio18.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="479" data-original-width="700" height="453" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg46boRbJN6xvAgNp022dTQrsB1AP0WSyoh-Va5EvhZa6KpO8NNdWMMr0xbZ6EMxStCKwIxLq1w_pOq_hX014EEzJBfFnUMoty4kRgKG0n1EsHqWtA1xsRKWJmRtmzsbMwxhetp_9tr-ZAh/w662-h453/art_ca_daloisio18.jpg" width="662" /></a><br /><br /></p><p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><i><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 24pt;">Iniziative in progress per il 50° che cade il 21
novembre 2021 </span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">di GABRIELLA IZZI BENEDETTI</span></b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Carlo d’Aloisio da Vasto (1892 – 1971),
personaggio di rilievo nel panorama artistico e culturale novecentesco, è
l’artista vastese del quale ricorrono cinquant’anni dalla scomparsa. Una
personalità poliedrica che, intuendo prestissimo la propria vocazione
artistica, l’ha seguita con determinazione, sicché già a 16 anni, avuto
conferma delle sue potenzialità, si è trasferito a Roma, divenuta la sua città
per la vita, senza però mai dimenticare il luogo d’origine, riproponendone
ininterrottamente le atmosfere, le “sembianze”, le cromie; divenute una sorta
di ritmo interiore a sollecitarlo, a scandirne l’ispirazione.</span></b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<div class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">
<hr align="left" noshade="" size="2" style="color: black;" width="100%" />
</span></div>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt;"><b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Gli artisti non sono sempre teneri fra loro e dunque
riconoscimenti indirizzati a Carlo d’Aloisio da parte di personaggi che hanno
segnato il percorso artistico del novecento, sono quanto mai indicativi. </span></b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Ha scritto di lui Carlo Carrà:<i> </i></span><i><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">"un artista che è,
con i suoi mezzi, attuale e moderno con sensibilità e intelligenza”.
Aggiungendo: </span></i><span style="background: white; color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">"Uomo
di battaglie spirituali, il D'Aloisio porta nella pittura l'ardore delle sue
passioni ed i suoi particolari convincimenti", </span><i><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Per quanto attiene alla
versatilità, ai molteplici interessi artistici, alla capacità di assorbire da
un tempo di forti esigenze di rinnovamento di formule pittoriche che tendono a
equilibrare, amalgamare, determinare un modo nuovo, in grado di assorbire più
che escludere e distruggere, mi pare possa essere interessante ciò che
scrive </span></i><b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Renato Guttuso:“Chi volesse farsi un'idea della società artistica
e letteraria di una cinquantina d'anni or sono non dovrebbe trascurare di dare
un'occhiata all'Almanacco intitolato il Vero Giotto e dovuto all'iniziativa
appassionata di Carlo d'Aloisio da Vasto”. L’Almanacco degli Artisti. Il vero
Giotto, </span></b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">pubblicato dal 1930 al
1933 dà voce ad artisti come Roberto Melli, Mario Mafai, Fausto Pirandello e
tantissimi che sarebbe troppo lungo elencare.Si tratta di pubblicazioni che
divengono il punto di riferimento del movimento artistico romano e non solo,
luogo d’incontro, dialogo, confronto fra i maggiori artisti e critici
dell’epoca.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;">D’Aloisio
vive in un tempo di numerosi e innovativi </span><b><span style="color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">linguaggi artistici.</span></b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> </span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;">Correnti</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"> complesse e
complementari. E’ probabile che per l’artista vastese l’impulso più
consistente sia derivato dalla frequentazione con Felice Carena all’epoca tra i
pittori più quotati che aprì a Roma una scuola d’arte e propose una lettura
pittorica dal vero, fondendo tradizione e modernità e dando valore al
paesaggio. Il gruppo d’artisti giovani ed entusiasti che gravitarono in
quell’area confluirono in buona parte nella Scuola romana. Certamente il genere
di ricerca fu molto personale, la scuola romana definisce un’epoca dalle varie
anime, in quanto formata da un gruppo eterogeneo di artisti operanti a Roma tra
il ’20 e il ’40, e che venne chiamata anche Scuola di Via Cavour, mentre in
francese è ricordata come “jeune École de Rome”. L’obiettivo, la ricerca di un
incontro tra modernità e tradizione, il linguaggio post-cubista e l’arte
classica, non era molto dissimile. Si presentava questa realtà artistica in una
pluralità di variabili: tonalismo, chiarismo, realismo magico.
Formule che alla fine conducono alla fluidità dell’immagine, ad una pittura
improntata su di un naturalismo poetico, narrante, pastoso. </span><span style="color: #202122; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Il termine "Realismo magico" fu la
definizione che diede nel </span><a href="https://www.blogger.com/blog/post/edit/4011564206854672826/1600891331600134944" title="1925"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; text-decoration: none; text-underline: none;">1925</span></a><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"> il critico tedesco </span><a href="https://www.blogger.com/blog/post/edit/4011564206854672826/1600891331600134944" title="Franz Roh"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; text-decoration: none; text-underline: none;">Franz Roh</span></a><span style="color: #202122; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"> per indicare una pittura ricca di
dettagli realistici e tuttavia lontana, come relegata in una sfera
affabulatoria, grazie ad elementi surreali o paradossali che donano all’insieme
un che di vagamente misterioso, chimerico. C’è chi vede in questa tendenza
pittorica una forma di post-espressionismo, dove tutto sembra fermo come sotto
un incantesimo. Diverso ma non poi così tanto il tonalismo di tradizione veneta
che a differenza della pittura fiorentina basata sul disegno è invece legata al
colore, la cui stesura graduale, tono su tono, finisce per creare effetti di
leggerezza, velature che producono una fusione tra soggetti e ambiente; diviene
il collante fra volume e spazio. Gli effetti di luce determinati dalle
