martedì 12 gennaio 2021

LUCIANO TOSONE PREMIATO ALLA BIENNALE D'ARTE DI FIRENZE 1997

Loggia Amblingh, Luciano Tosone

Nel 1997 Luciano Tosone partecipò con successo alla prima Biennale internazionale dell'Arte Contemporanea di Firenze, divenuta poi la famosa "Florence Biennale". 
Ripubblichiamo un dettagliato articolo sull'evento.

Da VastoDomani dicembre 1997

Artisti vastesi a Firenze: Luciano Tosone premiato col medaglione realizzato dallo scultore Mario Pachioli

La Biennale internazionale dell'Arte contemporanea che dal 6 al 14 dicembre scorso si è svolta a Firenze, non è solo una delle innumerevoli iniziative che rende questa città punto di riferimento per l'arte e la cultura, a livello internazionale, ma è la dimostrazione di come l'arte sia oggi più che mai l’humus vitalissimo, un'esplosione di ricerca all'interno di valenze personali e sociali. L'esigenza di dar forma alla propria dimensione artistica, pur all'interno di percorsi tecnici vari e spesso opposti, si evidenzia nella pluralità e nell'adesione emotiva che le opere riescono a trasmettere al visitatore.
Ne deriva una possibilità di approfondimento dell’impalpabile essenza di altri mondi mentali, la cui percezione è un momento di stimolo interiore. 

La creazione di uno spazio espositivo a cadenza biennale prova, se ce ne fosse bisogno, ancora una volta il particolare intuito di questa città ad offrirsi quale palestra di sperimentazione, confronto e dialogo.

Artisti provenienti da molte parti del mondo hanno accolto l'opportunità di proporre l'espressione di culture e di ottiche differenti., Il livello di oltre novecento opere, tra dipinti e sculture, è parso buono e spesso ottimo. 

E, tra gli ottimi, bisogna annoverare il nostro concittadino Luciano Tosone, le cui due tele sono state molto apprezzate da un pubblico che per tutto l'arco del periodo espositivo ha affollato le sale, e questo nonostante la non facile esegesi della sua pittura, per il largo pubblico. Un modello narrativo, il suo, complesso e variegato, nel quale lo scavo del dettaglio non è mai fine a se stesso, ma s'innesca in un'ampia concertazione, un ritmo in crescendo all'interno del quale il cromatismo fuso con la linea ondulata e dinamica acquista valore di significato.

I grandi cieli irrequieti sovrastano paesaggi animati da altrettanta inquietudine, ma non malinconia; che, anzi, un che di gioioso e talvolta ironico s'infiltra nella curvatura del tratto, nella raffinata chiarità cromatica, nei personaggi "in movimento", come fissato da un flash tra il primo e dopo di una storia. Storia i cui elementi naturali acquistano il colore delle sensazioni e dei sentimenti, fondendo fisicità a quanto d'impercettibile è intrinseco alla natura delle cose e degli uomini. La sua pittura, in qualche misura vicina al modulo espressionista di Munch, Van Gogh, Toulouse Lautrec è una proiezione che piega l'immagine pittorica deformandola in base al proprio soggettivismo, libero da schemi tradizionali, una personalissima interpretazione. 

Non a caso critici di livello si stanno occupando di lui. Luciano Tosone non è nuovo a riconoscimenti sia a Milano che a Firenze, per citare due città importanti. Sempre nel '97, in novembre, è stato fra i premiati del "Premio Firenze", splendidamente svoltosi nel salone del Cinquecento in Palazzo Vecchio, tra i più belli del mondo.

Anche in occasione di questa Biennale egli ha fatto parte del ristretto gruppo di artisti ai quali è stato attribuito il premio internazionale "Lorenzo il Magnifico": una magnifica medaglia, opera di un altro vastese, noto in Italia e all'estero: lo scultore monumentalista Mario Pachioli.

La medaglia-bassorilievo del Pachioli raffigura un Lorenzo il Magnifico pensoso, intenso, di grande eleganza. Del resto tutta la produzione di questo artista è tale. La sua sembra una ricerca continua nell'interiorità del personaggio, una rigorosa analisi delle caratteristiche intrinseche all'oggetto della rappresentazione. Da questo viaggio all'interno, parte il superamento di un mondo figurativo tipicamente classicista; poiché chiaramente l'artista ha vissuto e assimilato un vasto processo di elaborazione di teorie estetiche. In questo scultore c'è alla base l'idealizzazione del corpo umano attraverso una ricerca di proporzioni, armonia e bellezza intese come equilibrio di linee, nel rifiuto di decorazioni accessorie o sfilacciature emotive e passionali. E tuttavia c'è una dimensione pensosa e assorta che lo libera dal limite di un estetismo fine a se stesso. Specie nelle molteplici figurazioni religiose, nelle bellissime interpretazioni di personaggi quali, ad esempio, Padre Pio. Si nota in lui l'esigenza di tradurre la ricerca di aggregazione tra chiarezza contenutistica e rigore formale in opere che si pongono al di là di angustie storicistiche e geografiche, verso prospettive di universalità.

Mario Pachioli assieme a Luciano Tosone ha degnamente rappresentato la nostra cittadina durante la prima Biennale d'arte in Firenze. Il suo medaglione è stato donato (e molto apprezzato) alla madrina d'eccezione della manifestazione, la celebre ballerina classica Carla Fracci e all'attore Ferruccio Soleri, quale premio alla carriera.

Vasto continua nella sua secolare proposta di personaggi creativi e ciò stupisce chi non la conosce e finisce per inquadrarla in forma riduttiva: anziché stupirsi, farebbe bene a documentarsi.

Gabriella Izzi Benedetti

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