variazione del colore creano armonia fra tutte le componenti del dipinto. C’è
chi parla di pittura atmosferica. </span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;">Non bisogna confondere i</span><span style="background: white; color: #202124; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">l tonalismo (utilizzo di un tono
unico), con la pittura tonale che usa più toni rappresentati non solo
dalla principale emissione luminosa, ma anche dalle secondarie nonché dai
riverberi e dai riflessi, raggiungendo una polifonia di toni. </span><span style="background: white; color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Il </span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;">Chiarismo a cui spesso viene abbinato il termine tonale indica già
l’affinità con la pittura tonale: </span><span style="background: white; color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">una pittura dai toni chiari e luminosi, priva di
chiaroscuro, in cui al predominio dei valori volumetrici si preferisce la
variabilità stilistica, il gioco di luci. </span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;">Le correnti a cui abbiamo fatto cenno sono molto interessanti in
un’epoca a cavallo tra otto e novecento,</span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> caratterizzata dal susseguirsi di movimenti e </span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;">stili tra i quali emergono</span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> cubismo, espressionismo, surrealismo,
dadaismo, fauvismo, pittura metafisica, futurismo, e non solo. L</span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;">’ A</span><b><span style="color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">rte d’Avanguardia è</span></b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> tesa a superare i canoni culturali </span><b><span style="color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">prestabiliti,
nell’idea di</span></b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> affermare nuovi </span><b><span style="color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">principi in una
esigenza di rinnovamento,</span></b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> adeguandosi
ai vari contesti socioculturali. C’è poi un’altra </span><span style="color: #202122; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">corrente artistica sorta dopo la prima guerra
mondiale che si propone diversa ponendo come centrali la tradizione, il
classicismo, la figura, la componente volumetrica. Una pittura
realista che metterà in crisi le varie avanguardie. Opere contraddistinte da
forme plastiche e geometriche. Ma non prive di quella forza incantata che le
fece includere nella corrente del realismo magico. Ecco dunque che alla fine
molti collegamenti e affinità avvengono e i</span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> giovani artisti della Scuola romana, i chiaristi lombardi, i
seguaci del tonalismo non sembrano dissociarsi poi tanto da tutto questo
fermento di idee e proposte, anche se rimangono in un’area un po’ defilata,
nonostante la notorietà acquisita dalla Scuola romana; poiché se la</span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> sintonia nei riguardi della tendenza ad
andare oltre la realtà oggettiva per indagare in quella più intima, dando
spazio all’inconscio, all’istinto, l’idea di accantonare la prospettiva,
appartiene a buona parte della nuova realtà,</span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> la scelta di spaziature, tonalità, atmosfere hanno un
timbro, un ritmo poetico, scansioni, morbidezze che non si riscontrano così
decisive altrove. Mi sembra interessante anche il voler esplorare </span><b><span style="color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">le tante possibilità
espressive dei colori.</span></b><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> </span></b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;">Dunque il d’Aloisio vive e opera in un tempo</span><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; padding: 0cm;"> ricchissimo di stimoli. Ed egli assorbe
molto dal suo tempo e non solo in termini pittorici.</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; vertical-align: baseline;"><span style="color: #2f2f2f; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">*****</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="background: white; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; vertical-align: baseline;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC5jvwYk4y0S1FYdn1gXDTMA1qRBKotcTZeBDtPpaJpB1k0T-UA9ba-pub5YCnWymrFMWJj-4QYEY3BteDK8nyF6iNLtEWna1snvyPwNGnO7DcQZ3z_8Qpejr0yW-NSVkIN3QEv8C3Klwr/s350/art_ca_daloisio13_pescatori.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="236" data-original-width="350" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC5jvwYk4y0S1FYdn1gXDTMA1qRBKotcTZeBDtPpaJpB1k0T-UA9ba-pub5YCnWymrFMWJj-4QYEY3BteDK8nyF6iNLtEWna1snvyPwNGnO7DcQZ3z_8Qpejr0yW-NSVkIN3QEv8C3Klwr/w400-h270/art_ca_daloisio13_pescatori.jpg" width="400" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 12pt; text-align: left;">I primi passi d’artista Carlo d’Aloisio li fa come xilografo,
collabora a vari periodici tra i quali <i>La Rivista d’Oggi,</i> <i>L’Attualità</i>, <i>Il
Romanzo dei Piccoli</i> e successivamente l’<i>Emporium</i>, <i>Satana
Bebba</i>, <i>Corriere dei Piccoli. </i>Diviene illustratore di
copertine di libri per editori quali Carabba, Mondadori, Trevisani, Maffei e
Berlutti. Per Berlucchi ad esempio illustra la <i>Vita di F. Baracca</i> di
Mascardi e i <i>Discorsi del giorno</i>, così come <i>Epopea della
Grande guerra, diario degli avvenimenti 1914-18</i> dell’Ammiraglio
Vittorio Moreno. Ma è soprattutto la ricchezza della produzione pittorica che
emerge e gli dà modo di esibirsi in numerose personali e collettive, non solo
in Italia. Lo troviamo presso le Biennali di Venezia e le Quadriennali di Roma,
oltre che in personali realizzate in città italiane ed estere come Parigi,
Losanna, Los Angeles, Varsavia.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.75pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; vertical-align: baseline;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Nel 1927 sposa </span><a href="https://www.blogger.com/blog/post/edit/4011564206854672826/1600891331600134944"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Elisabetta Mayo</span></a><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">, pregevole scultrice, allieva del notissimo Vincenzo Gemito.
Una unione di spiriti affini che sarà molto importante e produttiva per
entrambi. Nel 1929 la Mostra realizzata dal d’Aloisio presso le sale delle
"Tre Venezie" in Roma, verrà visitata da Vittorio Emanuele III e
consorte, ammirati dalle sue opere; ne acquistano infatti tre. E’ un vero
successo. Tra i giornalisti che seguono l’evento ce n’è uno vastese, Francesco
Anelli che ne <i>Il Vastese d’Oltre Oceano</i> non riesce a
trattenere l’orgoglio, rimarcando la provenienzadell’artista: “<i>E’ l’Abruzzo
che trionfa in questi quadri. Ma sì, è più che l’Abruzzo! E’ Vasto! Vasto nella
torre di Santa Maria …col prolungamento del Monastero di santa Chiara; è la
processione che rientra da San Pietro… è il mare, i colli sovrastanti, è la
campagna nostra</i> …”. Il d’Aloisio continua, non diversamente dagli
esordi, la ricerca del suo vero se stesso. Si potrebbe pensare, guardando i
dipinti che sia un poeta prestato alla pittura, anche se altre soluzioni ce lo
rendono con caratteristiche differenti; su tutto sicuramente domina la passione
con la quale si muove e agisce, e un fondo dinamico mai pago, sempre alla
ricerca di mutamenti e approfondimenti, di variazioni. E’ come se in lui
agissero due stati d’animo, o due anime, non in contrasto ma indipendenti: la
dimensione mnesica, il ritmo quieto e gli spazi, le tonalità della provincia, e
la foga del fare, del costruire, dell’emergere. Da un lato la vita che
trascina, il Museo da comporre e organizzare, le nuove correnti di cui
discutere, le partecipazioni a Mostre, tutto il bagaglio della vitalità,
irrinunciabile, dall’altro l’abbandono, la dolcezza, la memoria, la pennellata
pastosa, la distensione. Nel libro <i>Discanto</i> di Pasquale
Scarpitti è riportata una lettera dell’artista dalla quale traiamo questa frase
molto indicativa: “<i>La mia terra d’Abruzzo, se pur lontana da me da lustri,
mi è rimasta teneramente e dolcemente nel cuore come una “sposa” vergine,
intoccata e intoccabile</i>”. </span><a href="https://www.blogger.com/blog/post/edit/4011564206854672826/1600891331600134944"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">[1]</span></a><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Interessante è anche ciò che scrive nel 1916
sull’<i>Emporium</i>: “<i>Senza dubbio la vera forza dell’Italia nuova risiede
nelle sue provincie; tutti i germi di vita e di potenza, di bellezza e di
valore che le grandi città maturano e dissolvono nascono tutti dal seno delle
città minori. Ogni pietra vi nasconde una sorgente di ricchezza, ogni silenzio
vi genera un’idea … La piccola città di Vasto (oggi compresa nella zona di
guerra) ne ha offerto recentemente un esempio che si può chiamare
mirabile. Alta e severa nella bellezza tetra del suo castello, delle sue torri,
del suo Palazzo che rammenta la sontuosità guerriera dei d’Avalos e dei
Colonna; circondata da ogni parte dalla verdezza degli ulivi, dinanzi al
bell’azzurro dell’Adriatico solcato di vele rosse e gialle</i> …”.</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Crescendo la fama crescono onori e oneri. Nel
‘30 gli viene dato l'incarico di realizzare ed allestire la Sezione Moderna del
"Museo di Roma", di cui diverrà in seguito direttore e conservatore.
Avrà inoltre la direzione del Palazzo delle Esposizioni e della "Galleria
Comunale d'Arte Moderna" che da via dei Cerchi riuscirà in seguito a far
trasferire in Palazzo Braschi. Il Comune di Roma acconsentirà nel 1950 e il
d’Aloisio metterà ogni impegno per il restauro e l’organizzazione del Museo.
Questa sua densa attività non lo allontana dalla pittura. Tra le iniziative più
interessanti c’è, come già detto, la creazione della rivista “Almanacco degli
Artisti. Il Vero Giotto” pubblicato dal 1930 al ’33 e che divenne
punto di riferimento per tanti artisti di valore. Il loro contributo fa notare
come vi siano presenti movimenti e tempi dell’arte nazionale e internazionale:
cronache regionali ed estere (Francia, Spagna, America). Lo spazio dato alle
varie correnti artistiche porta firme importanti, Paladini, Dottori,
Marchi, Pirandello, Melli, Trifoglio. Si parla di architettura, i temi sono
plurimi, si dà spazio all’ironia, alla satira, le cronache danno il polso degli
umori del tempo.</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">In sostanza Carlo d’Aloisio è un personaggio che
si presenta con una poliedricità di interessi e ispirazioni che lascia
ammirati: affronta con abilità più pratiche pittoriche, fra cui l’acquerello; i
suoi interessi spaziano dalla letteratura alla pittura, alla grafica, alla
critica, all'organizzazione dei grandi eventi. E’ un cartellonista apprezzato.
Presso la Pinacoteca comunale di Vasto sono conservate alcune sue grafiche di particolare
bellezza. Vorremmo che la notorietà di questo artista rinverdisse, acquistando
lo spessore che merita nel panorama non solo italiano. A conclusione
riporto alcuni suoi pensieri che trovo suggestivi:</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">“<i>Recentemente ho voluto rivedere i luoghi
della mia fanciullezza, della mia adolescenza, della mia giovinezza. E vi sono
andato per un colloquio intimo d’amore, arrivando in piena notte di plenilunio.
E – solo – vi sono rimasto fino all’alba. Cari posti miei in riva
all’Adriatico: Casarza, il Trave, Vignola, Punta Penna, Vasto! Poi ho preso
commiato con le lacrime agli occhi</i>”.</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">“<i>Io ho amato la mia terra d’Abruzzo come un
figlio ama la propria Madre. E questi amori tenuti gelosamente nascosti e
racchiusi nel cuore, vengono maggiormente goduti in una solitudine, in un
godimento spirituale della natura e dei suoi colori</i>”.</span><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 18.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Gabriella Izzi Benedetti</span></b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><br clear="all" style="mso-special-character: line-break;" />
<o:p></o:p></span></p>
<div class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">
<hr align="left" size="1" width="33%" />
</span></div>
<p class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;"><a href="https://www.blogger.com/blog/post/edit/4011564206854672826/1600891331600134944"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">[1]</span></a><b><span style="color: #333333; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 9.0pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">P. Scarpitti, <i>Discanto</i>,
ed. Sarus, Teramo, 1972.</span></b><span style="color: black; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>
<p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-6227455969903437672021-07-08T23:16:00.002-07:002021-07-08T23:20:02.385-07:00Ricordo: Intervista a Remo Gaspari cittadino onorario di Vasto (2010)<p> </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw9NlE3q7kqckhwtgpXoWNdttqpnXggCWX_JvA5b2Am-049j1mczF2-Uxncby8Ixkaxrkybg45WsYy-r7uGz-IIpGHr3KzkELjDerRxt2t2lVVeOOjfOgRjebjC4CrmjZWBzxNTQntJRLR/s512/GASPARI.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="384" data-original-width="512" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw9NlE3q7kqckhwtgpXoWNdttqpnXggCWX_JvA5b2Am-049j1mczF2-Uxncby8Ixkaxrkybg45WsYy-r7uGz-IIpGHr3KzkELjDerRxt2t2lVVeOOjfOgRjebjC4CrmjZWBzxNTQntJRLR/w640-h480/GASPARI.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vasto 3 luglio 2010: conferita la cittadinanza onoraria a Remo Gaspari<br />Il sindaco Lapenna consegna le chiavi della città</td></tr></tbody></table><br /><i><span style="font-size: large;">Il 3 luglio 2010 (un anno prima della scomparsa) a Remo Gaspari fu conferita la cittadinanza onoraria.</span></i><p></p><div><i><span style="font-size: large;">Nell'occasione Vasto Domani ha pubblicato una lunga intervista all'uomo politico a firma di Gabriella Izzi Benedetti, che tocca temi ancora molto attuali.<br />Ripubblichiamo l'intervista in forma integrale.</span></i></div><div><br /><span style="font-size: x-large;"><b>Remo Gaspari: Cittadino Onorario di Vasto</b><br />Intervista di Gabriella Izzi Benedetti<br /></span><br /><span style="font-size: medium;">E'un piacere discorrere con l'onorevole Gaspari, ha un linguaggio chiaro, diretto, con rara capacità di sintesi, lontano dalla fumosità spesso presente nel linguaggio politico, e, del resto, è parte della sua natura la chiarezza, l'equilibrio che lo pone, oggi, non solo testimonianza obiettiva di eventi, ma personaggio in grado di incidere con la sua lunga esperienza nel contesto attuale, vivendo egli profondamente la questione politica e sociale.<a name='more'></a><br />Dalle esperienze belliche, arruolato nella seconda guerra mondiale dal '41 al '44, alla laurea in giurisprudenza a Bologna, all'iscrizione alla DC nel '44, la vita di Remo Gaspari si è svolta tutta all'insegna dell'impegno civile, in un'assunzione di responsabilità mai disattesa durante svariati mandati, sia come Deputato già dalla prima legislatura (rieletto ininterrottamente fino alla fine della prima Repubblica), sia come Ministro di vari dicasteri ,16 volte. Tra le onorificenze quella di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un personaggio dunque che si distingue fin dalle prime battute, partecipando da esterno ai lavori per la stesura della Costituzione in qualità di dirigente molto qualificato della DC, vicesegretario e poi segretario politico: "Vede" spiega "all'epoca non c'era un vertice che decideva come fa ora Berlusconi, ma una collettività politica che lavorava molto, e a tutti i livelli, e alla fine presentava a livello nazionale le conclusioni. Questa era la democrazia vera che adesso si è spenta, per il momento".<br /><br /><b>E oggi, questa volontà di stravolgere la Costituzione, è giustificata?<br /></b><br />Ci sono due aspetti. Primo: la Costituzione ha bisogno di ritocchi marginali, non grandi cose, poiché è stata fatta molto bene, avveniristica direi in quanto ha previsto bene il futuro; secondo: la questione del lavoro; c'è una realtà, una economia che oramai fa parte dell'economia mondiale, cioè riguarda Cina, Giappone, est europeo, dove il salario è molto basso il che crea a livello mondiale una concorrenza che penalizza i paesi considerati tradizionalmente industriali, quindi una politica nuova che affronti l'aspetto finanziario, industriale e il rapporto con i lavoratori ai quali si chiede una produttività maggiore e un salario compatibile con un livello mondiale con il quale confrontarci; salario però tale da consentire una vita decorosa.<br />Lo sforzo maggiore va riferito ai costi della finanza che devono essere ridotti e alla tecnologia occidentale che deve difendersi con tecnologie mirate e organizzazione industriale. Investimenti solidi, visione aggiornata di produzione e economia. Ritengo, riferendoci a recenti fatti nel napoletano sull'Alfa Romeo, che la politica di Marchionne con la visione che ne ha dato Bonanni, possa essere giusta. Bonanni è un abruzzese di Bomba, un sindacalista moderno che guiderà, a mio avviso, la trasformazione del sindacalismo rinnovando il rapporto sindacato-capitale, poiché la CGIL è ancora ferma al concetto di contrapposizione lavoro-capitale; se lavoro e capitale non collaborano non possiamo affrontare l'aggressività dei paesi emergenti. Beninteso con il rispetto dei molti diritti che la CISL ha preservato. La CGIL, specie nella sua ala estrema, la FIOM, è troppo tetragona e con questa mentalità non si va da nessuna parte.<br /><br /><b>Parliamo della cittadinanza onoraria vastese, che l'amministrazione Lapenna le conferirà. Vasto ha tardato un po'.<br /></b><br />Sicuramente ne sono lieto. Ne ho collezionato parecchie nel tempo. Sa dove ho avuto la prima cittadinanza onoraria? Nel '66, in Lombardia, a Varzi, nell'Oltrepò pavese, dal sindaco prof. Giovanni Azzaretti, direttore sanitario del mitico policlinico universitario San Matteo. Da una di quelle regioni che giudicano i meridionali gente inaffidabile.<br /><br /><b>A proposito di meridionali, questa Lega...<br /></b><br />Io giudico Bossi uno che approfitta di basse situazioni che ci sono in Nord Italia, soprattutto la questione degli immigrati e dei problemi che derivano da una situazione che va oltre e che lui abilmente sfrutta traendone gran consenso; è così che ha costruito un partito. Ma contrariamente a quanto si pensa non avrà vita molto lunga, lui adesso ha il problema dì trasferire maggiori risorse finanziarie togliendole al Sud. Problema difficile poiché si teme nel mondo politico, anche berlusconiano, la reazione del sud. Ecco le difficoltà nascoste che incontra il governo, ecco i giochetti e i giochettini che fa Bossi cercando di agganciare anche l'opposizione, costringendo Berlusconi a fare come dice lui, in base allo spettro di ciò che è già avvenuto nel '96.<br /><br /></span><span style="font-size: large;"><b>E intanto continua lo stillicidio del vilipendio, della denigrazione dell'Italia.</b></span><span style="font-size: medium;"><b><br /></b><br />E certo, quest'uomo mira a spaccare l'Italia, tutto quello che gli capita a tiro gli va bene. In ciò, in tre grandi regioni c'è l'apporto dei berlusconìani, questo è il problema, l'unica è modificare la legge elettorale per dare modo ad altre forze politiche di emergere, forze che esistono ma sono contrastate da una legge che pone un aut aut fra destra e sinistra creando forte conflittualità. Io prevedo che prima della fine di questa legislatura questa legge verrà modificata perché sarà possibile con i finiani formare una maggioranza alternativa a quella di Berlusconi. Per fare questo Fini si dovrà difendere da questa legge elettorale e a lui si agganceranno tutti quelli che si sentono minacciati dalle future scelte di Berlusconi.<br /><br /><b>Un nuovo centro con mentalità diversa<br /></b><br />Sì, un centro diverso che riduca notevolmente il ruolo di Bossi e della Lega. E' questo l'augurio.<br /><br /><b>Per quanto riguarda la ricostruzione dell'Aquila, propagandata come splendida e che ora viene vista nella sua realtà carica di pecche, cosa ne pensa?<br /></b><br />Vede, è successa una cosa molto strana, all'inizio le cose andavano bene; io inizialmente ho dato consigli e sono stati seguiti portando a buoni risultati, in seguito ho dati consigli sulla ricostruzione e sviluppo, indicando agli amministratori ciò che ho fatto quando sono stato chiamato a risolvere molti problemi nazionali; tenga presente che sono un esperto di emergenze e che ho seguito e risolto disastri, a parte il Friuli, a cominciare dall'alluvione del '66 a Firenze e zone del Nord; e poi il terremoto del Belice per la prima parte, gestita a livello nazionale e che andò benissimo, ma lei sa, la Sicilia è regione autonoma e la gestione passò in mani regionali, e il risultato fu pessimo; poi l'alluvione in Valtellina, calamità di gravissimo peso, dove fui accolto malissimo all'inizio e in seguito portato alle stelle. Pensi che il 17 luglio andrò, nonostante i miei non verdi anni, alla ricorrenza dell'evento, sono stato costretto ad accettare l'invito, e anche lì sarò cittadino onorario dì tutti i luoghi della valle e avrò grandi onorificenze. Ebbi riconoscimenti nell'86, per i 20 anni dall'alluvione a Firenze, dal sindaco Bargellini. Ma tornando a noi, in un secondo tempo tutto quello che ho suggerito sulla ricostruzione dell'Aquila e dell'aquilano è stato disatteso e la situazione è andata deteriorandosi.<br /><br /><b>Eppure lei aveva molta fiducia nel governatore Chiodi.<br /></b><br />Il fatto è che Chiodi è obbligato a fare una politica non sua, ma ciò che gli impongono quelli del partito a cui appartiene e che stanno attuando una politica vecchia, negativa e che porterà solo danni alla regione Abruzzo. Gli interessi sono altri; si vede che l'ottica è cambiata. Io non voglio entrare in merito a questioni che esulano dal contesto aquilano, ma un atteggiamento del genere è incomprensibile per me che ho impostato la vita nel rispetto dei benefici della collettività. Pensi che io in tutte le campagne elettorali concludevo con questa frase: "Tutti quelli che ritengono che la mia azione di governo abbia prodotto un progresso per l'Abruzzo mi diano il voto, da chi non è di questo parere il voto non lo voglio" Cioè chiedevo un voto in base ai fatti, non solo per l'ideologia. Pensi che l'Abruzzo dal 78 al '92 ha prodotto maggiore ricchezza della Lombardia, è stato il numero uno, registrando due punti più della Lombardia nell'accrescimento del reddito prò capite. Per 14 anni è stato in testa alle regioni del mezzogiorno d'Europa, la 2a regione distante da noi 12 punti, 92%, era Lisbona Valle del Velio, che era a 80. Ora la regione di Lisbona è oltre 110 e noi sotto 90.<br /><br /><b>E allora cosa possiamo fare?</b><br /><br />Cambiare politica, evidentemente in Abruzzo ai vertici c'è gente incapace di rappresentare gli interessi veri della regione. Ai miei tempi eravamo molto forti in Parlamento. Gente come Nenna, Tancredi, De Cinque, avevano cariche e autorità. Eravamo presenti al governo anche con tre ministri, e gestivamo noi l'attività dell'agenzia del mezzogiorno, c'era anche Sedati. In Europa per oltre 15 anni è stato vicepresidente Lorenzo Natali, un politico di prim'ordine, tanto che la Comunità europea gli affidò le trattative per l'ingresso di Grecia, Portogallo e Spagna nella Comunità; un Abruzzo forte in Parlamento, fortissimo al governo, forte in Europa. Adesso siamo quelli che mettono soltanto la palla bianca o nera nell'urna secondo gli ordini che dà il gruppo. Chi poi non conta niente a livello nazionale viene qui da noi a fare il gigante con le decisioni rovinose che abbiamo già commentato.<br /><br /><b>Riguardo all'Abruzzo la storia delle trivellazioni, alla luce del disastro americano non sarebbe da rivedere? Ci sono scienziati italo americani che sono molto critici a riguardo. E poi il nucleare …<br /></b><br /><br />Si tratta di problemi tecnici che non conosco e dunque non mi pronuncio. Riguardo al nucleare certo ci vorrebbero adeguate garanzie, anche se abbiamo non distante da noi, in Francia, il nucleare e ricorderà che il disastro della Russia ci ha coinvolti. Il fatto è che dobbiamo essere concorrenziali con gli altri paesi per vendere i nostri prodotti. La questione riguarda l'abbattimento dei costi dell'energia, se paghiamo l'energia elettrica il 30% in più capisce che la questione non regge. Sull'energia pulita io sono favorevole. Forse pochi sanno che in Cupello negli anni '80 ho realizzato un centro solare spendendo 17 miliardi. E' sempre in funzione. Ho aiutato anche molto l'ingegner Scutti di Altino, l'artefice dello sfruttamento del vento e che continua il suo lavoro. A volte ci sono troppe opposizioni, Legambiente si lamenta perché le pale coliche sciupano l'ambiente; ha ragione, ma dobbiamo scegliere, a tutti piacciono i bei panorami ma si deve pur rinunciare a qualcosa per l'energia pulita. Comunque l'Abruzzo ha fatto molto, se tutte le regioni avessero fatto uguale oggi saremmo a buon punto.<br /><br /><br /><b>Quali regioni sono state le più distratte?<br /></b><br />Quelle del Nord.<br /><br /><b>Abruzzo di ieri e di oggi, quali differenze?</b><br /><br />Negli anni '50, quando ho incominciato a occuparmi del nostro territorio, sembrava di Essere al tempo di Omero, la prov. di Chieti con una popolazione di 470.000 abitanti viveva di agricoltura producendo un dodicesimo di quello che produce oggi. Infatti appena aperte le frontiere tutti i giovani con buone braccia emigrarono, compreso mio padre, a fine '800.<br /><br /><b>E pensare che una certa letteratura sostiene che il sud è rifiorito dopo l'Unità d'Italia!</b><br /><br />Quando mai! Piuttosto è stato impoverito, lei saprà come anche i proventi degli emigranti inviati alle famiglie erano in gran parte distratti a favore delle industrie del Nord. Era oro, un fiume d'oro che entrava in Italia.<br /><br /><b>E non solo; il Sud concorse con una somma ingentissima dopo l'unità, a favore della nuova nazione; mio padre in una sua conferenza parla di mezzo miliardo di pezzati nel totale dei 700 milioni che il Regno d'Italia riuscì a riunire dagli antichi stati della penisola. I meridionali accettarono il debito pubblico totale, di gran lunga superiore al loro proprio che era di 26 milioni, il che dette una bella mazzata alla economia del mezzogiorno.<br /></b><br />E certo, questa è la verità, ed è bene che non venga dimenticata, mai.<br /><br /><b>Un'ultima domanda: dall'alto della sua esperienza quali consigli darebbe a un giovane che vuole entrare in politica?</b><br /><br />Vede, un politico si deve impegnare prima nella professione, perché deve vivere del suo lavoro; io ho finanziato per 10 anni la mia attività politica, dal '44 al '53. E non erano spese irrilevanti; nel 1948 ho fatto, a voce nuda perché all'epoca non c'erano microfoni, 172 comizi, ho percorso 35000 Km con la mia balilla 4 marce, ho consumato 5 treni di gomme (un treno di gomme non durava più di 56mila Km, li compravo di contrabbando a Pescara), l'ultima sera di campagna elettorale, a Vasto, a fianco di Spataro, la mia macchina ha tirato le cuoia, e ho dovuto rifare il motore. Chi vuole impegnarsi politicamente non deve dipendere economicamente dalla politica, perché altrimenti, per opportunità, finisce per abbracciare quello che gli conviene, anziché fare ciò che conviene al cittadino; si deve dedicare con grande passione alla politica ma vivendo sempre in mezzo alla società civile, rappresentandola in ogni occasione. Il politico vero, come sono stato io, deve rappresentare non la propria volontà ma quella della gente che dà la forza politica; in questo modo ho potuto lavorare per l'Abruzzo ma anche per l'Italia.</span></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5432888502977193889.post-53809878514871077112021-05-04T08:23:00.002-07:002021-05-04T08:36:47.287-07:00GIUSEPPE TIBERII FRA ARCADIA E ILLUMINISMO<p><span style="font-size: x-large;"><i></i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: x-large;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6SAMYvqmTi72R2ptzUPUdsh3PR6DX4isxJaJ83KbymRcv8Izra6sUOvqDkrUUHNWIFReAITjMG67MxIAMSqjtH5d75Zyuo2cTcczvfUh1rEXN5M6a5NbstwBNbPoKbOWDUZ8y9doDlrQl/s489/giuseppe+tiberii+vasto.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="489" data-original-width="278" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6SAMYvqmTi72R2ptzUPUdsh3PR6DX4isxJaJ83KbymRcv8Izra6sUOvqDkrUUHNWIFReAITjMG67MxIAMSqjtH5d75Zyuo2cTcczvfUh1rEXN5M6a5NbstwBNbPoKbOWDUZ8y9doDlrQl/s320/giuseppe+tiberii+vasto.jpg" /></a></i></span></div><span style="font-size: x-large;"><i>Un personaggio significativo per la cultura vastese </i></span><p></p><p><span style="font-size: medium;"><b> di GABRIELLA IZZI BENEDETTI </b></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Fra meno di un anno ci troveremo a celebrare un’altra ricorrenza, anche se non è di quelle a cifra tonda come accade per un cinquantenario, un centenario e così via. Quasi tonda: 210 anni dalla scomparsa di <b>Giuseppe Tiberii (1732-1812)</b>, un personaggio significativo per la cultura vastese del ‘700. </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div><span style="font-size: medium;">La famiglia Tiberii da Casalbordino si era trasferita a Vasto verso la fine del 1600. Nel 1711 il sacerdote Nicolò Tiberii durante l’assedio di Ferrara aiutò le truppe pontificie. Per gratitudine il papa Clemente XI, oltre a un vitalizio, gli</span></div><a name='more'></a><div><span style="font-size: medium;">conferì il titolo di Conte, da trasmettersi di primogenito in primogenito. Sicché Giuseppe aveva il titolo nobiliare, al fratello minore Niccolò, pittore e poeta, non spettava. Ma nell’immaginario cittadino tutta la famiglia aveva acquisito nobiltà. Una famiglia di notevole ricchezza.</span></div><p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;">Giuseppe condusse un primo ciclo di studi a Roma, in seguitosi laureò a Napoli in giurisprudenza e fu allievo del più grande illuminista napoletano, Antonio Genovesi con il quale intrattenne un rapporto di stima e amicizia. Un giovane vivace, Giuseppe Tiberii, pieno di interessi, ansioso di associarsi alla ventata innovativa in essere; ma costretto, dopo la laurea, a rientrare in famiglia dovendo occuparsi dei molti affari di essa. Visse quest’amara rinuncia, cercando con intelligenza e duttilità di renderla meno penosa attraverso tutti i contatti possibili con il mondo intellettuale, la comunicazione scritta, la partecipazione a riviste culturali, alle Accademie. </span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: medium;"><span>Tra le sue cariche quella di Vice Ammiraglio del regno di Napoli, Membro Corrispondente della Real Società patriottica di Chieti. Esercitò l’avvocatura, fu “Cloneso Licio fra gli Arcadi, letterato, antiquario, filarmonico e metafisico”.</span><a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftn1">[1]</a><span> Fu anche corrispondente della Reale Accademiadi Storia e dell’Antichità. La passione per l’archeologia ( nel‘700e oltre il termine antiquario equivaleva a quello di archeologo) che sentì fortissima lo portava ad accorrere dovunque affiorassero ruderi e testimonianze dell’antichità, acquistando anche reperti come e quando poteva, sicché creò in casa un Museo ricchissimo, motivo di ammirazione da parte di chiunque lo visitasse.Così il Marchesani:“ Il cortile di casa sua adorno di antichi monumenti, tempestato d’iscrizioni lapidarie … già perveniva in favor di lui chi vi s’inoltrava: le stanze poi sorprendevano pe’ molti quadri anche di celebri pittori, per la egregia biblioteca, pe’ diversi strumenti musicali, e per gli oggetti da pittura ed incisione”.</span><a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftn2">[2]</a></span></p><p><span style="font-size: large;"></span><span style="font-size: medium;"><br />Ho maggiormente conosciuto e apprezzato la personalità del Tiberii attraverso il carteggio con il letterato Pelli Bencivenni, conservato nel fondo Pelli - Fabbroni presso l’Archivio di Stato di Firenze. Sono 53, all’interno di oltre 7000 lettere custodite dal patrizio fiorentino a testimonianza della sua ricchissima corrispondenza con intellettuali italiani e stranieri. </span></p><div><span style="font-size: medium;">Il Pelli Bencivenni, letterato e scrittore, segretario e consigliere del granduca Leopoldo, direttore dei Reali Uffizi, uomo di notevole pignoleria, ci ha lasciato ben 80 volumi del suo diario iniziato nel 1747, a diciotto anni e vergato ogni giorno fino alla sua morte nel 1808. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Le Efemeridi. In esse il Tiberii è più volte nominato.Il carteggioTiberii – Pelli Bencivenni copre un periodo di 21 anni dal 1770 al ‘91, anche se l’ultima fase vede affievolirsi l’attività epistolare di entrambi, distratti dalle vicissitudini della vita e degli anni.Non lo si deduce dalle lettere del Pelli Bencivenni che dai discendenti del Tiberii sono state perse, ma da quelle del Tiberiiche sottolineano i periodi di silenzio. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Sappiamo che il ‘700 portò al massimo grado il gusto del corrispondere. La formazione di una mentalità circolare con l’obiettivo di collegare il pensiero umano nelle sue varie espressioni, attraverso scambi di lettere, giornali letterari e scientifici, che presero a diffondersi rapidamente, pubblicazioni, circoli letterari, accademie, in altre parole quella Repubblica delle Lettere che fece del ‘700 un tempo di fioritura culturale irripetibile, e iniziò a includere fasce più ampie di popolazione, riuscì a trasmettere la pluralità dei concetti, a suscitare confronti, a incrementare lo sviluppo culturale, determinando lo sviluppo di un’ottica riformista che fu tra le caratteristiche settecentesche più interessanti e divenne la spina dorsale dell’illuminismo. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">L’ottica riformista non è tra le priorità del Tiberii che attraversa quel secolo innovativo, spinto dal desiderio di superarne schemi ai quali tuttavia rimane ancorato. La sua è una posizione intermedia, poiché troppo presto, prima di una formazione completa, ha dovuto abbandonare i luoghi depositari e stimolanti le nuove idee. Lui stesso se ne rendeva conto. Scriveva il 2 aprile 1771 al Pelli Bencivenni con il quale aveva iniziato la collaborazione alla rivista “Novelle letterarie” diretta dal letterato fiorentino: “Piacesse al cielo ch’io potessi contribuire alla gloria de’ vostri fogli colle mie produzioni ch’ella desidera. Siamo troppo lontani. Io manco da Roma da 21 anni e son 15 che manco da Napoli. In questo frattempo sono stato confinato in quest’angolo di Mondo mihi et Musis: la Compagnia de’ Libri e la conversazione de’ buoni, e dotti Amici per carteggio an fatta la mia più dolce società. Il gusto del secolo, che vorrebbe dell’esperienze e del circolo di compagni letterati, qui non può fomentarsi, perciò mi son trattenuto sulla metafisica ricerca del cuor dell’uomo, che dovrebbe essere il vero gusto”.<a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftn3">[3]</a>Una frase che dimostra la solitudine di un intellettuale che da una grande città rientra in provincia, anche se Vasto grazie soprattutto al marchese Cesare Michelangelo d’Avalos aveva fattoun salto di qualità. Cesare Michelangelo avendo affinato una particolare sensibilità per la cultura presso la corte austriaca si circondò di intellettuali, uno dei quali, il lucchese Pompeo Berti, suo bibliotecario a Vasto tra il 1720 e il ’32, e che fu corrispondente con Ludovico Antonio Muratori e Scipione Maffei intellettuali tra i più rappresentativi del settecento italiano. La corrispondenza fra il Tiberi e il Pelli Bencivenni ha inizio da quando un non precisato amico di entrambi, presumibilmente il duca di Belforte, intellettuale napoletano, li mette in contatto e inizia in tal modo la collaborazione alle Novelle letterarie (dove novelle sta per notizie) dirette dal Pelli Bencivenni e alla Toilette, (una rivista voluta dallo stesso come momento di svago ma anche istruttivo per le dame che passavano gran parte della mattina in una stanza, la toilette, per il lungo rituale dell’acconciatura e dell’abbigliamento). </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Attraverso questa collaborazione conosciamo un Tiberii che, specie come<b> poeta,</b> non si discosta dai canoni arcadici, con il suo disimpegno, ma cerca anche di offrire un messaggio didattico, morale. In questo senso Tiberii è in linea con lo spirito didascalico che animava gli Illuministi, e che si evidenzia in sue pubblicazioni poetiche come le Anacreontiche moralidi Cloneso Licio, che dimostrano un buon senso dell’umorismo, vivacità, dove domina il fine morale, anche se all’interno di uno stile di maniera. Quindi nella forma continua nel solco di quella cultura arcadica, legata all’artificio, ricca di riferimenti mitologici, nel contenuto spesso l’aspirazione alla saggezza e alla razionalità lo conduce verso la riflessione etica e propositi educativi. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Anche l’Accademia Istoniense sorta ai primi dell’800 che dava spazio a cultori e autori di opere poetiche locali e si attestava quale prolungamento delle Accademie Arcadiche, non escluse un’evoluzione nel tempo, anzi pare che proprio nel periodo coordinato dai Tiberii la qualità dell’Accademia abbia eccelso. In Vasto inoltre aveva assorbito da Pompeo Berti e dal clima più evoluto caro a Cesare Michelangelo d’Avalos una maggiore permeabilità al problema culturale, favorendo un clima propizio. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;"><b>Sicuramente casa Tiberii fu salotto letterario; con molte competizioni poetiche.</b> “Ne’ tempi andati” scrive il Marchesani “ la casa del conte Tiberii era stanza di Calliope e di molte altre Muse”<a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftn4">[4]</a>, parlando di altre Muse si fa riferimento ad argomenti come il filosofico, l’archeologico, il letterario in forma più estesa, o di tipo giuridico e politico.La giurisprudenza era la sua materia, ma la versatilità del personaggio sconfinava in interessi per le scienze nel loro insieme, per la politica. La simpatia del Tiberii per la svolta politica francese, le speranze riposte con l’arrivo di Giuseppe Napoleone gli dettano riflessioni e composizioni poetiche. Sappiamo la sua contrarietà riguardo ai privilegi feudali e l’ entusiasmo per la soppressione di essi nel 1806, con le leggi eversive, da parte francese. Tra i suoi interessi, la formazione dei giovani. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Essendo <b>amante della musica e compositore </b>volle divulgarne l’amore e la conoscenza, coinvolgendo i giovani vastesi, con l’istituzione di una filarmonica. Fece giungere da Venezia 12 violini per arricchirla. L’aprire alla gente, alla gioventù, soprattutto, la biblioteca, il museo, spingerla ad acculturarsi, fu una scelta non comune all’epoca.</span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Non secondario il suo interesse per il<b> teatro;</b> nel 1750 scrisse il dramma musicale Ester. Sul genere teatrale ci lascia riflessioni non banali in cui esorta “a saper Il dolce con l’utile mischiar, sempre allettando e ammonendo insieme il leggitore”. I suoi intenti sono di svecchiamento e alleggerimento delle vecchie formule. Il fratello in tutte le scelte di vita gli fu sempre a fianco. Si nota nel carteggio come l’amore di Giuseppe per Nicolò aveva qualcosa di paterno; del resto c’era non poca differenza di età fra loro, circa 16 anni.</span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Giuseppe Tiberii era un <b>divoratore di libri</b>. Si informava dagli amici corrispondenti delle novità, si rivolgeva ai distributori, come gli Allegrini di Firenze per averle, e le attese erano lunghe e snervanti. La posta faceva allora dei giri pazzeschi. Sicché disperato chiedeva agli amici di penna di occuparsi attivamente della questione. Avveniva con Pelli Bencivenni, congl’intellettuali veneti Padre Giacomo Penzo e Padre Appiano Bonafede, con lo storico Domenico Romanelli abruzzese dimorante a Napoli. Con essi e altri, ad esempio l’archeologo Michele VargasMacciucca, il giureconsulto Giacinto Dragonetti, lo storico Uomobono delle Bocache, l’economista letterato Melchiorre Delfico, con tutti loro e altri aveva scambi di vedute, ma anche scambi di libri, o di oggetti d’antichità. Era il suo modo di essere collegato con il mondo. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-size: medium;">Le loro riflessioni intersecavano vari campi del sapere,si addentravano nei fatti del tempo, nelle diatribe letterarie, nei ritrovamenti archeologici, nelle carenze, e anche nel desiderio di un’Italia unita. <b>Ecco che il Tiberii va visto in un duplice aspetto, l’uomo dalle liriche leziose e d’occasione, l’arcade vecchia maniera, ma anche l’uomo immesso in una circolazione di pensiero in linea con i tempi.</b> Scrive Anna Rita Savino “ la sua abitazione divenne il centro delle attività letterarie di una cittadina di provincia che, proprio in quell’ambiente, trovava gli stimoli necessari per poter partecipare al sodalizio d’intellettuali nel ‘700, creando degli scambi da e per la nazione”.<a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftn5">[5]</a> Leggendo il carteggio viene fuori una figura alla quale ci si avvicina con rispetto e simpatia. Il grande amore per la famiglia e la moglie Margherita Spataro da cui ebbe molti figli, ma solo tre gli sopravvissero. Le lettere sono una miniera di informazioni; hanno il fascino dell’immediatezza e ci coinvolgono per la schiettezza dei sentimenti: l’incubo di perdere l’amata moglie nel momento del parto, la dignità del dolore per la perdita dei figli, e la cristiana rassegnazione a riguardo. La felicità per il ritrovamento di una lapide, di un rudere, l’irritazione per l’esterofilia dominante in Italia ( già allora! Malattia endemica e cronica) e l’orgoglio di appartenenza a una terra che vorrebbe unita. La prudenza che consiglia anche all’amico Pelli, nel non esprimere troppo apertamente i propri pensieri in un tempo in cui le istituzioni laiche ed ecclesiastiche erano molto preoccupate per la libera circolazione del pensiero, e molto vendicative. Sicché tanta parte di pubblicazioni era anonima. Fu anonima ad esempio la prima edizione del Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria. E poi le nostalgie, le delusioni, il desiderio di mondi più vasti, l’equilibrio e la compostezza con cui affronta ogni esperienza. </span></div><div><span style="font-size: medium;"><b><br /></b></span></div><div><b style="font-size: large;">Tiberii è un personaggio di grande spessore, e noi vastesi dovremmo andarne orgogliosi. Ecco perché la Società Vastese di Storia Patria Luigi Marchesani ritiene importante onorarne la memoria.</b><br /><br /><span style="font-size: x-large;">Gabriella Izzi Benedetti<br /></span><br /><div><br clear="all" /><hr size="1" width="33%" /><div id="ftn1"><p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span face="Calibri, sans-serif" style="font-size: 10pt; line-height: 14.2667px;">[1]</span></span></span></a><span style="font-size: 9pt;">L. Marchesani, <i>Storia di Vasto</i>, Vasto, Il Nuovo, 4° ed., 2003, p.342<o:p></o:p></span></p></div><div id="ftn2"><p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span face="Calibri, sans-serif" style="font-size: 10pt; line-height: 14.2667px;">[2]</span></span></span></a> L. Marchesani, <i>Ivi</i></p></div><div id="ftn3"><p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span face="Calibri, sans-serif" style="font-size: 10pt; line-height: 14.2667px;">[3]</span></span></span></a><span style="font-size: 9pt;">Cfr. G. Izzi Benedetti <i>Aspetti letterari del settecento italiano, dal carteggio Giuseppe Tiberii – Giuseppe Pelli Bencivenni</i>, Roma, Bulzoni, 2013, p. 21.<o:p></o:p></span></p></div><div id="ftn4"><p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 9pt;"><span class="MsoFootnoteReference"><span face="Calibri, sans-serif" style="font-size: 9pt; line-height: 12.84px;">[4]</span></span></span></span></a><span style="font-size: 9pt;"> L. Marchesani, Storia di Vasto, cit. p. 184.<o:p></o:p></span></p></div><div id="ftn5"><p class="MsoFootnoteText"><a href="file:///C:/Users/nicola/Downloads/GIUSEPPE%20TIBERII.docx#_ftnref5" name="_ftn5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span class="MsoFootnoteReference"><span face="Calibri, sans-serif" style="font-size: 10pt; line-height: 14.2667px;">[5]</span></span></span></a><span style="font-size: 9pt;">A.R. Savino, <i>Opere teatrali nell’Archivio Tiberii di Vasto</i> in <i>Letteratura drammatica in Abruzzo dal Medioevo sacro all’eredità dannunziana</i>. Atti del Convegno a cura di G. Oliva e V. , Roma, Bulzoni, 1995, pp.467- 77.</span></p></div></div></div>Società Vastese di Storia Patriahttp://www.blogger.com/profile/10219468204969046130noreply@blogger.com0